Economia
Le 15 priorità infrastrutturali della Sicilia e i conti del Ponte
Sicilia: 15 priorità infrastrutturali per le imprese, che chiedono una
rete logistica e di trasporto dopo il -8 miliardi di export nel 2023.
Impatto del cantiere del Ponte sullo Stretto: 13 miliardi di spesa per
un contributo complessivo al Pil nazionale di 23 miliardi. Lombardia,
Lazio, Sicilia, Emilia e Veneto le regioni più avvantaggiate dal
cantiere, stimolerà in tutto il Paese molti settori. Dialogo con Ciucci
per creare filiere nell’Isola.
SdM, il direttore tecnico: in estate via ai cantieri delle opere
propedeutiche, negli 8 anni modifiche se arriveranno nuove tecnologie,
massima attenzione all’ambiente.
Anas: in corso piano da 17 miliardi. Rfi: si progetta la
Palermo-Messina.
Palermo, 20 marzo 2024 – Quindici infrastrutture prioritarie mancano
all’appello per fare finalmente della Sicilia l’hub commerciale del
Mediterraneo verso il Nord Europa. Le tensioni nello stretto di Bab
al-Mandab e il crollo del 65% dei transiti navali dal Canale di Suez
hanno spinto il 35% di armatori che ancora utilizzano la rotta del Mar
Rosso ad accorciare la navigazione, raddoppiando i servizi di linea e
attraccando nei porti di Vado Ligure e di Gioia Tauro piuttosto che a
Rotterdam per compensare l’aumento dei costi. Scali che sono già
prossimi all’overbooking: la Sicilia avrebbe l’opportunità di assorbire
parte dei flussi, ma l’assenza di porti di transhipment e di
collegamenti con una rete veloce la allontanano.
Dunque, diventa ancora più urgente la richiesta alle istituzioni
avanzata dalle imprese siciliane tramite le Camere di commercio, di
realizzare al più presto le 15 infrastrutture che hanno indicato come
prioritarie, di cui ben 8 indifferibili, nell’indagine condotta da
Unioncamere Sicilia in collaborazione con Uniontrasporti e nei tavoli
tecnici di confronto realizzati in tutti i territori dell’Isola. Il
“Progetto infrastrutture”, finanziato dal Fondo di perequazione
2021-2022 di Unioncamere nazionale, è sfociato nell’aggiornamento del
Libro bianco, presentato oggi da Unioncamere Sicilia.
Come ha spiegato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti,
l’elenco delle 15 opere prioritarie comprende le prime otto
indifferibili (l’alta velocità Palermo-Catania, l’ammodernamento a
quattro corsie della Palermo-Agrigento, la ferrovia Messina-Catania, il
completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina, la
Ragusa-Catania, la velocizzazione della ferrovia Catania-Siracusa, la
pedemontana di Palermo col collegamento al porto e il Ponte sullo
Stretto di Messina) e le altre sette opere prioritarie (l’intervalliva
Tirrenico-Jonica, il completamento della Siracusa-Gela, la tangenziale
di Agrigento, il collegamento del porto di Augusta, l’interporto di
Termini Imerese, il collegamento dell’aeroporto di Trapani Birgi e il
terminal cargo a Comiso).
Il “Progetto infrastrutture” vuole proprio rispondere alle esigenze
espresse dalle imprese, oggi costrette per l’85% a scegliere il
trasporto su strada. Una condizione negativa di partenza che, aggiunta
agli altri fattori di tardato sviluppo che riducono la competitività dei
prodotti, ha comportato nel 2023 un crollo delle esportazioni pari a 8
miliardi di euro (-19,3%).
“Il Libro bianco – ha spiegato Pino Pace, presidente di Unioncamere
Sicilia – si può dire che sia stato scritto dalle imprese che soffrono
quotidianamente le conseguenze di una lotta impari; indica come mettere
le catene produttive e gli operatori del trasporto nella condizione di
disporre di una rete di nodi logistici e di strade e ferrovie veloci
concepita per il trasporto intermodale ferro-nave e ferro-aereo e per le
autostrade del mare. Infatti, l’attrattività commerciale della Sicilia –
sottolinea Pace – si gioca sulla sostenibilità, rapidità ed economicità
del trasporto: tre elementi che insieme possono rafforzare l’export
dell’Isola e la nascita di poli di investimento e di interscambio
Europa-Mediterraneo favoriti dalle opportunità della Zes unica”.
