Ambiente
Le api forniscono un’istantanea della salute della città
Le api mellifere urbane potrebbero essere utilizzate per conoscere il microbioma delle città in cui si nutrono, fornendo informazioni sulla salute dell’alveare e dell’uomo
di Aldea Bellantonio da Meteoweb.eu
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Microbiome, le api mellifere urbane potrebbero essere utilizzate per conoscere il microbioma delle città in cui si nutrono, fornendo informazioni sulla salute dell’alveare e dell’uomo. Le città sono costruite per essere abitate dall’uomo, ma sono anche spazi che ospitano un’ampia gamma di specie viventi e la comprensione di questo paesaggio diversificato è importante per la pianificazione urbana e la salute umana. Tuttavia, campionare il paesaggio microbico in modo da coprire ampie aree di una città può richiedere molto lavoro.
I ricercatori hanno studiato il potenziale delle api mellifere (Apis Mellifera) per contribuire alla raccolta di campioni di microrganismi nelle città, dato che le api mellifere sono note per la loro attività quotidiana di foraggiamento fino a un miglio di distanza dai loro alveari in ambienti urbani. Nell’ambito di uno studio pilota, hanno campionato vari materiali da tre alveari di New York e hanno trovato diverse informazioni genetiche, anche da batteri ambientali, nei detriti accumulati sul fondo degli alveari.
Le ricerche sulle api
Campioni successivi di detriti di alveari a Sydney e Melbourne (Australia), Venezia (Italia) e Tokyo (Giappone) suggeriscono che ogni luogo ha una firma genetica unica vista dalle api da miele. A Venezia, i dati genetici erano dominati da funghi legati al marciume del legno e dal DNA della palma da dattero. A Melbourne, il campione era dominato dal DNA dell’Eucalipto, mentre il campione di Sydney mostrava poco DNA vegetale ma conteneva dati genetici di una specie batterica che degrada la gomma (Gordonia polyisoprenivorans). I campioni di Tokyo includevano DNA vegetale di Lotus e di soia selvatica, nonché del lievito Zygosaccharomyces rouxii che fermenta la salsa di soia.
Inoltre, gli autori hanno raccolto materiale genetico dai detriti dell’alveare per la Rickettsia felis (“febbre da graffio di gatto”), un agente patogeno che si diffonde all’uomo attraverso i graffi dei gatti. Questi risultati indicano il potenziale di questo metodo di sorveglianza, ma al momento sono troppo preliminari per suggerire che si tratti di un metodo efficace per monitorare le malattie umane.
Detriti dell’alveare
I detriti dell’alveare contenevano anche microrganismi legati alle api, probabilmente provenienti da parti di api presenti nei detriti. Sulla base di 33 campioni prelevati dagli alveari nelle quattro città successive, gli autori hanno trovato microrganismi noti delle api, la cui presenza indica un alveare sano, e in alcuni alveari sono stati rilevati agenti patogeni delle api, come Paenibacillus larvae, Melissococcus plutonius o il parassita Varroa destructor.
Gli autori sostengono che questi risultati indicano che i detriti possono essere utilizzati anche per valutare la salute generale degli alveari. Gli autori concludono che i detriti degli alveari raccolti dalle api mellifere forniscono un’istantanea del paesaggio microbico degli ambienti urbani e potrebbero essere utilizzati insieme ad altre misure per valutare la diversità microbica e la salute delle città e delle api mellifere a loro volta.
Ambiente
Pantelleria, derattizzazione del capoluogo
Il giorno martedì 9 dicembre 2025 verrà effettuato un intervento di derattizzazione nelle ore diurne di tutto il centro urbano di Pantelleria.
Per informazioni CONTATTARE IL NR. CELL. 3891120697.
Ambiente
Conto Termico 3.0, da Natale 2025 il nuovo bonus per l’efficienza energetica degli edifici
Con il debutto del Conto Termico 3.0, atteso per le festività di Natale 2025, il sistema degli incentivi per l’efficienza energetica degli edifici cambia volto. Il nuovo meccanismo, gestito dal Gestore dei Servizi Energetici, promette rimborsi e procedure più snelle rispetto ai bonus fiscali tradizionali, per spingere famiglie, imprese e Pubbliche Amministrazioni a investire in riqualificazione e fonti rinnovabili.
Un nuovo “bonus di Natale” per l’efficienza energetica
Un vero e proprio “bonus di Natale” per la transizione energetica: così è stato definito il Conto Termico 3.0, che entrerà in vigore il 25 dicembre 2025, a novanta giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento rappresenta un’evoluzione del precedente Conto Termico e punta a rendere più stabile il sostegno agli interventi di efficienza energetica rispetto ai bonus legati alle detrazioni in dichiarazione dei redditi.
