Cultura
Mot. Istruzioni per diventare tiranno”: domenica la conquista di Mozia in scena nel Parco archeologico
Marsala. “Mot. Istruzioni per diventare tiranno”: l’associazione Arco porta in scena la conquista di Mozia nel Parco archeologico
Alle ore 19,30 di domani, domenica 22 giugno, le antiche terme di Lilybeo (con ingresso dal museo) diventeranno palcoscenico per lo spettacolo teatrale dell’associazione culturale Arco, scritto e diretto da Giacomo Frazzitta. L’evento coincide col Solstizio d’estate, che da anni costituisce il taglio del nastro verso la rassegna a Scurata Memorial Enrico Russo – cunti e canti al calar del sole”
“Nel raccontare la storia della conquista di Mozia ad opera del primo tiranno della storia, Dionisio il vecchio notiamo come, seppur siano passati secoli, l’uomo non ha imparato nulla, la storia si ripete oggi nella nostra epoca come 2500 anni fa. Tuttavia la nostra narrazione scenica si caratterizza anche per l’ironia con cui bisogna affrontare certi temi, perché credo che l’ironia salverà il mondo”. Con queste parole Giacomo Frazzitta, autore e regista commenta “Mot. Istruzioni per diventare tiranno”, spettacolo teatrale che sarà messo in scena dall’associazione culturale Arco domenica 22 giugno alle ore 19,30. Spettacolare anche la location: le vicende della presa dell’isola prenderanno vita nelle antiche terme di Lilybeo, nel Parco archeologico Lilibeo Marsala – PALM (ingresso dal museo), un luogo incantato dove storia, natura e lo scenario del tramonto si uniscono per offrire una cornice d’eccezione agli spettatori.
L’evento sancisce il Solstizio d’estate, prima tappa del viaggio artistico del Movimento artistico culturale città di Marsala – MAC – verso l’VIII edizione della Rassegna “‘a Scurata Memorial Enrico Russo – cunti e canti al calar del sole”, che prenderà il via il 25 luglio nel teatro a mare “Pellegrino 1880”, nelle antiche Saline Genne, all’interno della Riserva naturale dello Stagnone.
““MOT – Istruzioni per diventare tiranno” – prosegue Giacomo Frazzitta – è una metafora per comprendere come nelle diverse epoche e con differenti metodi ci si possa sempre imbattere nel subdolo e serpeggiante rischio di regimi totalitaristici, come le tirannie nelle diverse declinazioni che esse assumono nella storia, creano le medesime discriminazioni e storture nell’umanità”. Un percorso scenico che, con lo stile ritmato del cunto siciliano, che immergerà il pubblico nella tragica storia che ha visto la fiorente isola fenicia di Mozia soccombere dopo aver strenuamente combattuto contro Dionisio, il tiranno di Siracusa. Il racconto scenico sarà animato dalla presenza dei musicisti: il percussionista Sal De Vita, detto Saltimbal, il trombettista Jazz Aldo Bertolino, il bassista Peppe Lo Grasso e il pianista Franz Rallo. Mentre a far da spalla al cuntista Giacomo Frazzitta sarà l’attore Antonino Rallo, ad interpretare la bella Mozia sarà la vocalist jazz Arianna Rimi. (A questo link il trailer dello spettacolo https://www.youtube.com/watch?v=bJw-ANwZCYo )
“Siamo parte attiva della manifestazione, come già avvenuto lo scorso anno (in cui è stato messo in scena dello spettacolo “L’assedio di Ilio” nella Plateia Aelia) – ha affermato Anna Occhipinti, direttrice del PALM –. Crediamo che il teatro, l’arte, con spettacoli come questi, siano occasione di crescita e promozione per il territorio e siamo felici di essere al fianco del MAC in questo percorso di sviluppo culturale che condividiamo”.
