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Cronaca

Messe a dimora 1500 piante autoctone a Pantelleria

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GRANDE SUCCESSO PER LA CAMPAGNA CROWDFUNDING

LANCIATA DOPO IL GRANDE INCENDIO DEL 2016

Pantelleria, 28 novembre 2019 – Si conclude oggi il progetto “10.000 Alberi per Pantelleria: per non dimenticare l’incendio 2016” con la messa a dimora delle ultime 1.250 piante a Montagna Grande. A queste si aggiungono 250 piante già messe a dimora a Kuddie Rosse nel marzo del 2018. Quella di Pantelleria è stata la campagna di crowdfunding in ambito ambientale che ha registrato il maggior successo in Italia, con oltre 200 donatori tra cui importanti aziende nazionali. Grazie alla collaborazione del Dipartimento SAF dell’Università degli Studi di Palermo, sono state scelte specie autoctone già presenti a Pantelleria nel rispetto della biodiversità locale e privilegiate specie rare o minacciate. Ogni albero piantato permette l’abbattimento di una quantità stimata in circa 700 kg di CO2 nel corso del suo intero ciclo di vita, per un totale di 1.125 tonnellate. In questi anni il Comitato ha realizzato molti interventi in tutta Italia mettendo a dimora decine di migliaia di nuovi alberi.

Ai 24 ragazzi presenti all’iniziativa, che si sono occupati simbolicamente di mettere a dimora le ultime piantine a Montagna Grande, sono stati donati piccoli arbusti autoctoni, simbolo di rinascita e di speranza, con il compito di scegliere un posto ideale sull’isola in cui piantarli.

Oltre a Francesco Ferrante, Presidente del Comitato Parchi per Kyoto e Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi erano presenti: Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, Presidente Parco Isola di Pantelleria, Giuseppe Maria Amato, Presidenza Legambiente Sicilia, Giuseppe Barbera, Professore Università di Palermo, Carlo Di Leo, Amministratore Milleotto srl, Antonio Ferro, Past President Parchi per Kyoto, Armando Mattei, Amministratore Delegato Plan BEE e Carmen Di Penta, Direttore Marevivo.

Promotore del progetto è stato il Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia,Kyoto Club e Legambiente, che ha lanciato la campagna nazionale di crowdfunding realizzata in partnership conPlanBee, la società che gestisce la prima piattaforma web dedicata alla raccolta fondi per opere civiche in Italia.

Sono stati tantissimi i cittadini che hanno aderito alla campagna; oltre a centinaia di sostenitori privati si è registrato, poi, il coinvolgimento di aziende nazionali tra cui EcoTyre, il Consorzio che si occupa della corretta gestione del fine vita degli pneumatici, il Gruppo Terna,Donnafugata, azienda vitivinicola siciliana che con oltre 338 ettari di vigneto (di cui 68 a Pantelleria) esporta i propri vini in tutto il mondo, l’azienda brescianaNaturalmente – Artec, l’azienda agricola Salcheto di Montepulciano, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, l’azienda Ecologica Naviglio S.p.A. che opera nell’area del Parco del Ticino, il capperificioBonomo & Giglio Srl.

Sono molto soddisfatto – dice Francesco Ferrante, Presidente del Comitato Parchi per Kyoto – dei risultati raggiunti grazie alle numerose donazioni per un totale di circa 45.000 euro. Ringrazio il Comune di Pantelleria, l’Università di Palermo, l’ente parco che ci ospita e tutti coloro che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi, cittadini e aziende, tra le più importanti in Italia. Le 1.500 piante messe a dimora vogliono rappresentare la speranza, quella di ridare la vita a una parte significativa del territorio devastato dall’incendio. Sono un piccolo contributo che tuttavia vogliamo far rientrare nel progetto più ampio promosso da diversi personaggi per piantare nei prossimi anni 60 milioni di alberi sul territorio nazionale, uno per ogni italiano”.

