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Cultura

Médithéâtres: la prima de “L’Elisir d’Amore”, il 14 dicembre, al Théâtre de l’Opéra de Tunis

Matteo Ferrandes

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“L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti sbarca in Tunisia nell’ambito del progetto “Médithéâtres – Grande musique dans les anciens théâtres méditerranéens”, il 14 dicembre, in scena al Théâtre de l’Opéra de Tunis.

Nell’ambito del progetto “Médithéâtres – Grande musique dans les anciens théâtres méditerranéens”, il 14 dicembre, alle ore 19.00, andrà in scena a Tunisi, nella Grande Salle de l’Opéra del Théâtre de l’Opéra, L’Elisir d’Amore, melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. 

Il progetto Médithéâtres, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENI di Cooperazione Transfrontaliera Italia – Tunisia 2014 – 2020, vede come capofila l’Ente Luglio Musicale Trapanese in partnership con il Distretto Turistico della Sicilia Occidentale, gli Amici della Musica di Trapani per la parte italiana e l’Agence de Mise en Valeur du Patrimoine et de Promotion Culturelle- l’AMVPPC, Confédération des Entreprises Citoyennes de Tunisie -CONECT et il Théâtre de l’Opéra de Tunis-TOT per la parte tunisina. 

Il cast dell’opera,  ben caratterizzato nei singoli ruoli, è formato da Rachele Barchi, Adina, Carmine Riccio, Nemorino, Giovanni La Commare, Belcore, Francesco Vultaggio, il Dottor Dulcamara e Goar Faradzhian, Giannetta. 
La storia ruota attorno alle vicende dell’umile contadino Nemorino, innamorato di Adina ed incapace di dichiararsi. L’equilibrio viene bruscamente interrotto con l’arrivo di Dulcamara (il ciarlatano) che – fingendosi un dottore – vende a Nemorino un fantomatico elisir d’amore.
La vicenda è ambientata in un quartiere americano degli anni ‘50, anni caratterizzati dal boom economico post bellico e dalla voglia di rinascita, l’epoca di Elvis Presley, Marylin Monroe, Marlon Brando. Le due donne protagoniste, sono due donne forti e proprietarie di due attività, Adina di un “Diner”, con annesse stanze in affitto, e Giannetta proprietaria della parruccheria del quartiere. Le due attività si trovano in una piazza che è centro nevralgico della vita del quartiere, dove tutti si conoscono, dove la comunità diventa famiglia, protagonista fondamentale della scena.
L’opera si avvale della regia e dei costumi di Teresa Gargano. Le scene sono di Monica Andolina. Il coro è quello del Luglio Musicale Trapanese. L’orchestra, formata dai professori dell’Orchestre Symphonique Tunisien e quelli del Luglio Musicale Trapanese, sarà diretta dal maestro Sergio Alapont. Il Direttore Artistico e di Produzione del progetto Médithéâtres  è il Maestro Fabio Modica.

L’obiettivo principale di Medithéâtres è quello di creare, nell’area mediterranea, un polo di eccellenza della produzione nel settore dello spettacolo, mettendo a disposizione del sistema le migliori risorse e le migliori opportunità offerte dalla Sicilia e dalla Tunisia, per una virtuosa cooperazione economica e culturale.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.meditheatres.eu e le pagine social Facebook e Instagram del progetto.

Personaggi

Oggi cento anni dalla nascita del compianto e geniale Andrea Camilleri

Redazione

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Il 6 settembre cento anni dalla nascita del padre del Commissario Montalbano

Le sue opere letterarie sono state tradotte in almeno 120 lingue e da molti è stato considerato uno de nobel italiani mancati. Premio o no resta uno dei più grandi autori della nostra letteratura. Camilleri di libri ne ha scritti oltre cento durante la sua lunga carriera.
Sono lavori molto diversi tra loro, uno scrittore eclettico che ha lasciato romanzi ma anche raccolte di racconti brevi, saggi, pezzi teatrali. Senza alcun dubbio però sono i libri di Montalbano quelli in assoluto più famosi, e anche i più venduti in Italia. Gran parte delle opere narrative prodotte da Camilleri sono ambientate a Vigata, una cittadina immaginaria che nella fantasia dell’autore corrisponde alla sua città natale Porto Empedocle. Qui sono collocati tutti i romanzi storici scritti da Camilleri, che, come lui stesso ha più volte sottolineato, sono una parte fondamentale di tutta la sua produzione letteraria.

I più conosciuti sono La mossa del cavallo, La stagione della caccia e La concessione del telefono.
Tutti e tre hanno dato vita a dei film trasmessi dalla RAI negli ultimi due anni. Il cuore delle celebrazioni Rai è il documentario “Camilleri 100”, in onda in prima visioneoggi su Rai Diretto da Francesco Zippel e coprodotto da Rai Documentari, si avvale di testimonianze, materiali d’archivio e ricordi familiari, in modo da restituire ai telespettatori un affresco intimo e carico di preziose parole. Sul piccolo schermo vediamo Luca Zingaretti e Michele Riondino, che rivelano curiosità dal set delle fiction ispirate ai suoi romanzi, e Fiorello, che racconta il rapporto di amicizia che lo legava allo scrittore. Spazio anche agli affetti più stretti: le nipoti Arianna e Alessandra offrono scorci sulla dimensione privata del nonno. Gli attori Fabrizio Gifuni e Sergio Rubini ricordano invece i giorni in cui Camilleri fu loro maestro in Accademia. Un racconto corale, dunque, che ripercorre tanto la sua carriera quanto l’eredità culturale lasciata a chi lo ha conosciuto.