Dalle ore 18 sarà possibile visitare il museo (incluso nel biglietto dello spettacolo), mentre dalle 19 ci sarà la degustazione di vini a cura della Cantina Pellegrino, main partner dell’intera rassegna il cui programma completo è visibile su www.scurata.it
Biglietti e abbonamenti alla rassegna presso l’agenzia I Viaggi dello Stagnone, in via dei Mille n.65 (tel 0923 956105). Sarà inoltre possibile fare i biglietti usufruendo della carta del docente e on line https://mac.organizzatori.18tickets.it/event/43493
Cultura
Progetto MARLIN – Le scuole esplorano in diretta web l’itinerario subacqueo “Le Mazzere” a Siracusa
Splendida iniziativa che si potrebbe pensare anche per Pantelleria
Il mondo sommerso diviene fruibile a tutti. Lunedì e martedì prossimi, 17 e 18 novembre, sarà possibile esplorare in diretta i fondali dell’area marina protetta Plemmirio, a Siracusa, e interagire via web con i subacquei che illustreranno l’itinerario culturale sommerso “Le Mazzere”. L’iniziativa, rivolta a istituzioni e scuole, offrirà l’opportunità unica di ammirare i reperti archeologici situati tra i 10 e i 20 metri di profondità e di scoprire il paesaggio sottomarino della zona con tutte le sue ricchezze naturalistiche. Il progetto “Marlin”, promosso dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana con la Soprintendenza del Mare, è realizzato dalla startup Immersea srl, in collaborazione con l’itinerario culturale del Consiglio d’Europa “Rotta dei Fenici”, e l’area marina protetta Plemmirio.
«Un’esperienza innovativa – dice l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – che permetterà di parlare e porre domande in tempo reale ai subacquei, rendendo accessibile a tutti un mondo solitamente riservato agli esperti di immersione. Un progetto che punta alla diffusione di pratiche di osservazione partecipata e all’utilizzo di tecnologie digitali interattive per la valorizzazione dei siti culturali sommersi siciliani».
Oltre alla dimensione didattica, l’iniziativa rappresenta un banco di prova per nuovi format di comunicazione scientifica dedicati all’archeologia subacquea, alla divulgazione delle metodologie di monitoraggio e citizen science, e alla promozione di sinergie tra enti di ricerca, università e aree marine protette per la tutela integrata del mare.
«Superare le barriere – dichiara il Soprintendente del mare, Ferdinando Maurici – e portare, grazie alle nuove tecnologie, il patrimonio sommerso siciliano nelle scuole, rappresenta un valore aggiunto alla costante opera di valorizzazione e promozione che la Soprintendenza porta avanti da oltre vent’anni. È fondamentale che i futuri fruitori del mare e delle sue ricchezze culturali, abbiano consapevolezza della storia che ha attraversato questa parte del Mediterraneo».
Dopo questo primo appuntamento di presentazione, rivolto alle istituzioni e a un gruppo di scuole selezionate, il progetto “Marlin” sarà progressivamente esteso al mondo scolastico e scientifico, aprendo la possibilità di interagire in diretta, attraverso internet, con realtà e interlocutori di qualsiasi parte del mondo, abbattendo barriere e distanze fisiche.
Dalla pagina facebook di: https://www.facebook.com/sopmare
Cultura
Pantelleria in Val d’Aosta al salone internazionale dei vini estremi
La Figlia del Vento alla manifestazione enogastronomica aostana “Vins Extremes” 22 e 23 novembre – Link di partecipazione
Pantelleria, i giorni 22 e 23 novembre prossimi, sarà presente a “Vins Extremes, – Salone
internazionale dei vini estremi” che si terràin Val d’Aosta, presso il Forte di Bard, struttura militare restaurata ed oggi polo culturale e turistico di respiro internazionale, sede di musei, esposizioni, eventi, servizi informativi e di accoglienza
all’avanguardia.
In tale occasione sarà coinvolto anche Peppe D’Aietti, conoscitore profondo dell’isola, nonchè abile e affascinante narratore della nostra cultura e un giovane enologo pantesco.
Ma i dettagli verranno successivamente riportati.
