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In libreria: Edoardo Marengo, “La pragmatica musicale nella liturgia dopo il Concilio Vaticano II. Cum musica fit sacra”

Redazione

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In libreria: Edoardo Marengo, “La pragmatica musicale nella liturgia dopo il Concilio Vaticano II. Cum musica fit sacra”, prefazione di Roberto Tagliaferri, Edizioni progetto Accademia

 

Molto probabilmente, la presenza della musica nella liturgia potrebbe sembrare ai non addetti ai lavori quasi un fatto scontato tanto da non richiedere approfondimenti o momenti di riflessione. Invece, la questione della musica per la liturgia è una di quelle più dibattute di tutti i tempi. Le problematicità sono molteplici e le riflessioni esposte dai vari pensatori che si sono occupati di questo tema non sempre aiutano a mettere ordine, anzi tal-volta possono aumentare le perplessità.

L’autore, nel suo lavoro, passa in rassegna le varie teorie esposte nel corso del tempo da studiosi di grande rilievo cercando in tal modo di aiutare a comprendere come la presenza della musica nella liturgia non sia qualcosa di scontato o, come alcuni pensano, un di più rispetto alla liturgia stessa, ma ne è parte integrante, mezzo attraverso il quale l’assemblea dei fedeli partecipa al rito sacro in modo sacramentale. Cantare e suonare strumenti non è un fatto meccanico, ma è esso stesso incontro con Dio.

Quale musica? Quali difficoltà si incontrano nel quotidiano? Cosa può essere definito sacro e cosa no? Bisogna dare delle linee guida o si rischia in questo modo di cadere in una fissità che non permette di adeguarsi alle esigenze dei partecipanti ai riti sacri? Gli interrogativi sono molteplici. Edoardo Marengo, in modo puntuale e preciso, ci espone passo dopo passo le tesi più importanti riguardo questo complesso argomento, ma anche le questioni pratiche che affrontano coloro che in una diocesi si occupano in prima persona della musica nella liturgia.

 

EDOARDO MARENGO, nasce ad Alba e, dopo la maturità classica presso il liceo classico “G. Govone” di Alba (Cn), ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso lo STI di Fossano (Cn) e la Licenza in Teologia con specializzazione Liturgico Pastorale presso l’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia benedettina “Santa Giustina” di Padova, incorporato al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma. Ha svolto i suoi studi musicali presso l’Istituto Diocesano di Musica Sacra di Alba, approfondendo successivamente la metodologia dell’educazione musicale e la direzione corale. È docente di religione nella scuola secondaria di secondo grado. È diacono, direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Alba, dove da anni svolge il suo impegno pastorale nel campo musicale e teologico liturgico. È sposato con Serena e papà del piccolo Gioele.

Davide Romano

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Pantelleria, accorpate in una sola classe studenti di licei differenti. E’ protesta

Giada Zona

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L’intervista al Vicesindaco Adele Pineda

La notizia ha scosso i genitori che vedrebbero unire gli studenti iscritti all’indirizzo di Scienze Umane e quelli iscritti al Liceo Scientifico in una sola sezione da 28 alunni.

Dal che si è scaturita una protesta per il venir meno il diritto alla libera scelta del percorso scolastico, come previsto dall’articolo 34 della Costituzione e il D.Lgs. 297/1994, che sancisce il diritto a un’istruzione conforme alle inclinazioni personali e che non dovrebbe essere subordinato a logiche numeriche o a criteri di ottimizzazione.

Viene inoltre evidenziato che una classe affollata, con 28 studenti di cui tre con disabilità, viene considerata incompatibile con una didattica efficace, non rispettando anche i diritti degli studenti con disabilità.
Sul punto, la nota del Ministero della Pubblica Istruzione N. 25088/2023 e al D.P.R. 81/2009 afferma che le classi in presenza di disabilità devono essere formate al massimo da 20 alunni.
Per questo abbiamo chiesto al Vicesindaco Adele Pineda, con delega alla Cultura e ai Beni Archeologici, Storici e Monumentali, come siamo arrivati a questa situazione e che cosa possiamo aspettarci per i nostri studenti di Pantelleria.

Che cosa è successo? “La notizia è vera purtroppo. La scuola per quest’anno scolastico aveva chiesto per quest’anno l’istituzione di tre prime, due al liceo (scienze umane e scientifico) e una al tecnico, considerando le preferenze espresse dai genitori durante l’iscrizione. Quando è stato determinato l’organico di diritto, l’ufficio di Trapani ha accorpato invece tutti gli alunni in un’unica classe.

