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Cultura

In edicola Tex mensile n. 771 “Il rinnegato di Fort Station”: il marcio della rispettabilità

Redazione

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È uscito il 7 gennaio nelle edicole delle nostre città il Tex mensile n. 771 dal titolo “Il rinnegato di
Fort Stanton”, edito dalla Sergio Bonelli Editore con soggetto e sceneggiatura di Claudio Nizzi,
disegni di Giovanni Bruzzo e copertina di Claudio Villa.
L’albo si compone di 114 pagine e costituisce la prosecuzione di una vicenda sviluppatasi nel Tex n.
770 “Il soldato fuggiasco”.
La storia di Nizzi è molto avvincente e carica dei sentimenti “puri”, tipici del West texiano: buoni e
cattivi esprimono totalmente e senza incrinature le loro qualità e sono presenti in entrambi gli
schieramenti della frontiera; pellerossa malvagi e beoni cavalcano sotto lo sguardo di riprovazione
degli indiani “sani”; giacche azzurre corrotte e perfide tramano alle spalle dei loro commilitoni
onesti.
I “nostri” vincono a suon di sganassoni; ma anche attraverso l’astuzia: i pards non mancano mai di
elaborare un piano efficace per inchiodare alle sue colpe il pezzo grosso marcio di turno e
scagionare gli innocenti.
Qualcuno potrebbe obiettare che alcuni “topoi”, come la diserzione o l’immoralità delle alte sfere
militari, siano ricorrenti nel genere western e in un certo senso logori perché abusati; nel caso in
questione, dialoghi, scansione ritmica e narrazione dei fatti non mancano di efficacia e sortiscono il
loro effetto. Le scene di azione sono ben realizzate, a nostro parere; alcune “inquadrature” risultano
davvero epiche, come il balzo da un’altura impervia a strapiombo su un fiume, da parte dei nostri
rangers, finalizzata a seminare gli spietati inseguitori. Suggestive le scene notturne con un
chiaroscuro veramente ben dosato e d’effetto. La conclusione in happy end, per quanto consolatoria,
induce comunque a riflettere su quanta violenza possa riversarsi sulle persone comuni
semplicemente per l’avidità di pochi.
In copertina, Tex in sella al suo fedele destriero viene colto nel momento del suo “folle volo” verso
il fiume, mentre precipita inseguito dai suoi nemici. Lo sfondo sanguigno del cielo si contrappone al
grigio delle rocce e tutto l’insieme esprime grande dinamismo e plasticità.


Romano Pesavento

Cultura

2 giugno festa della repubblica 2025: il Presidente Mattarella ricorda il voto del 2 giugno 1946

Redazione

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La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana avvenne il 2 giugno 1947, mentre nel 1948 si ebbe la prima parata militare in via dei Fori Imperiali a Roma; il 2 giugno fu definitivamente dichiarato festa nazionale nel 1949.

Il presidente Sergio Mattarella ricorda il referendum del 2 giugno 1946, la nascita della Repubblica italiana e l’importanza della Costituzione, sottolineando il ruolo chiave dei prefetti per sicurezza e coesione sociale. Il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la festa del 2 giugno richiama un momento chiave della storia italiana: il referendum che sancì l’inizio della Repubblica italiana, con la partecipazione delle donne al voto. Quel passaggio ha segnato una svolta fondamentale nella costruzione democratica e sociale del Paese, gettando le basi della Costituzione che guida ancora oggi la convivenza civile.

Nel 2025, Mattarella sottolinea l’importanza di continuare a tradurre quei principi in azioni concrete, a partire dalle funzioni svolte dai prefetti, figura centrale per l’ordine pubblico e la coesione nel territorio.

Il referendum del 2 giugno 1946 e la nascita della repubblica italiana
Il 2 giugno 1946 rappresenta una data storica per l’Italia: per la prima volta le donne poterono votare in modo libero e diretto, scegliendo tra monarchia e repubblica. Questo referendum, seguito dagli elettori italiani dopo la Seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo, trasformò profondamente il destino del Paese. L
’esito segnò la nascita della Repubblica, che si fonda su libertà, democrazia e solidarietà.

Un voto di libertà e rinascita
Quel voto fu il coronamento di anni di lotta per la liberazione dall’occupazione nazifascista. La scelta popolare non solo scelse la forma di governo, ma dette l’impulso per la redazione di una Costituzione che mira a tutelare la dignità umana, la centralità del lavoro e il confronto tra diverse culture e idee politiche. Nel messaggio ufficiale Mattarella ricorda che quello fu un patto tra istituzioni e cittadini per costruire una società più giusta e per rilanciare il Paese dal punto di vista sociale ed economico. Ancora oggi, a ottant’anni da quei fatti, il ricordo di quella data serve a ribadire l’importanza di quei valori e l’impegno permanente necessario per mantenerli vivi. Il presidente parla di una eredità di unità e pluralismo, che ha consentito di avviare la ricostruzione dopo la guerra e di affrontare sfide nel tempo, attraverso il rispetto delle regole e il confronto civile.

Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi

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Cultura

A Pantelleria primo ospedale Aeronautica Militare americana. Benemeriti della Sanità al tempo della Resa / 1

Orazio Ferrara

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Al momento del fatidico sbarco dell’11 giugno 1943 nell’isola da parte del corpo d’invasione alleato, al commando del maggiore generale inglese Walter Edmond Clutterbuck, un’unità sanitaria britannica sbarcò al seguito del 1° Battaglione del The Duke of Wellington’s Regiment.