Un evento importante che segnala un’attenzione particolare per questo meraviglioso territorio invidiatoci da tutti ma troppo spesso trattato male da noi che ci abitiamo 365 giorni l’anno. In questa giornata però – sostieneVincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria – mi piace sottolineare la risposta del bosco e della natura agli esecutori ed al mandante di quell’atto odioso che nel 2016 ha distrutto circa 800 ettari di boschi di pino marittimo, pino d’Aleppo, lecci, piante ed arbusti della macchia mediterranea. Un vergognoso disastro ambientale che ha scosso le menti di tutti, panteschi e non. Ebbene il bosco ha risposto con una ricrescita eccezionale che dovrebbe farci pensare più che alla piantumazione ma ad opere accurate di diradamento. L’ambiente è una cosa seria perché da esso dipende la nostra sopravvivenza e per questo tutte le iniziative volte a proteggerlo e tutelarlo sono la giusta risposta a chi invece se ne vuole servire per propri fini.

La campagna di raccolta fondi ha ottenuto un importante riscontro – afferma Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi Europarc Italia – sia fra i cittadini che nel mondo delle imprese a dimostrazione di quanto il tema della sostenibilità sia ormai parte del senso comune. Federparchi è un partner storico del Comitato Parchi per Kyoto e questo successo ci conferma che le aree naturali protette sono apprezzate ed amate dagli italiani; per il parco nazionale di Pantelleria, inoltre, e per tutta l’isola credo sia stata una grande manifestazione di solidarietà nazionale.”

Come Marevivo – spiega Carmen Di Penta, Direttore generale Marevivo – abbiamo coinvolto una rappresentanza delle sei classi delle scuole medie che seguono i nostri progetti di educazione ambientale. Abbiamo lavorato tantissimo con i ragazzi per fargli scoprire le bellezze e le risorse di questa magnifica isola, e in particolare la ricca biodiversità del Parco Nazionale “Isola di Pantelleria”, uno degli ultimi parchi istituito. Attraverso le escursioni e le attività didattiche hanno potuto conoscere gli habitat del Parco di Pantelleria, la ricchezza delle specie vegetali e animali che lo caratterizzano e l’importanza della tutela del territorio. Oggi piantare un albero per loro significa contribuire a ripristinare gli antichi paesaggi e proteggere le loro radici. Ci auguriamo sia un messaggio di speranza e di rinascita dopo il terribile incendio che ha distrutto questo patrimonio unico.

E’ la dimostrazione della validità di un gioco di sinergie per raggiungere un obiettivo comune; è l’esempio che da necessità si fa virtù: passi concreti verso la qualificazione di tutta l’isola. – dichiara Salvatore Gino Gabriele, Presidente Parco Isola di Pantelleria – è questo l’orientamento che il Parco ha da sempre annunciato e che intende seguire. I nostri primi tempi di attività sono stati, infatti, dedicati a convenzioni con soggetti qualificati e monitoraggi utili a definire interventi mirati affinché si possano trarre reali benefici da una gestione responsabile delle risorse forestali di Pantelleria con la riduzione del rischio incendi; l’aumento della resistenza nei confronti dei cambiamenti climatici; la possibilità di ricavare prodotti legnosi sia per ripristinare gli usi tradizionali che un tempo presenti sull’isola, sia come combustibile per la produzione di energia e calore a basso impatto ambientale”.

Superare gli incendi con azioni positive, di cura verso il Pianeta, questo lo spirito di Legambiente Sicilia dichiaraGiuseppe Maria Amato, Presidenza Legambiente Sicilia –che si palesa nella messa a dimora delle 1.500 piante sui fianchi delle vulcaniche montagne di Pantelleria. L’isola, in fondo, per le sue specificità, rappresenta un pianeta in miniatura verso il quale l’uomo deve cambiare atteggiamento per sperare di tornare ad essere sostenibile. Se da un lato, infatti, la spettacolare e plurimillenaria permanenza dell’uomo ha qui realizzato capolavori della sostenibilità elaborando un paesaggio unico al mondo che vede interdigitarsi l’agricoltura con le aspre e spettacolari note della vulcanicità, dall’altro l’impatto degli ultimi 100 anni si percepisce con tutti i suoi portati e diviene tragedia quando si esprime con la criminale azione degli incendiari. Vogliamo una Pantelleria che si conservi tornando ad essere sostenibile”.