“La scuola ha chiesto di procedere allo sdoppiamento anche perché, nel frattempo, gli alunni che prima erano 25 poi diventati 28, dunque il numero era aumentato, ma purtroppo l’ufficio di Trapani ha risposto negativamente. Un accaduto che non ha considerato diverse questioni, soprattutto la presenza di tre studenti con disabilità che è incompatibile con una classe formata da tantissimi alunni. Inoltre l’iscrizione in un’unica classe non ha tenuto conto delle aspirazioni, dei talenti e delle richieste degli studenti e delle famiglie, obbligandoli ad un percorso che non è quello che hanno richiesto.”

Lei cosa ne pensa? “Personalmente ritengo che il diritto di scelta non possa e non debba essere messo in discussione. Ora si sta impedendo a molti studenti di frequentare la classe scelta e non vengono rispettati i diritti di studenti con disabilità. Le istituzioni devono essere più sensibili verso studenti che provengono da Pantelleria perché non dimentichiamo che gli studenti panteschi non hanno possibilità di iscriversi ad un istituto più vicino o spostarsi e ciò dovrebbe far riflettere ancora di più.”

“Sono fiduciosa, auspico che alla fine sarà trovata una soluzione per i nostri studenti.” 

Giada Zona

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Cronaca

Da Gaza a Lampedusa in moto d’acqua in 3: 12 ore di navigazione

Direttore

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La sconcertante e toccante storia di un papà di Gaza nel servizio di “Lampedusa in 2 minuti”

Tre giovani uomini da Gaza si sono diretti verso Lampedusa, a bordo di una moto d’acqua.

Un’impresa epocale: 300 km di Mediterraneo.
Poi intercettati a 20km da Lampedusa, vengono recuperati da una motovedetta Frontex che li fa sbarcare a Molo Favarolo.

I dettagli nel servizio di “Lampedusa in 2 minuti”, in una narrazione toccante e sconcertante

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Cultura

“Antiche voci di Pantelleria” il successo di una donna, di una lingua tra memoria e identità

Direttore

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Presentazione del libro di Angelina Rodo “Antiche voci di Pantelleria” tra curiosità, stupore e meraviglia

Nello spiegare il sottotitolo si manifesta già tutta l’essenza del piacevolissimo pomeriggio che si è tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Pantelleria, lo scorso 29 agosto, in occasione della presentazione del libro di una straordinaria Angelina Rodo.

Una sala gremita ha accolto con grande interesse tutti gli interventi di una elegante, garbata ma al contempo energica insegnante di altri tempi, ma di grande attualità, che ha porto l’accento sull’importanza del dialetto, come identità di un popolo, sulla veracità di una cultura attraverso la lingua che si parla.
Tra i presenti, le istituzioni: Sindaco Fabrizio D’Ancona, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppa Spata, e l’Assessore Massimo Bonì, che hanno fatto gli onori di casa.

Con la complicità del moderatore Aurelio Mustacciuoli, il pomeriggio ha preso una piega oltre modo interessante e accattivante, anche per il pubblico dei giovani presenti e richiamati dall’argomento.

Nel libro, la sagace autrice, ha riportato non solo termini, specialmente quelli più desueti, ma anche espressioni, modi di dire. Sollecitando il pubblico, ha aperto un sipario molto simpatico e leggero, in cui i presenti si sono lanciati in quei motti ricordando i nonni trasmettitori di verità, proverbi e vita.

Manifestando la sua grande preparazione e la profondità delle ricerche compiute, le interviste per quest’opera, la Rodo, con il suo fare da nobildonna, ha messo in evidenza  le influenze linguistiche che fanno parte del nostro dialetto: fenici, arabi, normanni, francesi, spagnoli, ciascuno di questi popoli ha tracciato solchi determinanti per la formazione del “pantesco”,

Con riconoscenza verso l’autore, si è concluso l’evento citando Ignazio Buttitta: “Un populu. quannu ci arrubbanu a lingua. è persu pi sempri”.

L’importanza del dialetto è, come dicevamo, altissima e trasmetterlo ai giovani è un dovere affinchè mantengano l’identità del proprio sangue e delle origini e il libro “Antiche voci di Pantelleria” è tutto da leggere e rileggere e incorporare nella testa di ciascun pantesco.

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