Cultura
Luna il grande e servizievole satellite della Terra. Come usare la luna per orientarsi di notte

Siamo prossimi alla Giornata Internazionale della Luna, che cadrà il 21 luglio prossimo. Molte le attività anche a Pantelleria per omaggiare, si, il satellite naturale della Terra, ma anche per spiegarne la molteplice capacità affinchè tutto funzioni sempre (maree, cicli biologici di molte specie, etc.)
Ma noi, con l’aiuto del nostro impareggiabile Comandante Stefano Giusti, capiremo come orientarci di notte, in assenza di strumenti, e con l’uso della luna e della sua fase/gobba.
E allora, Comandante, ma come faccio ad orientarmi di notte in mare, senza bussola, senza strumenti e senza stella polare? “Ricordatevi questo: Gobba ponente, luna crescente Gobba levante, luna calante.
“Quindi, se la luna è crescente, la sua gobba è rivolta a dove? A sinistra
Se è calante o decrescente, la sua gobba sarà rivolta a destra”
E come faccio a capire se la luna è crescente o decrescente? Ricordatevi che la luna è bugiarda. (Nella foto di dx) Qui la luna fa una C ma siccome è bugiarda, è decrescente e quindi la gobba indica a destra mentre qua (nella foto di sx), che sembra fare la D di decrescent, poiché è bugiarda, la luna è crescente e infatti la gobba indica a ovest.”
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Per le iniziative sulla luna a Pantelleria, può interessare: Pantelleria celebra la Giornata Internazionale della Luna con un evento del Circolo Culturale Corso Umberto
Cultura
Il cielo di Pantelleria scoppiettante con la stella Albireo

L’immagine è pazzesca, ma stavolta è immortalata da Donna Margherita, moglie del nostro fidato e stimato astrofilo Leonardo Puleo.
Con un maestro simile e lezioni in casa, il gioco è fatto e si realizzano simili capolavori con un semplice cellulare.
Per quanto le foto di Leo e Margherita siano artistiche e superlative, dobbiamo dare merito anche alla nostra amata Pantelleria, che non solo si presta, ma rappresenta una opportunità per gli appassionati di stelle.
Questa che ammiriamo è Albireo, una stella unica formata da due stelle di colori diversi che la rendono uno degli oggetti celesti più affascinanti del cielo estivo.
Essa fa parte della costella zione del Cigno e si trova in corrispondenza del becco. E’ considerata una delle più belle stelle doppie perché costituita da una stella principale di colore giallo-arancio ed una secondaria di colore bianco-azzurro.
Ad occhio nudo appare come una singola stella ma con un telescopio è possibile ammirarne con stupore le due stelle che la compone, distinguendone anche il contrasto cromatico.
Dal cielo di Pantelleria, per ora, è tutto.
Al prossimo avvistamento, alla prossima meraviglia astrale.
Cultura
Pantelleria, tutto pronto per la mostra al Castello. Spoilleriamo su un autore: Franco Ferrandes

Grazie al Centro Giamporcaro, cinque artisti si incontrano in un contesto squisitamente pantesco in mostra da domani 20 luglio, presso il Castello. Inaugurazione ore 19,30
Il Castello è pronto, gli artisti pure. E’ solo questioni di ultimi ritocchi per rendere ancora più piacevole l’esposizione di quadri di Luigina Gabriele, Camilla Ganci, Daniele Baiamonte e Salvatore Bernardo, e di foto di Francesco Virginio Ferrandes.
L’esposizione è organizzata dal Centro Culturale Vito Giamporcaro, nella persona del suo Presidente Anna Rita Gabriele.
Durante l’allestimento abbiamo incontro quest’ultimo, artista khammioto, di cui vi diamo già qualche info. Intanto la sua esposizione è una cosa a sè, che parte sempre da domani e terminerà il 20 agosto. Il titolo dice molto “Piacere Pantelleria”
Francesco Virginio Ferrandes
Francesco Virginio Ferrandes, classe 1949, si definisce cittadino del mondo. E’ nato a Pantelleria ma si trasferiva nel Nord Italia giovanissimo per poi stabilirsi a Cinisello Balsamo, alla fine degli anni ’60. Fotografo di professione fondava, insieme ad altri colleghi, il gruppo “Tina Modotti” e il periodico “La Città”.