Sono state messe a dimora 1.500 piante propagate da semi raccolti a Pantelleria dal personale del Dipartimento scienze agrarie, alimentari e forestali dell’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito di una attività di ricerca condotta sulle specie della macchia mediterranea. – diceGiuseppe Barbera, Professore Università di Palermo – Nel corso del marzo 2018 sono state messe a dimora presso l’area Comunale Cuddie Rosse 300 piantine di mirto (Myrtus communis). Altre 200 piantine di mirto e lentisco sono state utilizzate come risarcimento delle fallanze. I giorni 21 e 22 novembre del 2019 sono state messe a dimora presso l’area attrezzata di Montagna Grande 900 piante di Mirto (Myrtus communis), Lentisco (Pistacia lentiscus), Corbezzolo (Arbutus unedo) e Fillirea. Ulteriori 50 piantine di Pino d’aleppo sono state messe a dimora presso Contrada saltalavecchia. Le ultime 60 piantine circa sono state messe a dimora oggi durante l’evento conclusivo e donate ai bambini delle scolaresche.

Contatti

Ufficio Stampa Parchi per Kyoto c/o extra comunicazione

Serena Ferretti Tel. 06.98966361 – M. 346.4182567 –ufficiostampa@extracomunicazione.it

Resp. Comunicazione

Antonella Lusseri 347/9777839

Giornalista tessera Ordine n° 116263

http://www.parconazionalepantelleria.it/

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cronaca

Omicidio/Suicidio a Corleone: un monito per tutto il Paese

Laura Liistro

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Fragilità senza risposta: da Corleone un monito per tutto il Paese

La tragedia avvenuta a Corleone – dove Lucia Pecoraro, 78 anni, avrebbe ucciso la figlia disabile Giuseppina Milone, 47 anni, prima di togliersi la vita – non può essere liquidata come un drammatico fatto di cronaca. È il simbolo di un dolore più ampio e più profondo, che attraversa centinaia di famiglie italiane costrette ogni giorno a convivere con la disabilità, con la tossicodipendenza, con il disagio mentale e con una solitudine che diventa, essa stessa, una forma di malattia sociale.
A ritrovare i corpi sono stati i carabinieri e i sanitari del 118, intervenuti nella casa del centro storico.
Ma il segno più doloroso è rimasto su un foglio, poche righe scritte da Lucia prima del gesto estremo:

“Scusatemi, ma non ce la faccio più. Chiedo perdono a tutti.”

Una frase che non può e non deve essere interpretata come giustificazione, ma come indicatore di un livello di sofferenza che è sfuggito a tutti: istituzioni, comunità, servizi sociali, vicinato.
È la confessione di una donna che, rimasta vedova otto mesi fa, si era ritrovata sola a gestire una disabilità grave, giorno e notte, senza più sostegno emotivo, psicologico, relazionale.

La disperazione delle famiglie: un’emergenza ignorata

Quello di Lucia non è un caso isolato: in tutta Italia sono migliaia le famiglie schiacciate tra malattia mentale, dipendenze, disabilità, povertà materiale e solitudine.
Famiglie che vivono in silenzio tragedie quotidiane, sopraffatte da un peso che nessuno vede finché non diventa irreversibile.
Da Nord a Sud, accanto ai disabili gravi ci sono genitori anziani lasciati soli; accanto ai tossicodipendenti ci sono famiglie esauste che non riescono più a trovare un percorso di cura; accanto a chi soffre di disturbi psichiatrici ci sono caregiver non formati, non seguiti, non ascoltati.
Il dolore, quando non è condiviso da una rete reale, si trasforma in un vicolo cieco.