L’aggiornamento del Libro bianco, che misura l’indice di potenzialità
del territorio in base alla qualità delle infrastrutture, alla
produzione di energia green, al livello di digitalizzazione e alla
dotazione di banda ultralarga e di rete 5G, segnala alle istituzioni
responsabili anche alert medi riguardo ai possibili rischi per la
realizzazione di due opere prioritarie (la Catania-Siracusa il cui costo
nel frattempo è aumentato e la Pedemontana di Palermo che vede tempi
assai lunghi) e quattro alert più blandi relativi alla Messina-Catania,
alla Palermo-Catania, alla Ragusa-Catania e al Ponte sullo Stretto.
“Il Ponte sullo Stretto di Messina – ha evidenziato Ivo Blandina,
presidente di Uniontrasporti – assicura un sistema di collegamento
veloce tra la Sicilia e il resto del Continente europeo, non solo perché
dimezza i tempi di attraversamento fra Messina e Villa San Giovanni, ma
anche perché trascina con sé lo sviluppo dell’intera rete di trasporto
dell’Isola. A partire dal raddoppio della Palermo-Messina, eletto dalla
Commissione e dal Parlamento Ue al rango di asse ‘extended core’
nell’ambito del corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo. Il Ponte
richiamerà anche l’anello che Anas sta progettando per collegare i
territori di Trapani e Agrigento e i porti della costa Sud con l’alta
velocità e con l’asse della Sicilia orientale fino a Messina. Ciò – ha
concluso Blandina – permetterà a tutte le imprese, anche a quelle delle
aree interne, di potere ricevere e spedire merci da e per l’Europa in
tempi e con costi competitivi”.
Con l’occasione Dino Ferrarese, senior expert di Openeconomics, ha
illustrato il nuovo studio dell’impatto che avrà sull’economia dei
territori il cantiere del Ponte sullo Stretto nei suoi otto anni di
durata. Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti
dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati
stabili, per un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi si avrà un
contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese, un gettito
fiscale per lo Stato di 10 miliardi, un contributo complessivo di 22,1
miliardi ai redditi delle famiglie, 10,9 miliardi di redditi da
capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte
indirette. Quanto al Pil diretto, indiretto e indotto nelle singole
regioni, la Lombardia riceverà il maggiore contributo (5,5 miliardi),
seguita da Lazio (2,6), Sicilia (2,1), Emilia-Romagna (1,99), Veneto
(1,98) e Calabria (1,4). Ciò perché, ha spiegato Ferrarese, “nelle
regioni del Nord sono maggiormente concentrate le imprese che per
dimensioni e capacità possono garantire la fornitura di materiali,
servizi e tecnologie”. Ivo Blandina ha, quindi, dichiarato che nel
tentativo di riequilibrare la distribuzione regionale delle ricadute sul
Pil, Unioncamere Sicilia con Uniontrasporti e Confindustria Sicilia
hanno avviato un’interlocuzione con l’A.d. della Stretto di Messina,
Pietro Ciucci, al fine di individuare in Sicilia tutte le attività che
possano essere coinvolte nei cantieri e di creare localmente filiere di
dimensioni adeguate.
Valerio Mele, direttore tecnico della società Stretto di Messina, ha
assicurato che i cantieri delle opere propedeutiche al Ponte, come le
bonifiche e l’eliminazione delle interferenze, partiranno quest’estate
subito dopo l’approvazione del piano finanziario da parte del Cipess.
Inoltre, ha chiarito che, se nel corso degli otto anni di esecuzione
dovessero subentrare nuove tecnologie di costruzione o di materiali,
queste saranno prontamente adottate adeguando il progetto. Così come
massima sarà l’attenzione all’ambiente. Prova ne sia che
nell’aggiornamento del piano di incidenza ambientale rispetto al
progetto del 2011 è stata prevista la realizzazione di habitat protetti,
sono stati sostituiti il tipo di piloni sottomarini per non impattare
sui cetacei e il tipo di illuminazione della sede stradale per non
disturbare l’avifauna.
Raffaele Celia, direttore regionale Anas Sicilia, ha riferito che del
piano di investimenti da 17 miliardi in Sicilia, sono in corso
manutenzioni programmate per oltre 2 miliardi, nuove opere per 3,5
miliardi e progettazioni per 10 miliardi. I cantieri avviati riguardano
molte delle priorità del “Libro bianco”, come la Ragusa-Catania; il
primo lotto della Palermo-Agrigento che sarà definito entro la primavera
e il secondo che si sta progettando; la Nord-Sud e la
Agrigento-Caltanissetta che si stanno completando; si sono conclusi i
dibattiti pubblici sulla tangenziale di Agrigento e sulla
Castelvetrano-Sciacca. Celia ha anche annunciato che Anas è pronta ad
avviare il dibattito pubblico sul progetto della pedemontana di Palermo
e che sta concordando con la Regione il calendario degli incontri.