Salvatore Battaglia

Presidente Accademia delle Prefi

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Ambiente

Pantelleria, liberata la poiana del Gadir, nella valle incantata di Giovanni Bonomo – VIDEO

Direttore

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Torna a volare la regina del vento e del cielo, grazie a tante persone che si sono prese cura di lei – V I D E O

Lo scorso lunedì primo settembre 2025 è stata liberata la poiana rinvenuta nelle acque del golfo di Gadir, qualche settimana fa da Eddy Famularo.

Video del salvataggio a Gadir

Il rapace, letteralmente in fin di vita, è stato affidato dal titolare del noto diving di Gadir  alla  Forestale, come ci racconta Anselmo Consolo, presidente dell’Associazione L’Avamposto di Pantelleria, nel video che segue

I “passaggi di mano” di quello che poi sarebbe tornato ad essere uno splendido esemplare di poiana, sono avvenuti grazie all’Ispettore Superiore e Reggente del Distaccamento del Corpo Forestale di Pantelleria Camillo Matera e l’Agente Domenico Benigno. Ma anche grazie anche alla Sovrintendente Capo ed esperta di recupero fauna selvatica Silvia Muratore del Corpo Forestale della Regione Sicilia e alla consultazione del Dott, Gianni Giardina del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Ficuzza.

Ecco cosa è accaduto alla poiana – Video

E il coronamento di tutta questa straordinaria avventura, per la poiana fortunata e i suoi salvatori è stato il momento della liberazione, anzi la location deputata a riportare in libertà questo meraviglioso uccello: la valle incantata, nella tenuta di Giovanni Bonomo, a Buggeber con vista lago-mare mozzafiato.

La liberazione del del rapace – VIDEO


Ivi silenzio, bellezza e vita regnano sovrani.
La natura è perfettamente rispettata al punto di sembrare un luogo non contaminato più di tanto dalla presenza dell’uomo. 

Fortunata, chiamerei la nostra poiana che è stata accudita da persone sensibili e tornata in libertà attraverso un volo spettacolare e toccante, accarezzato dal vento lungo la valle incantata.

Ecco uno dei privilegi di vivere a Pantelleria: conservare con cura e “gelosia” il proprio territorio, per molte persone diventa uno stile di vita, una missione, affinchè perseverino dinamiche ancestrali di madre natura.

A tutti gli attori di questa nuova avventura a lieto fine, un plauso, per l’impegno e la volontà che ogni giorno coltivano per l’ambiente, la cultura e la vita di una singolare isola come la nostra Figlia del Vento. Essi hanno reso possibile, ora come in passato decine e decine di volte, possibile il volo liberatorio di uccelli feriti o a rischio di morte.

Così il monito viene da sè: stiamo più attenti e sensibili al nostro microcosmo, ponendo ciotole di acqua in zone d’ombra, evitando rumori molesti prolungati, e quanto altro ci venga in mente per favorire la convivenza tra noi e gli altri esseri viventi preziosi che la natura ci ha offerto come compagni di vita sulla Terra.

 

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Cultura

“Pantelleria Isola Maestra”, sul libro di Franca Zona note di Angelo Fumuso

Redazione

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In un tempo in cui si parla di sviluppi sostenibili, di nuove strade da percorrere per l’isola, questo libro di Franca Zona giunge a fagiolo. Mi  ha dato spunto a riflessioni e ragionamenti che ho voluto bloccare scrivendo.

Pantelleria, l’isola Maestra, gia’ il titolo e’ molto eloquente: il termine Maestra e’ azzecatissimo. Maestro e’ colui che insegna e allora poniamoci il quesito, : ma cosa ci insegna la nostra isola? Quali saperi ci trasmette ?

“Pantelleria luogo antropologico che non si lascia affascinare dal nuovo che avanza”, troviamo a a pagina otto. In un vecchio biglietto di auguri, che qualche anno fa ricevetti, cera una dedica che ancora ricordo. “Non sei vecchio, sei solo antico”. Due sinonimi che sinonimi non sono, vecchio si addice ad una cosa obsoleta che non si adopera piu’ caduta in disuso in quanto il suo uso e’ stato superato. Antico e’ una cosa il cui valore e uso si continua nel tempo ed e’ valido sempre. Scusatemi l’ardire di paragonarmi alla mia isola, ma sono convinto che  io e la mia isola, siamo antichi !

Il sapere che ci trasmette e’ un sapere antico fatto di adattamento, di sopravvivenza, di usi e costumi atti a superare e domare le difficoltà che vivere e sopravivere in un isola ha posto ai nostri antenati. 