L’isolamento dei caregiver: un fallimento collettivo

La vicenda di Corleone evidenzia le crepe di un sistema che continua a scaricare sulle famiglie la quasi totalità dell’assistenza.
I caregiver – spesso anziani, spesso economicamente fragili – sono lasciati a gestire situazioni che richiederebbero un supporto professionale e continuo.
Chiedere aiuto significa affrontare burocrazia, attese interminabili, servizi insufficienti o distanti.

È qui che si vede il limite di un Paese che, pur parlando di inclusione, lascia intere famiglie soccombere nell’invisibilità.

Il bisogno urgente di una rete nazionale

Questa tragedia impone una riflessione che non può più essere rimandata.
Servono strumenti concreti, non promesse:
un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24, per offrire ascolto psicologico immediato e orientamento reale;
sportelli territoriali operativi, capaci di intercettare situazioni di rischio prima che degenerino;
programmi di sollievo per le famiglie, perché nessun caregiver può sopravvivere senza pause;
una presenza comunitaria più forte, capace di rompere l’isolamento emotivo che spesso alimenta disperazione e tragedie.
L’Italia deve riconoscere che la solitudine non è un problema individuale, ma un fenomeno sociale trasversale che attraversa disabilità, tossicodipendenza, disagio mentale e contesti familiari fragili.
Le parole di Lucia – “non ce la faccio più” – non sono solo l’addio di una donna distrutta; sono lo specchio di migliaia di altre voci che, oggi, non vengono ascoltate.
Finché continueremo a considerare queste tragedie come episodi isolati, il Paese non farà un passo avanti.
La fragilità non è un destino privato: è un’emergenza collettiva che richiede responsabilità politica, presenza istituzionale e una comunità capace di farsi carico, davvero, dei suoi membri più vulnerabili.
Solo così casi come quello di Corleone potranno tornare a essere l’eccezione, e non il sintomo di un dolore diffuso che scorre invisibile sotto la superficie della vita quotidiana.

Laura Liistro

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Cultura

Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi

Redazione

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Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerà studenti, artigiani, istituzioni e comunità del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrà presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrà il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrà rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Città del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunità mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra città per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra città siciliana come Sciacca, ma anche di altre città d’Italia – Torre del Greco e Alghero – e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle città del corallo. L’obiettivo è avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinché questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente” – così affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alí, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrà un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” è un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.

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Salute

Pantelleria, a Natale torna la campagna AIL

Redazione

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Torna in tutte le piazze d’Italia e anche nella nostra isola la Campagna AIL rivolta a raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie del sangue (Leucemie, linfomi e mielomi).

Prossimi ormai al Natale, l’AIL raccoglierà fondi utili alla ricerca attraverso la vendita dei buonissimi panettoni al prezzo simbolico di € 16 che, quest’anno, si potranno scegliere sia tradizionali con canditi e uvetta sia classici al cioccolato. Acquistare un panettone è un gesto concreto e solidale che sosterrà fattivamente le centinaia di ricercatori e medici che, ogni giorno, si prodigano instancabilmente a rendere sempre più curabili queste patologie e malattie del sangue.

L’AIL ha aiutato e aiuta tuttora migliaia di persone a curarsi e ci auguriamo che, nel futuro, queste malattie possano essere sempre più curabili o finalmente essere debellate e perché ciò accada, ognuno di noi dovrà fare la sua parte così come avviene con le migliaia di volontari di tutta l’Italia che credono e sostengono l’associazione proprio come farebbe un buon padre di famiglia. Anche i volontari AIL dell’isola contribuiscono alla ricerca proponendo solidariamente al pubblico i panettoni che potranno essere acquistati sotto il capannone del Bar Tikirriki domenica 07 dicembre p.v. dalle ore 10 alle 13, grazie anche alla disponibilità di Davide Valenza e Samuel Gorgone. Vi aspettiamo tutti per aiutare la Ricerca a sconfiggere definitivamente queste malattie.

Per informazioni sulle attività dell’AIL potrete contattare la dott.ssa Marisa di Piazza: 328.4672604o Stefano Ruggeri: 333.2570314

Stefano Ruggeri Volontario AIL

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