Da parte sua, Maurizio Infantino, direttore Investimenti di Rfi per la
Sicilia orientale, ha ricordato che tutti i cantieri della
Palermo-Catania-Messina sono stati avviati; che è in corso il progetto
di fattibilità per completare il raddoppio della Palermo-Messina fra
Castelbuono e Patti, percorso di 70 km che sarà tutto in galleria; che a
maggio andrà in gara il collegamento col porto di Augusta; e che entro
l’estate sarà pronto il progetto del collegamento della Ragusa-Vizzini
con l’aeroporto di Comiso.
Nico Torrisi, A.d. della Sac, ha ricordato in proposito che il
governatore Renato Schifani ha sposato il progetto del terminal cargo a
Comiso, che sarà finanziato con fondi Fsc. Torrisi ha anche detto di non
essere contrario alla privatizzazione delle società aeroportuali, purchè
prevedano investimenti su piani industriali di rilancio dei territori.
Luca Lupi, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale della
Sicilia occidentale, ha ribadito la centralità dei porti siciliani in
una strategia che vede il 90% delle merci transitare dal Mediterraneo, e
che i porti della Sicilia occidentale si stanno preparando agli
investimenti che saranno finanziati dal nuovo regolamento Ten-T che l’Ue
approverà ad aprile e ad utilizzare gli incentivi che sempre l’Ue
metterà a disposizione col nuovo regolamento che impone punti di
ricarica Gnl e elettrici per le navi green. Lupi ha anche ricordato gli
investimenti “Pnrr” per l’elettrificazione delle banchine e ha
enfatizzato il modello del partenariato pubblico-privato che sta
consentendo all’Authority di conseguire l’obiettivo del “cold ironing”
per ridurre le emissioni delle navi attraccate.
Il presidente della Camera di commercio Palermo Enna, Alessandro
Albanese, ha sottolineato che “quando chiediamo il Ponte sullo Stretto,
non lo facciamo per avere un’opera fine a se stessa, ma la realizzazione
del Ponte deve trainare tutte le altre infrastrutture che servono allo
sviluppo della Sicilia e del Paese”.
Infine, Gaetano Vecchio, presidente di Confindustria Sicilia, ha
elencato tutte le difficoltà strutturali che deve affrontare chi fa
impresa nell’Isola e ha auspicato una rapida realizzazione delle opere
necessarie, a partire dalle tangenziali di Palermo e Catania.
Ambiente
Ora solare 2025, stanotte si cambia. La storia nella Prima Guerra Mondiale
Le lancette andranno spostate indietro di un’ora, dalle ore 3 di notte andranno posizionate alle ore 2. Si avrà un’ora in più di luce al mattino e si dormirà un’ora in più. Nei sette mesi di ora legale che stanno per chiudersi, secondo Terna, c’è stato un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro.
Mentre è caduta nell’oblio da sette anni, come un orologio
fermo, la proposta della Commissione europea di abolire l’avvicendamento, era stata presentata
nel 2018.
Un po’ di storia
Se l’invenzione dell’ora legale risale al Settecento e porta la firma di Benjamin Franklin, in Italia
l’ora legale è stata istituita nel 1916 nel corso della Prima Guerra Mondiale proprio per un
risparmio in termini energetici fino al 1920, tornando in occasione del Secondo conflitto mondiale
tra il 1940 e il 1948. Dopo un primo passaggio nel 1965, è nel 1966 che viene introdotta
ufficialmente nel nostro Paese per i mesi compresi tra maggio e settembre. Nel 1980 un accordo
tra 14 Paesi, Italia compresa, anticipa il cambio che, da allora viene anticipato in concomitanza con
la Pasqua.
Il doppio cambio dell’ora durante l’anno, da legale a solare, potrebbe però avere delle
ricadute sull’alternanza sonno-veglia e da tempo è causa di dibattito non solo in Italia ma anche
nell’Unione europea. Al centro la difficoltà di coniugare risparmio economico e le abitudini sociali
e personali di ognuno di noi.
Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi
Cronaca
La “guerra” dell’Ora Legale in Europa: Commissione UE vuole abolizione. Domani lancette indietro
Tra risparmio energetico nullo e impatti sulla salute, la Commissione Europea dichiara l’ora legale una “assurdità”, ma la necessaria maggioranza degli Stati membri continua a mancare
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu
Il conto alla rovescia per l’abolizione del cambio stagionale dell’ora sembra essersi interrotto a metà strada, bloccato da un muro di veti incrociati nel Consiglio dell’Unione Europea. Nonostante la volontà popolare e la spinta della Commissione, l’alternanza tra ora solare e legale, nata negli anni ’70 per ragioni di risparmio energetico, continua a scandire le nostre vite 2 volte l’anno. La Commissione Europea, forte di un parere schiacciante espresso da 4,6 milioni di cittadini – un record per una consultazione pubblica UE – che si sono dichiarati a favore della fine di questa pratica, ha da tempo avanzato la proposta di abolizione. Il Parlamento Europeo ha fatto la sua parte, votando a favore nel 2019 e stabilendo il 2021 come anno limite per il cambiamento.
“Un ritmo che non conviene più”
Eppure, a diversi anni di distanza, nulla è cambiato. Il commissario UE per i Trasporti e il Turismo Sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha ribadito a Strasburgo la posizione della Commissione: lo spostamento delle lancette “non ha più alcun fine“. “L’iniziativa nacque in risposta alla crisi energetica, ma oggi non produce più alcun risparmio energetico per nessun settore, ma anzi porta complicazioni inutili“, ha dichiarato il commissario, annunciando un’ulteriore “analisi più approfondita con uno studio dettagliato” per superare l’attuale stallo.
Le motivazioni della Commissione non sono solo economiche: l’attenzione si sposta sempre più sugli impatti sulla salute e sull’umore, in particolare per bambini e anziani, che “patiscono le conseguenze maggiori” di questo “mini-jet lag” semestrale. Recenti studi, infatti, suggeriscono un impatto negativo sui ritmi circadiani, che in alcuni Paesi del Sud Europa vengono mitigati dalla scelta di rimanere con l’ora legale permanente.
Il blocco degli Stati Membri
Nonostante il chiaro segnale dei cittadini, con Tzitzikostas che sottolinea come “i cittadini europei vogliono la fine di questa assurdità“, il processo decisionale si è incagliato. “Gli Stati membri al Consiglio non hanno ancora raggiunto una posizione univoca” ha concluso il commissario.
Il nodo cruciale risiede nel Consiglio, dove per definire una posizione è necessaria una maggioranza qualificata di Stati membri, consenso che al momento non esiste. L’assenza di tale maggioranza stoppa l’iter legislativo, nonostante la Spagna abbia recentemente riaperto la discussione a livello europeo, con il premier Pedro Sanchez, secondo cui il cambio d’ora “francamente non ha senso“.
In sostanza, per adottare la legislazione che porrebbe fine ai cambi stagionali è necessario l’accordo sia del Parlamento Europeo che del Consiglio. Fino a quando gli Stati membri non troveranno un terreno comune, la “battaglia” per un orario stabile è destinata a rimanere sospesa. L’orologio biologico e quello dell’economia europea continueranno a disallinearsi 2 volte l’anno, in attesa di una decisione che l’Europa, per ora, non riesce a prendere.
Economia
Pantelleria tra 85 comuni con bus gratis per under 20
In provincia di Trapani: Pantelleria, Partanna, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Marsala, Favignana
L’ultima finanziaria regionale ha fissato in 85 i comuni siciliani che beneficeranno dell’intervento, grazie ad un fondo da due milioni di euro per coprire le spese del trasporto pubblico urbano dei giovani di età inferiore ai vent’anni.
L’intervento è riservato ai residenti nei comuni dotati di servizio di trasporto urbano e appartenenti a famiglie con un Isee non superiore a 25.000 euro.
Saranno gli enti poi ad avviare i bandi comunali e ad assegnare il bonus in base alla cronologia delle domande presentate.
I contributi più consistenti per il bonus trasporti ai giovani sono andati alle tre Città metropolitane di Palermo (110.757 euro), Catania (67.846) e Messina (60.920). In provincia di Trapani, 33.432, così distribuiti: Pantelleria 13.050 euro; Partanna 13.167; Castellammare del Golfo 20.199; Castelvetrano 34.092; Marsala 45.864; Favignana: 6.099.
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