Cultura
Il giudizio dell’acqua, di Piero Buscemi. Libro sulle 37 vittime del nubifragio nel messinese del 2009
Il giudizio dell’acqua / di Piero Buscemi. – Roma : ZeroBook, 2023. – 209 p. : epub, mobi, br. – ebook ISBN 978-88-6711-231-9, press ISBN 978-88-6711-232-6
Il 1° ottobre 2009 un violentissimo nubifragio colpì la zona jonica del messinese, in Sicilia.
Una pioggia torrenziale si abbatté sui paesi affacciati sul Mar Jonio incessantemente per tutta la notte fino al mattino seguente. Straripamenti di torrenti e frane di fango e detriti invasero le case, distruggendole. Molti i centri colpiti dalla tragedia. Si contarono 37 morti, di cui alcuni dispersi. Furono avviate delle inchieste, i processi non trovarono alcun colpevole tra i 15 imputati, quali responsabili dell’incuria del territorio e, quindi, del disastro.
Questo libro si pone l’obiettivo di ricordare quelle 37 vittime, ricostruendo le ore tragiche di quella notte, in forma romanzata.
Per non dimenticare.
Il Giudizio dell’acqua di Piero Buscemi è stato finalista al premio letterario Città di Castello 2022, e al concorso letterario Tre colori di Lenola 2023.
Il giudizio dell’acqua di Piero Buscemi è acquistabile in tutti gli e-store di ebook italiani in versione ebook, e in versione cartacea con il sistema del print on demand.
Dalla Prefazione di Piero Buscemi
Questo libro non si pone il compito di ricostruire o analizzare quanto è stato già riportato dagli organi di informazione. Né di dare spunto per altre discussioni o riaperture di inchieste sulle responsabilità. Piuttosto si pone l’obiettivo di ricordare quelle 37 vittime, ricostruendo le ore tragiche di quella notte, in forma romanzata e attraverso la storia incrociata del protagonista, un uomo che da qualche anno ha l’abitudine di recarsi presso la stazione ferroviaria del suo paese, ad un orario ben definito, in attesa di un treno che custodisce un passato nostalgico che lotta da anni nel suo animo, tra la voglia di dimenticare e il legame strettissimo con quanto la sua vita gli ha saputo offrire.
Una sera il protagonista viene sorpreso in un gesto infantile e vandalico, mentre con un portachiavi sta incidendo il nome di una donna sulla parete di una delle sale d’attesa. Il ferroviere fingerà di non accorgersi di quella ingenuità e non gli rivolgerà alcuna accusa, deviando la sua sentenza educativa verso qualche adolescente di passaggio, probabile autore del gesto. Si avvierà un contatto, fino a quella sera ignorato e sottovalutato, tra i due protagonisti. Uno scambio di monologhi sulle proprie vite, arricchite da segreti da confessare ed esperienze di vita alle quali aggrapparsi, sarà il filo conduttore del romanzo durante la narrazione. Da una parte una storia d’amore e di riscatto giovanile, nata durante l’estate e coltivata anno per anno, all’arrivo della bella stagione. Dall’altra, la scelta di un uomo, costretto dalla vita a diventare un ferroviere, che ha raccolto esperienze. La sua e quella delle migliaia di persone incontrate in tanti anni di servizio.
Quella stessa sera, il treno tanto atteso dal protagonista, su conferma del ferroviere, ritarderà il suo arrivo costringendoli a trascorrere diverse ore a parlare. In quelle ore di trepidazione e confidenze che, in pochissimo tempo, li legheranno in una improbabile, fino a quel momento, amicizia, una pioggia battente comincerà a scendere dal cielo. Sempre più incessante e violenta, fino all’arrivo di alcuni addetti al soccorso, che annunceranno la notizia della tragedia, causata dal nubifragio. La rivelazione coinvolgerà i due protagonisti in una condivisione di solidarietà e speranza, nel tentativo di prestare soccorso ai superstiti della valanga di fango.