Nello stesso giorno sbarcava da un mezzo anfibio, il landing craft n° 242, il personale, i mezzi e il materiale medico della 34th Station Hospital americana. Quest’ultima nella sua interezza era imbarcata sul landing 242, alla stessa peraltro completamente riservato.

Pantelleria la 34th Station Hospital 

La 34th Station Hospital era un’emanazione della 12a Forza Aerea americana (12th Air Force) ed ebbe il privilegio di essere il primo ospedale dell’Aeronautica Militare americana (USAAF) in terra d’Europa. Dipendeva direttamente dal brigadiere generale statunitense Auby Casey Strickland, in quei giorni governatore con pieni poteri sull’isola. Era stato il comandante in capo degli Alleati, generale Dwight D. Eisenhower, a volere fermamente tale stazione sanitaria in quanto considerava Pantelleria, una volta conquistata, decisamente strategica per la successiva invasione della Sicilia, in cui l’impiego in massa della forza aerea anglo- americana era considerato determinante per la conquista.
Pantelleria, posta tra la Sicilia e la Tunisia, avrebbe abbreviato di molto il percorso di ritorno per eventuali personale ferito degli equipaggi dei velivoli. Inoltre quest’ultimi, eventualmente danneggiati e quindi abbisognevoli di riparazioni, avrebbero trovato un’attrezzata officina nel campo di Margana, rimesso in pochi giorni in completa efficienza.

I giorni successivi alla resa

Nei giorni immediatamente successivi la Resa, mentre l’unità sanitaria inglese si reimbarcava col grosso delle truppe d’invasione alla volta della Tunisia, la 34th Station Hospital s’installava in pianta stabile nell’isola, tanto da essere in piena funzionalità e operatività già a far data dal 18 giugno. La capacità di ricezione di questa stazione era di tutto rispetto, potendo disporre di ben 250 posti letto, però ad esclusivo uso dei militari alleati in quanto essenziale supporto logistico alla già programmata invasione della Sicilia.

In quegli stessi giorni gli americani procedettero, con incredibile alacrità e determinazione, degni di miglior causa, al sistematico smantellamento di tutti i presidi sanitari militari italiani nell’isola, a cominciare da quello attrezzatissimo della Regia Marina per finire agli ospedali da campo del Regio Esercito. Si poteva, come fatto peraltro per altri militari italiani nell’isola, soprassedere all’avvio indiscriminato di tutti i medici italiani, quali POW (Prisoner Of War), nei duri campi di prigionia in Tunisia e trattenerne benissimo una parte per le esigenze della popolazione civile.
Ma l’ottusa

burocrazia militare (anche quella degli Alleati non scherzava affatto!) ritenne la cosa non praticabile, probabilmente per motivi di sicurezza, ritrovandosi Pantelleria immediata retrovia nell’apertura del prossimo fronte siciliano, i cui sviluppi si profilavano ancora del tutto incerti e perigliosi.

A Khamma il 139° Ospedale Militare

Dunque praticamente si lasciò, con colpevole incoscienza e leggerezza, tutti i panteschi senza alcun presidio medico, considerato che i precedenti presidi sanitari e ospedali italiani, benché in linea di principio riservati esclusivamente ai militari, di fatto erano stati largamente utilizzati dalla popolazione civile durante tutto il precedente periodo di guerra.

Per la storia annotiamo alcuni di quei medici militari italiani ancora cari, nell’immediato dopoguerra, nei ricordi della gente che aveva vissuto quei cupi tempi di guerra: capitano medico Enzo Girone, direttore del 139° Ospedale Militare da campo a Khamma.

Il Girone di ritorno dalla prigionia scrisse poi un bellissimo libro di memorie “L’isola disperata” su quei giorni da tregenda a Pantelleria. Tenenti medici Olivo Bernardis, Antonio Cappello e Consuelo Tonso tutti in forza al 139° Ospedale Militare da campo a Khamma. Tenente medico Carlo Falaschi anch’egli aggregato al 139°, però con l’incarico di interessarsi in modo prevalente delle esigenze sanitarie della popolazione civile.

Orazio Ferrara
(1-continua)

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Cultura

Pantelleria Bau lancia una Serata Astronomica 5 giugno, con Leo e Sergio per aiutare il piccolo Ruben

Direttore

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Serata astronomica o romantica?

Si sa, il rapporto tra gatti e il satellite naturale della Terra è stretto, quasi confidenziale, e poesie, quadri, spesso ritraggono i mici incantati dalla luna.

Pantelleria Bau organizza una serata astronomica, in onore di Ruben, un miciotto di appena 20 giorni

Giovedì 5 giugno alle ore 21, sul lungomare di Bue Marino, i nostri amici Leonardo Puleo e Sergio Minoli vi faranno vedere le stelle ma soprattutto la luna in fase crescente potrete anche fotografarla con il vostro cellulare grazie al super telescopio di super Leo.

La narrazione di Sergio che va dallo scientifico al mitologico renderà le immagini donate da Leonardo Puelo ancora più suggestive e accattivanti.

La serata ha lo scopo di raccogliere fondi per l’intervento di riduzione di ernia diaframmatica di questo tesorino che vedete in foto e che si chiama Ruben, trovato circa 20 giorni fa dentro il motore
di un’auto. Senza questo intervento Ruben non avrà vita lunga e soprattutto nessuno vorrà mai adottarlo
Quindi noi e Ruben vi ringraziamo per le offerte che farete durante la serata! A presto!

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