La dotazione finanziaria complessiva arriva a 900 milioni di euro l’anno, ripartiti tra soggetti privati e Pubbliche Amministrazioni, con un limite di 500 milioni per i primi e 400 milioni per le seconde, comprensivi delle diagnosi energetiche. La misura del beneficio potrà variare, in base alle tipologie di intervento e ai tetti di spesa, tra il 40% e il 65% dei costi ammessi, con la possibilità di coperture fino al 100% per alcune categorie assimilate alle PA, come gli enti del Terzo settore privi di attività economica, in un contesto segnato dall’aumento del costo dell’energia elettrica.
A differenza di molti incentivi fiscali, il contributo sarà erogato direttamente dal GSE, senza passare da complesse compensazioni d’imposta. Per importi fino a 15 mila euro il rimborso potrà favorire concretamente chi vuole risparmiare in bolletta, arrivando in un’unica soluzione, mentre per spese più elevate la somma sarà distribuita in un massimo di cinque rate annuali. Un cambiamento che punta a offrire maggiore certezza sui tempi e a superare le criticità emerse con i precedenti bonus legati alla capienza fiscale dei contribuenti.
Chi può accedere e quali interventi sono coperti
Il perimetro dei soggetti ammessi al Conto Termico 3.0 è molto ampio. Possono accedere al contributo le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, i soggetti privati per interventi su immobili residenziali e non residenziali, le imprese, gli enti del Terzo settore e le realtà coinvolte in configurazioni di autoconsumo collettivo. Per gli ETS senza attività economica il legislatore ha previsto un trattamento assimilato a quello delle PA, con maggiori margini di copertura e la possibilità di prenotare gli incentivi in funzione dei progetti programmati.
Sul fronte degli interventi, il nuovo schema conferma e amplia il campo di applicazione. Sono finanziabili i lavori volti all’incremento dell’efficienza energetica degli edifici e quelli per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, in particolare sugli immobili non residenziali. Rientrano, ad esempio, l’isolamento tramite cappotti termici, la sostituzione di serramenti e infissi obsoleti, l’installazione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza e le diagnosi energetiche necessarie a impostare piani di riqualificazione coerenti con i costi energetici attuali.
Per i privati restano centrali gli interventi sugli impianti di climatizzazione. Il Conto Termico 3.0 agevola la sostituzione di caldaie e vecchi generatori con pompe di calore e sistemi ibridi, così come l’installazione di collettori solari termici e scaldacqua a pompa di calore. Per imprese e PA la platea degli interventi si estende anche agli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, in sinergia con le offerte dei principali fornitori di energia elettrica.
Procedure GSE, controlli e tempi di avvio
La gestione operativa del Conto Termico 3.0 resta affidata al Gestore dei Servizi Energetici, che dovrà aggiornare le regole applicative e il portale informatico in coerenza con il nuovo decreto. L’accesso avverrà tramite richiesta presentata dal beneficiario oppure tramite tecnici, progettisti o rivenditori abilitati. A valle dell’istruttoria, il GSE riconoscerà il contributo entro i limiti di spesa previsti, avvalendosi anche di procedure semplificate per gli impianti di minori dimensioni e per alcune tipologie di intervento standardizzate.
Un tassello centrale del nuovo meccanismo è il catalogo dei prodotti prequalificati, che include apparecchiature e sistemi già verificati rispetto ai requisiti tecnici imposti dalla normativa. Per chi sceglie soluzioni inserite in questo elenco l’iter viene velocizzato, con controlli documentali ridotti e un esame più rapido delle pratiche. È previsto inoltre un sistema di monitoraggio dei costi, con la possibilità per il GSE di adeguare periodicamente i massimali di spesa all’andamento dei prezzi rilevati dall’Istat, così da mantenere effettiva la capacità incentivante del provvedimento.
Nonostante la cornice normativa sia stata definita, restano da chiarire entro sessanta giorni dall’entrata in vigore vari aspetti operativi, dalle modalità di invio delle istanze ai criteri di accesso. Questa fase di assestamento potrebbe comportare qualche ritardo iniziale, ma l’esecutivo punta a trasformare il Conto Termico 3.0 in uno strumento stabile di politica energetica, in grado di sostenere nel medio periodo la riduzione delle emissioni e il rafforzamento delle fonti rinnovabili nel patrimonio immobiliare italiano.
Ambiente
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