L’Autore
Piero Buscemi è nato a Torino nel 1965. Redattore del periodico online www.girodivite.it, ha pubblicato : “Passato, presente e futuro” (1998), “Ossidiana” (2001, 2013), “Apologia di pensiero” (2001), “Querelle” (2004; nel 2021 in edizione ZeroBook, nel 2022 in edizione inglese), L’isola dei cani (2008, ZeroBook 2016), “Cucunci” (2011), “Le ombre del mare” (2017, edito da Bibliotheka), Enne (ZeroBook 2020). Ha curato l’antologia di poesie Accanto ad un bicchiere di vino (ZeroBook 2016); e le antologie di articoli di vari autori pubblicati su Girodivite: Parole rubate (2017), Celluloide (2017). Per il volume di poesie Iridea di Alice Morino (ZeroBook, 2019) ha contribuito con una scelta di suggestioni fotografiche. Vincitore di diversi premi letterari, alcuni suoi racconti e poesie sono contenuti in alcune antologie nazionali. Il romanzo “Querelle” è stato tradotto in inglese e pubblicato dalla Pulpbits Press (Stati Uniti). Nel 2022 pubblica la raccolta di articoli dedicati al tennis Di dritto e di rovescio : L’importanza del raccattapalle ed altre storie (ZeroBook). È tra i fondatori dell’Associazione culturale “Aromi Letterari” di Messina. Sostenitore Emergency, collabora con l’Avis (donatori sangue) ed è promotore delle iniziative di ActionAid Italia.
Cultura
Pantelleria, lavori di adeguamento, messa in sicurezza ed efficientamento energetico della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”
Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che l’Amministrazione comunale di Pantelleria ha portato a compimento l’iter amministrativo e progettuale necessario per il recupero e la piena rifunzionalizzazione della palestra della Scuola Media “Dante Alighieri”, struttura da tempo inagibile e fortemente attesa dalla comunità scolastica dell’isola. Il Sindaco comunica che l’intervento rientra in una più ampia strategia di riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo prioritario di garantire sicurezza, accessibilità, sostenibilità energetica e qualità degli spazi destinati alle attività formative e sportive.
Il progetto prevede opere di adeguamento strutturale e funzionale, la messa in sicurezza dell’edificio, il miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso l’installazione di impianti moderni e l’utilizzo di fonti rinnovabili, nonché il completo ripristino della fruibilità della palestra per studenti, associazioni sportive e iniziative collettive. Il Sindaco comunica che l’intervento consentirà di restituire alla cittadinanza una struttura fondamentale per la crescita educativa, sociale e sportiva dei giovani di Pantelleria, colmando una carenza che per anni ha inciso negativamente sull’offerta di spazi adeguati alle attività motorie.
L’Amministrazione è consapevole che l’esecuzione dei lavori potrà comportare disagi temporanei; tuttavia, il cronoprogramma è stato definito con l’obiettivo di contenere l’impatto sulle attività scolastiche, con una durata complessiva stimata in circa 14 settimane. L’Amministrazione continuerà a seguire con attenzione tutte le fasi successive, dall’affidamento dei lavori alla loro realizzazione, assicurando trasparenza, rispetto dei tempi e tutela dell’interesse pubblico. Pantelleria guarda avanti, investendo sulle scuole, sulla sicurezza e sul futuro delle nuove generazioni.
Cultura
Il violinista di Solarino Don Paolo Teodoro e le radici di una tradizione di due secoli
La storia nascosta di un paese che ha fatto della musica una firma identitaria
Nel 1827, quando il paese non era ancora Comune, un documento d’archivio rivela la presenza inattesa di un musicista professionista. Da allora Solarino non ha mai smesso di essere una comunità musicale.
Solarino – Nel 1827 il paese non era ancora autonomo e viveva un momento di transizione politica e amministrativa. Eppure, in quell’anno cruciale, emerge un dettaglio sorprendente che permette di leggere la storia locale da una prospettiva nuova. Tra gli atti conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa compare il nome di Don Paolo Teodoro, registrato come violinista.
Un dato che, per l’epoca, spacca in due l’immagine consueta di un borgo rurale fatto solo di agricoltori e artigiani.
Il musicista che rompe gli schemi
Il documento mostra chiaramente che Don Paolo Teodoro non era soltanto un residente rispettato di Solarino. Era un musicista. Un ruolo insolito in un contesto rurale del primo Ottocento, dove la musica raramente compariva nelle registrazioni ufficiali. Teodoro abitava in via Fontana, insieme alla moglie Costantino Eloisa, ma la sua formazione aveva radici ancora più profonde. Da giovane, infatti, era cresciuto in una parte dell’attuale Palazzo Requesens, allora indicato come Piano Palazzo n.2, oggi cuore dell’odierna Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della vita sociale solarinese. Una crescita in un ambiente architettonico e culturale privilegiato che spiega – almeno in parte – la precocità di una vocazione musicale riconosciuta persino dagli atti civili borbonici.