I suoi scatti, le sue immagini venivano pubblicate in molti giornali quaotidiani e periodici. Ha realizzato numerose mosrte fotografiche, come “L’automobilismo”, “Calcio”, “Donne, “A.F. U Parrinu”, “Volto di donnna”, per dirne alcune.
Nelle sue foto ferma il momento, quello giusto, quello che parla e intrappola l’osservatore in una stanza dove pensare, ricordare e appassionarsi. Ogni foto è un racconto che si rivolge diretto.
Alcuni esempi, che potremo vedere da vicino alla mostra di domani 20 luglio, dalle ore 19,30, presso il Castello.
Ingresso libero e senza prenotazione.
Cultura
Sold out a “Preistoria di Pantelleria, viaggio nel passato…” con prof. Cattani, firmata Centro Giamporcaro

Il Centro Culturale Vito Giamporcaro, uno dei motori della cultura di Pantelleria ha registrato sold out, alla conferenza “Preistoria di Pantelleria, un viaggio nel passato per lo sviluppo turistico dell’isola”, dove protagonista era, oltre la nostra Pantelleria, il professor Maurizio Cattani, appassionato studioso dell’isola dalla sua preistoria, appunto.
L’evento, organizzato dal Centro Giamporcaro, nella persone del suo Presidente Anna Rita Gabriele, nella corte del Castello Medievale ha visto la partecipazione di istituzioni, come l’Ente Parco di Pantelleria, rappresentato dal Comm. Italo Cucci, dall’Assessore alla Cultura Adele Pineda,
La soddisfazione per la qualità dell’evento e la moltitudine di pubblico è stata altissima per il Presidente Anna Rita Gabriele che ci spiega “Questo tipo di manifestazioni culturali è stato sempre coltivato dal nostro Centro, anche presso i Circoli dell’isola e spesso con lo stesso Professor Cattani.
“Ma vedere il Castello così gremito è stato motivo anche di emozione. Così i miei ringraziamenti rinnovati per lo studioso, per quanti sono intervenuti e per il Comune per aver concesso l’uso dell’imponente dimora medievale.”
Ci racconta tutto sulla conferenza, Giovanni Bonomo, del direttivo del CCVG e regista di molte iniziative. Egli ha elogiato l’incredibile lavoro svolto dal Cattani, docente di Preistoria e Protostoria presso l’Università deli studi di Bologna.
Quando è arrivato il professor Cattani a Pantelleria? “Ben 29 anni fa. Noi eravamo della Lega Ambiente. L’ho preso con l’ape (il veicolo a tre ruote) e mi ha portato a Mursia. Però lì c’era anche Sebastiano Tusa. Questi aveva 37 anni, io 27: eravamo giovani.
Consideri che all’epoca dei 40 circoli di tutta la Sicilia, solo Pantelleria e Partinico avevano inviato una missiva illustrativa del patrimonio culturale locale.
“Noi, come lega ambiente, pulivamo le scogliere. Allora lui dice ‘ma senta, anziché pulire le scogliere, andiamo a cercare i Sesi?’ E abbiamo cominciato a cercare i Sesi, questo nel 94.
“Poi nel 95 è venuto il professore Tosi Maurizio, che era docente di Cattani, era un uomo incredibile: per esempio girava la Siberia con gli aerei per vedere le città fossilizzate. Questi mi dice ‘Se voi mi date un laboratorio, io porto dieci professori e cinquanta studenti.
“E così è cominciata la ricerca
“Ieri, per esempio, il professore Cattani ha fatto vedere questa città monumentale che abbiamo noi, e che ce l’abbiamo solo noi, una città così, in che condizioni. Ma lei sa che la politica e la burocrazia spesso non aiutano la cultura, ma ora finalmente questa è l’amministrazione la prima che ha speso i soldi per l’acropoli, per musealizzare, per sistemare una parte.
Ma bisogna investire anche ai Sesi e sul Castello”.
Comunque quello dell’acropoli è un importante segnale, anche per chi viene dopo, gli si ricorda, giusto? “Tutte le amministrazioni, anche quelle che verranno dopo, come dice lei giustamente, ogni anno anche il Castello, dove eravamo ospiti ieri con la conferenza, deve essere valorizzato, mantenuto in sicurezza, impiegati giovani per l’accoglienza dei visitatori, etc. Noi dobbiamo attrezzarci e rendere produttivo il patrimonio che abbiamo.