Intanto di seguito il link della partecipazione di Pantelleria: https://www.vins-extremes.it/visitatori/catalogo-aziende-partecipanti/zona-ospite-comune-di-pantelleria
Cultura
Pantelleria – Agricoltura, prospettive e progetti per il rilancio di un settore in via di abbandono
Intervista all’Assessore Massimo Bonì, investimenti su produzione di olio, origano e uva
Sono anni e anni che il settore dell’agricoltura è in lenta ma costante discesa: abbandono delle terre troppo difficili da coltivare, per preferire altri tipi di lavoro, senza considerare la specialità che si va perdendo.
A Pantelleria, diversi enti si stanno muovendo per un ritorno all’apprezzamento della terra, della preziosità di quella pantesca. Anche il Parco di Pantelleria sta organizzando eventi a tal proposito.
Ed ecco che, per fare il punto sull’argomento, abbiamo intervistato l’assessore Massimo Bonì.
Assessore, che prospettive ci sono attualmente per l’agricoltura di Pantelleria? “Pantelleria rientra tra i Comuni che fanno parte del Gal-Elimos (la società per lo sviluppo rurale della Provincia di Trapani), con cui si posso realizzare molte cose importanti. Per uscire da questo loop della saga della salsiccia, ci siamo detti, perché noi non utilizziamo i fondi che il GAL riceve dall’Unione Europea per rivitalizzare l’economia delle aree rurali?
“Si pensi che se a Pantelleria è vero che l’ufficio tecnico è abbastanza attrezzato, l’ufficio agricoltura non ha nemmeno un dipendente a sua disposizione e quindi non ci sono raccolte dati, non si quello che è stato fatto prima di “te”, non si ha idea di cosa c’è in ballo eccetera eccetera.

Quando invece l’agricoltura dovrebbe essere uno dei motori dell’economia? Infatti non lo è più ma il ragionamento è quello di farlo diventare un aspetto importante dell’economia pantesca, non tanto perché si possa tornare ai fasti del passato… Una volta cento anni fa in agricoltura era impiegato più del 90% della popolazione, adesso il 3-4%, quindi questo è un aspetto del quale bisogna tener conto. Per cui noi non potremo mai tornare all’agricoltura dei 300.000-450.000 quintali di uva e di cui ci raccontano gli anziani, ma questo non vuol dire che l’agricoltura non possa tornare ad essere fonte di reddito e quindi darle dignità, cioè fondi. Se dall’agricoltura deriva un guadagno c’è dignità, se dall’agricoltura tu guadagni torni all’agricoltura, se dall’agricoltura non ci fai niente come non ci hai fatto niente per gli ultimi 50-60 anni la gente normalmente la abbandona e immagina di fare soldi in altri settori.
I progetti
Assessore, ma intanto ci sono dei progetti avviati o prossimi per il rilancio? “Si decisamente! Come dicevo non saranno progetti che potranno mirare ai fasti del passato però se noi leggiamo l’economia di Pantelleria come un mix fra turismo, agricoltura, ambiente e, perchè no, gastronomia, ci rendiamo conto che l’agricoltura ha un’importanza fondamentale.
Noi attraverso questo campo siamo in grado di attrarre più turismo, perché ci sono persone che vanno cercando delle specialità enogastronomiche e noi ne possiamo vantare di parecchie perché abbiamo dei dolci particolari che non ci sono da nessuna parte, il mustazzolo e il bacio pantesco, per fare un esempio; oppure ci sono dei piatti come il couscous e nostro è diverso da quello del Nordafrica, siciliano; abbiamo una cultura con il passito che ce l’abbiamo così, altri cercano di imitarlo ma viene, fammi dire erano acquarella.
“Quindi noi possiamo vantare dei primati che altri non hanno!
