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Economia

Nuove imprese: nel 3° trimestre Sud e Sicilia trainano la crescita dell’Italia

caterina murana

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Pace: “Forte incremento delle attività innovative e dell’edilizia,
calano agricoltura, commercio e turismo”.
Vaccaro: “Tutte le province contribuiscono alla crescita, tranne Enna”.
In settimana la piattaforma per avviare un’attività e incontri B2b con
20 buyer

Palermo, 23 ottobre 2023 – Anche se in tono minore rispetto alla media
degli ultimi dieci anni, in Italia sono nate più attività economiche nel
terzo trimestre di quest’anno, soprattutto grazie al traino di Sud e
Sicilia, dove maggiore è il numero di nuove imprese aperte fra luglio e
settembre, mentre si attenua l’apporto fornito tradizionalmente dalla
ricca area del Nord-Est.
Infatti, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio economico di
Unioncamere Sicilia su dati Infocamere, nel Paese le nuove iscrizioni
presso i registri delle Camere di commercio sono state 59.236, con il
maggiore contributo che arriva dal Mezzogiorno (18.295, di cui ben 3.944
partite Iva hanno sede in Sicilia, seconda solo alla Campania). Le altre
aree danno un minore impulso: Nord-Ovest 16.579, Centro 12.870,
Nord-Est, come detto, in calo a 11.492.
Il saldo fra iscrizioni e cessazioni è positivo ovunque: 15.407 aziende
in Italia, di cui 4.483 al Sud e 727 in Sicilia; seguono a ruota il
Nord-Ovest con 4.099, il Centro con 3.872 e il Nord-Est con 2.953.
L’analisi dimostra come l’Italia continui a crescere più del resto
d’Europa e che – anche grazie al ritrovato clima di fiducia delle
imprese nonostante lo scenario geopolitico assai incerto – nel
Mezzogiorno e in Sicilia si siano create condizioni più favorevoli per
avviare un’attività.
“Complici – osserva Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – gli
investimenti del ‘Pnrr’ e le politiche di sviluppo messe in campo dai
governi nazionale e regionale. Infatti, si evidenzia un forte aumento
delle nuove attività innovative (1.560) e delle costruzioni (57), mentre
perdono posizioni i settori tradizionali, come l’agricoltura (-153), il
manifatturiero (-102), il commercio (-510) e il turismo (-111). Ciò
conferma che la strada intrapresa da Unioncamere Sicilia a sostegno
dell’innovazione delle imprese è quella adeguata alle nuove esigenze del
mercato”.
Il tessuto economico siciliano, con un tasso di crescita del numero di
imprese dello 0,15% nel terzo trimestre, di poco inferiore (-0,02%) allo
stesso periodo dell’anno scorso, si rivela resiliente alle crisi,
all’inflazione, al caro mutui e all’aumento dei costi delle materie
prime e dell’energia.
In dettaglio, “la voglia di fare impresa – analizza Santa Vaccaro,
segretario generale di Unioncamere Sicilia – è diffusa in tutte le
province, con l’unica eccezione di Enna che ha un saldo negativo di 19
imprese, ma questa anomalia potrebbe anche essere solo frutto di
un’operazione di ‘pulizia’ dei registri da partite obsolete. Infatti, i
saldi sono più che positivi a Palermo (+226, tasso di crescita dello
0,22%) e Catania (+195, pari a 0,18%), mentre si registra l’exploit di
Ragusa (+126, con tasso di crescita dello 0,33%, superiore alla media
nazionale che è dello 0,26%), quindi Siracusa (+93), Caltanissetta
(+37), Agrigento (+36), Messina (+29) e Trapani (+4)”.
Unioncamere Sicilia intende spingere questo “vento favorevole” e già
questa settimana mette in campo due importanti strumenti per sostenere
lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, con ricadute
importanti sull’occupazione dei giovani: dopodomani, mercoledì 25
ottobre, Unioncamere Sicilia presenterà con la Camera di commercio di
Palermo ed Enna la nuova Piattaforma “Servizio nuove imprese” assieme
allo sportello dedicato a chi voglia avviare una nuova attività; e
giovedì prossimo, 26 ottobre, sempre a Palermo, con Sicindustria/Een, si
svolgeranno gli incontri B2b fra 84 aziende siciliane che si sono
iscritte ad oggi e 18 buyer del settore agroalimentare provenienti da
Cina, Francia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Svezia,
Svizzera, Stati Uniti e Vietnam.

Economia

Apicoltura, Regione dà il via libera a bando da oltre un milione e trecentomila euro

Matteo Ferrandes

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Formazione, scambi di buone pratiche, lotta a parassiti e malattie, prevenzione delle avversità climatiche, ripopolamento del patrimonio apistico, acquisto di sciami. Sono questi alcuni degli obiettivi del bando “Azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione del miele” per la Campagna apistica 2025-2026, pubblicato dall’assessorato dell’Agricoltura. Si tratta di un finanziamento europeo (fondo Feaga) e statale, che l’Ue e il Ministero dell’agricoltura assegnano annualmente alle Regioni per sostenere gli investimenti sulla produzione, la commercializzazione del miele e per incrementare i livelli produttivi.
Nel dettaglio, l’azione A del bando, rivolto agli apicoltori e alle organizzazioni del settore, riguarda i servizi di assistenza tecnica, consulenza, formazione, informazione e scambio delle migliori prassi, anche tramite la creazione di reti.

L’azione B, invece, è relativa agli ivestimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali e ad altre iniziative più specifiche come la lotta contro gli aggressori e le malattie dell’alveare, in particolare la varroasi; la prevenzione dei danni causati da avversità atmosferiche e promozione dello sviluppo e dell’uso di pratiche di gestione adattate a condizioni climatiche in evoluzione; il ripopolamento del patrimonio apistico nell’Unione, incluso l’allevamento delle api e la razionalizzazione della transumanza; l’acquisto di attrezzature e sistemi di gestione (hardware e software) per il miglioramento qualitativo e la valorizzazione delle produzioni dell’alveare destinate al commercio. 

Infine, l’azione F si concentra sulla promozione, comunicazione e commercializzazione, e sulle attività del mercato, con particolare attenzione al tema della sensibilizzazione dei consumatori sulla qualità dei prodotti dell’apicoltura.
Il bando é consultabile a questo link
 
 
In copertina Denny Almanza noto apicultore di Pantelleria

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Economia

Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Marilu Giacalone

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Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.

«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».

Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it. 
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo

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Economia

Importanti novità per i celiaci dall’ASP di Trapani: dal 1° ottobre accredito mensile su Tessera Sanitaria

Redazione

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Novità per chi è in possesso di un’esenzione per celiachia

Dal 1° ottobre 2025, infatti il budget sarà accreditato mensilmente sulla Tessera Sanitaria/Carta regionale dei Servizi. Per attivarlo, il cittadino celiaco avente diritto deve recarsi al proprio Distretto Sanitario dell’ASP Trapani.

Per utilizzare il budget mensile in farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e in supermercati convenzionati di alcune catene della grande distribuzione, sarà sufficiente presentare la Tessera Sanitaria alla cassa al momento dell’acquisto, e inserire il Codice Celiachia ricevuto dall’ASP.

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