Una tradizione musicale che Solarino non ha mai abbandonato
Il caso di Don Paolo Teodoro non è un episodio isolato, ma il primo tassello visibile di una storia più lunga. Perché a differenza di tanti altri centri siciliani, Solarino non ha mai smesso di essere un paese musicale. Bande storiche, maestri locali, scuole di musica, gruppi giovanili, famiglie che tramandano strumenti da generazioni, musicisti nazionali , la musica, qui, non è un accessorio, ma un linguaggio collettivo. E questa continuità testimonia una capacità rara: fare dell’arte una parte della propria identità civile. Non tutte le comunità hanno saputo compiere questa scelta. Molti centri rurali hanno perso nel corso del Novecento le proprie tradizioni culturali, travolti da emigrazione e modernizzazione. Solarino, invece, ha seguito una traiettoria diversa: ha difeso la musica, l’ha fatta propria, l’ha trasformata in patrimonio comune.
Questo è il vero punto di forza del paese. Una maturità culturale che trova le sue prime radici in persone come Don Paolo Teodoro: uomini capaci, già due secoli fa, di portare l’arte dentro la vita quotidiana di una comunità in trasformazione. Oggi, quando strumenti e prove musicali risuonano nelle case, nelle scuole e nelle piazze, è possibile intravedere un filo diretto con quella firma d’archivio del 1827. Solarino continua a distinguersi per il suo fermento artistico. E la storia del violinista Don Paolo Teodoro si rivela allora molto più che una curiosità d’epoca: è l’origine documentata di un percorso identitario che il paese ha scelto di portare avanti con orgoglio. Due secoli dopo, Solarino resta un paese che suona e questa è, senza dubbio, una delle sue vittorie più grandi.
Laura Liistro
Cultura
Elena Pizzuto Antinoro: da Santo Stefano Quisquina alla scena internazionale della ricerca linguistica
Donna siciliana, studiosa di straordinaria competenza e voce autorevole della ricerca italiana, Elena Pizzuto Antinoro è considerata una delle figure più influenti negli studi contemporanei sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Psicologa, linguista e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) come sistema linguistico pienamente strutturato, superando visioni riduttive che ne avevano a lungo limitato la comprensione. Il suo percorso accademico si è svolto tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove ha approfondito la Lingua dei Segni Americana (ASL) entrando in contatto con metodologie di ricerca all’avanguardia. Questa esperienza internazionale fu decisiva: rientrata in Italia, introdusse nuovi paradigmi analitici che avrebbero innovato radicalmente lo studio della LIS, collocando la ricerca italiana in un dialogo costante con quella mondiale. Caratteristica centrale del suo lavoro fu l’approccio interdisciplinare.
Elena operò a stretto contatto con persone sorde, analizzando i processi cognitivi, le strutture linguistiche e le dinamiche comunicative della lingua visivo-gestuale. Le sue pubblicazioni rappresentano oggi un riferimento fondamentale non solo in Italia, ma anche nel contesto internazionale degli studi sulle lingue dei segni. Tra le iniziative più rilevanti da lei guidate figura VISEL, progetto dedicato allo sviluppo di sistemi di scrittura per la lingua dei segni e alla definizione di strumenti didattici innovativi. Un contributo che ha ampliato le possibilità di ricerca e di accesso alla comunicazione visiva, rafforzando il ruolo dell’Italia nel panorama scientifico globale. Colleghi e collaboratori ricordano Elena Pizzuto Antinoro come una professionista rigorosa, dotata di una forte integrità etica e di una visione capace di anticipare nuove prospettive. Il silenzioso applauso con cui la comunità sorda l’ha salutata ne sottolinea il profondo impatto umano e scientifico.
Oggi, Elena Pizzuto Antinoro è riconosciuta come una figura chiave della linguistica internazionale e un esempio di eccellenza femminile nel mondo accademico. Siciliana, figlia di Santo Stefano Quisquina, ha portato la sua terra d’origine nei principali centri di ricerca del mondo, lasciando un’eredità destinata a influenzare a lungo gli studi sulla comunicazione e sulle lingue dei segni.
Laura Liistro
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