Origano prodotto dall’Azienda Kazzen
Le racconto questa esperienza: proprio quando dovevo pensare a delle attività economiche di rilancio dell’agricoltura, grazie all’amicizia con Gianfranco Rossetto, sono andato in Francia nell’Occitania, dove producevano erbe condimentali, buone anche per la sanità diciamo, per la cosmesi e anche per la farmaceutica. Per cui mi trovavo in questo impianto con metodi di essiccazione naturali, quindi lenti, a freddo eccetera eccetera e poi sono andato ad odorare le erbe . Tra esse c’era l’origano, tu per sentirne l’odore, dovevi prendere un pugno, mettere sotto il naso, dici: si è origano. Il nostro confezionato sottovuoto, senti l’odore anche a distanza.
Cosa voglio dire? Noi abbiamo una base di partenza talmente importante su cui possiamo costruire un sacco di cose.
I progetti
“Il primo intervento: proprio uno stabilimento delle erbe, perché le erbe condimentali. Se l’origano va Eataly, o negozi di lusso simili 20 grammi costano 6 euro, quindi quanto costa l’origano a chilo, quanto ci costa produrlo e la percentuale di guadagno è elevatissima. Ecco perchè è una coltivazione sulla quale bisogna intervenire.
“Si pensa poi l’estrazione degli oli essenziali dalle foglie di olivo che vengono dalle potature.
“Le aziende avrebbero fondi: abbiamo fatto un bando di co-programmazione su questi lavori, a cui abbiamo invitato tutti a partecipare. Ha aderito solo l’associazione Resilea, con cui abbiamo cominciato a ragionare di questi argomenti già dal primo giorno. Speravamo in qualche altra iscrizione per esempio dalla cooperativa dei capperi ma, purtroppo questa cosa è stata sottovalutata.
“Invece Resilea ci ha dato la soddisfazione di cominciare a lavorare con noi e stiamo lavorando sulla messa a punto dei progetti per questo stabilimento dell’erbe di comunità. Tra l’altro Resilea, per un progetto di economia circolare, ha avuto già un finanziamento di 500 mila euro, quindi noi abbiamo la quasi certezza assoluta che questo impianto dell’erba una volta realizzato funzionerà perché ci sono i soldi per farlo funzionare ai primi anni. Poi ovviamente questo stabilimento sarà in grado anche di guadagnare.”
Ma sull’uva cosa ci dice? “Adesso passiamo all’uva.
Secondo intervento: Noi vogliamo fare anche una cantina di comunità, per cui il contadino, invece di portare l’uva ai grossi acquirenti, ai grossi conferitori, la porta alla cantina di comunità. Ivi, ci saranno gli enologi che ti affineranno il tuo vino e te lo mettono in un silos tuo e poi viene imbottigliato, etichettato, venduto e ti vengono dati i soldi indietro.
“Praticamente un contadino che oggi fa 100 quintali di uva e rivende alle cantine maggiori, Pellegrino e Donnafugata, ricava un reddito che è la decima parte di quello che potrà ricavare un domani attraverso l’apertura di una cantina di comunità, che lo seguirà con l’enologo, poi ci le fasi dette e si prende pure soldi, senza che hai fatto granché di lavoro.”
Ma Donnafugata e Pellegrino non sono contrari a questa cosa? “No, non sono contrari, perché loro sono dei tecnici molto preparati e lungimiranti, che sanno come funziona l’economia agricola: gli sta molto bene questa cosa, perché loro sanno che se continueremo così fra dieci anni non ci sarà neanche niente da coltivare. Invece, con la cantina di comunità l’agricoltore continuerà a portare a lui i 100 quintali, ma andrà a recuperare le terre che ha abbandonato.
“Ma questo cosa produrrà? Produrrà pure la possibilità che l’uva sarà pagata a un prezzo molto più equo, come avviene già in altre realtà, come il nord-est, il Veneto per esempio, dove ci sono grandi vini importanti. Sa quante bottiglie di prosecco vengono fatte in Veneto? Quasi 700 milioni di bottiglie!