Parliamo sempre di bellezza 

“Insula una,facies mille “. Mai definizione e’ stata cosi’ calzante per definire l di qualche decennio fa.a nostra isola, ” lo scoglio nero” come lo chiamo io. Nei varia anni, parlando con gli amici che sono venuti nell’isola , che sentendo il perimetro dell’isola mi dicevano apertamente , ma e’ un isola che si puo’ girare tranquillamente a piedi. Che si possa girare a piedi, volendo, e’ cosa fattibile!  basta essere dei buoni maratoneti! Ma venendo sull’isola e toccando con mano l’orografia dell’isola si capisce bene che questa, nel suo piccolo, e’ un continente! Ci si rende conto subito che ci vuole un’auto o magari uno scooter, anche considerando la brevità delle vacanze ( una settimana ) rispetto ad una volta ( un mese).

La natura unica e indomabile si presenta con innumerevoli ” facies’, ora calma statica , ora impetuosa con un vento travolgente di Maestrale ed una costante di Scirocco. Pensiamo sempre di poterla domare, ma Lei strappa le redini e si alza prepotente e impietosa, carattere indomito.

Ricordo nell’unica e irrepetibile conferenza dell’amico e Archeologo Nicolinaffigura il pantesco come un contadino che da’ le spalle al mare e guardai in tal senso ilaffigura il racconto di una nave da guerra inglese che attracco davanti all’isola convinta di essere al sicuro e se ne dovette scappare di corsa  di corsa per non finire sugli scogli della lanterna. Osa che  ancora oggi accade: pensiamo al peschereccio e allo jacth cronaca di qualche decennio fa.

Il pantesco rappresenta una pecularieta’ piu’ importante: Abitante di un isola posta al centro del Mediterraneo, tra le coste africane e siciliane, sempreAGRICOLTURA. terra di conquista contesa tra i popoli africani e i popoli europei, non e’ amante del mare ! Preferisce sempre l’AGRICOLTURA.oggetiva

Nel suo libro, raffigura il pantesco come un contadino che da’ le spalle al mare, per rivolgere il suo sguardo all’interno dell’Isola. Se non e’ questa la piu’ grandeari Dammusi i e delle contrade in un primo periodo, ari contraddizione e pecularieta’ del mondo !

Come ben dice l’Archeologo Thomas Scifer, l’isola e’ ben visibile  dall’ Africa che tra l’altro e piu’ vicina, rispetto alla Sicilia. L’isola di origine vulcanica, e’ stata abitata  per prima dagli uccelli nel loro processo di migrazione dall’Europa all’Africa  e viceversa., , infatti fu chiamata ” Iranim” L’isola degli struzzi”. Cosi’ fu colonizzata da Cartagine ed entro a fare parte della loro federazione. Era un isola Stato con la sua moneta, il suo esercito e il suo governo.

Ripeto il pantesco non guarda il mare, guarda l’ierno dell’isola, infatti lui e’ prettamente contadino piuttosto che marinaio.

Il pescatore lo fa solo per diletto specialmente quando lavora nei terreni, Da piccolo di dietro isola, stanco di nutrirsi  di zibibbo e dei prodotti del suo orto. Infatti i pescatori professionisti si sono contati sempre sulle dita di una mano. 

Lo spirito unitario e di collaborazione reciproca, cosa rara per il pantesco che come contadino ha sempre una visione sempre una visione sogg” vinni in “casa”. Casa ettiva, si vede solamente quando nacquero le contrade che unitariamente costruirono chiesa e Circolo

CIRCOLO – quando nella presentazione avete nominato i Circoli Panteschi, mi sono ritornati alla mente alcuni discorsi. L’isola per molti secoli e’ stata riserva di caccia del Re. Quando questo vincolo cadde, i Panteschi cominciarono a colonizzare di terreni per l’Agricoltura l’isola, oltre i terreni vicino il capoluogo.

 Costruirono dei piccoli Dammusi monocamera e la stalla per lo Sceccu. Quando i terreni erano confinanti, si crearono le contrade.  Unitariamente gli abitanti delle contrade, costruirono Chiesa e Circolo.

E per me il termine Circolo riechceggia questo significato di unitarieta’ di eguaglianza tra gli abitanti. Un po’ come la tavola  rotonda di Re Artu’,  presieduta da lui con i cavalieri in una posizione egualitaria con tutti. Il presidente era ed e’ eletto dai soci e le cariche sociali, ruotano come nella Repubblica di Atene. Da piccolo sentivo sempre dire agli anziani ” turnamu ‘casa” . Casa era il paese , il capoluogo dell’Isola, cioe’ Pantelleria centro. E questo per avvolorare la precarieta’ del vari Dammusi i, sparsi sull’isola e l’attaccamento al centro dell’Isola, cioe’ Pantelleria Centro.

Sicuramente usero’ il libro di Franca come una bussola, un Bignami  che mi fara’ guida nel mio cammino alla scoperta della mia isola.

Angelo Fumuso

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