Il villaggio sesiota: cultura e sue contaminazioni.
Le visite turistiche dei faraoni d’Egitto
Ma tornando alla conferenza… “Il Prof. Cattani è una persona di grande disponibilità, sensibile e alla mano. Sono anni che scava a anni scava, lui è molto disponibile. Ha compiuto una spiegazione filologica molto chiara della cittadella sesiota sostenendo ‘è una città che ce l’avete solo voi nel mondo. Con delle mura, questo muro grande c’è sulla Pantelleria. Le abitazioni dove vivevano i sesioti. In esse abbiamo trovato le piastre di cottura, gli alari con il vasellame. E’ stato ricostruito cosa mangiavano all’età del Bronzo a Pantelleria. Lui infatti ci ha precisato, che questi mangiano sempre benissimo e molta caqrne: maiali o caprini, mucche, pesce. Era una società molto democratica: le case sono tutte uguali, fra ricchi e poveri c’è una differenza irrisoria, diciamo.
“Poi ha fatto vedere delle lance, una forma di fusione di una lancia dei faraoni. I faraoni abitualmente venivano gli egiziani qui.
“Ma anche asce della Bretagna, della Cornovaglia inglese. Quindi qua si incontravano queste persone.
“C’è un professore che si chiama Steve Van Matre e dice che Pantelleria è un’isola dove i continenti collidono, ma collidono anche le culture. I panteschi, per esempio, in una stanza abbiamo trovato 30 forme di fusione di asce. In tutta Sicilia ne hanno trovato 5. In un’altra stanza abbiamo trovato il 600% in più di forme di fusione trovate nell’intera Sicilia. Ma sono state trovate anche collane della penisola arabica.
“Questo significa che Quindi queste persone arrivavano qua viaggiando e poi si stabilizzavano.
“E poi stabilendosi qua con gli altri entravano in relazione. Quindi si costruì una comunità, diciamo. “
Ma ecco per esempio queste armi, queste collane e monili dove sono state rinvenute? Dentro il villaggio sesiota a Mursia, scavando. scavando nelle varie capanne si sono trovati reperti unici nel Mediterraneo, da queste parti, come bracciali in avorio bracciali in avorio, collane decorate in vetro color cobalto, con filamenti color oro.
Mi scusi, ma vogliamo ricordare o informare dove si trovano tutte queste preziosità culturali, storiche, sociali? “C’era una comunità di quattrocento anime attrezzate. Quando tu arrivavi, eri un viaggiatore, ti rifocillavano, poi dovevi dare qualche cosa, dovevi pagare per questo servizio. Ecco com’è iniziata la varietà del tesoretto degli antichi panteschi sesioti. Tutta questa roba bellissima sta nei magazzini, diciamo… perché non abbiamo un museo. Anzi lo avremmo ma nel 2004, poi per lavori di ampliamento l’hanno chiuso da ventun anni e mai più riaperto.
“Il museo del 2004 era dotato di cartine, reperti, abbiamo tanti reperti.
“Ora, una piccola parte è stata esposta al Museo Vulcanologico, vasellame, asce.
“Però, una gran parte, siamo costretti a tenerle nei magazzini, ma noi queste cose le dobbiamo mettere a regime, diciamo.
Certo, certo. Beh, abbiamo un patrimonio pazzesco e che non viene utilizzato e messo a disposizione dell’umanità? “Esatto, purtroppo! ma almeno adesso l’amministrazione ha messo dei soldi finalmente all’Acropoli. E’ un buon primo passo.
“Ci ha fatto molto piacere l’intervento dell’assessore Pineda, prima non venivano mai.
“E c’era pure Italo Cucci del Parco.
“C’era anche il club alpino, l’Associazione Aeronautica Militare. Insomma segnali di partecipazione e condivisione degli intenti da più direzioni”.
Sicuramente il Centro Giamporcaro organizzerà altri eventi simili che consentono la conoscenza e l’avvicinamento ad una storia e a preistoria incredibili di un isola ricca come uno scrigno di bellezza, cultura inesauribili.
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