“E quindi noi ci avvarremo di queste aziende per commercializzare i nostri prodotti in Cina e negli Stati Uniti.” Poi fra l’altro per esportare negli Stati Uniti ci sono delle certificazioni che devi fare, che non costano tanto, però ogni singolo prodotto deve essere certificato, cioè se tu hai una bottiglia, non puoi certificare con un colpo solo il vino: c’è il passito di Donna Fugata lo devi certificare, c’è il passito Pellegrino lo devi certificare, c’è il vino bianco, ogni cosa ha la sua certificazione, però penso avremo nel tempo la possibilità di aiutare tutti a fare queste certificazioni.
E per l’olivocultura, cosa mi dice? “E veniamo al terzo intervento: abbiamo il progetto la realizzazione di un frantoio di comunità e stiamo anche spingendo per la costituzione di una cooperativa. Quando io parlo di un frantoio di comunità, penso ai contadini che fanno 10-20 quintali di olive, chi fa 50-60-100 quintali ovviamente si deve associare in una cooperativa, perché la cooperativa ti dà una serie di vantaggi non soltanto fiscali, ma anche di riferimento dai finanziamenti dai bandi regionali.
“Per esempio adesso dovrebbe uscire un bando regionale che dovrebbe finanziare la realizzazione di frantoi e catene di imbottigliamento. Lo stiamo aspettando! Ci sono alcuni panteschi insieme ad altre persone che vengono da fuori, che vogliono costituire questa cooperativa, noi cercheremo di dare una mano per ottenere finanziamenti. Infatti noi abbiamo, per dare una mano ai contadini, per non perdere i bandi di finanziamento, abbiamo preso a contratto un agronomo che lavora già in regione che segue tutti i bandi e ci aiuta a fare le domande.
La cooperativa poi può ambire a questi bandi per avere un finanziamento per fare un frantoio con catena di imbottigliamento e quindi raccogliere tutti i produttori grossi di Pantelleria, che fanno 500.000 litri di olio, per poterlo vendere. In più abbiamo avuto, grazie a quel convegno sull’olio che abbiamo fatto a a Punta Spadillo a fine agosto, il il presidente dell‘IGP Sicilia, Mario Terrasi, che ha dato la disponibilità a fare il riconoscimento subito dell’olio.
Alla fine soltanto i non-panteschi hanno fatto la richiesta di fare l’IGP, i non-panteschi usciranno con l’IGP Sicilia sotto zona Pantelleria e i panteschi continueranno a scrivere l’olio italiano, perché hanno paura.
“E per cui noi stiamo cercando anche attraverso questo convegno sull’olio che si rifarà il prossimo anno sicuramente di creare una coscienza, una consapevolezza nelle persone.
“Il frantoio di comunità ha lo stesso principio: mettere in condizione i piccoli produttori di portare le olive, farle selezionare per uscire con un unico olio selezionato, magari una prima scelta piuttosto che una seconda scelta, ma questo poi lo decideranno i tecnici. L’olio sarà venduto nel mercato internazionale, perché vendere in Cina piuttosto che negli Stati Uniti è un attimo, perché in Cina ci sono 100 milioni ricchi che vogliono mangiare italiano, vogliono vestire italiano, gli piace l’Italia, la cultura italiana e quindi lì facciamo il gioco, cioè quando arriva un prodotto di qualità, specie se certificato IGP.
La cultura della molitura
Quarto intervento. Un’altra cosa sulla quale si lavorerà grazie a questo convegno sull’olio il prossimo anno sarà la cultura della molitura. Noi ieri ad un incontro che abbiamo fatto al Kouteck con alcuni contadini di Pantelleria per spiegare come funzioneranno le centraline che stiamo montando: esse ti indicano in anticipo, se c’è previsione di pioggia nelle prossime settimane, di fare questo tipo di trattamento per evitare la cocciniglia piuttosto che la mosca.
“Non solo tu fai il trattamento giusto al momento giusto, ma fai solo i trattamenti che servono ai risparmi tempo e denaro.
Come possiamo sintetizzare in una frase sola questa intervista sui progetti sull’agricoltura? Non si parla solo di progetti ma sono tante cose che insieme operano a ventaglio per spingere l’agricoltura verso il rilancio.”
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