Cultura
Il carretto siciliano: tutte le curiosità sul simbolo della Trinacria nel mondo
Il carretto siciliano, “u carrettu”, rientra a pieno titolo tra i simboli indiscussi della Trinacria. È praticamente impossibile darne una definizione precisa, dato che nel corso del tempo le sue caratteristiche si sono evolute e gli hanno fatto assumere una valenza diversa. Quel che è certo è che rappresenta un pezzo di storia, un’icona del folklore, un elemento pregiato dell’immenso patrimonio artistico-culturale dell’isola e un vero e proprio anello di congiunzione tra arte, cultura, tradizione, artigianato e turismo.
Il carretto siciliano affonda le sue radici nella vita contadina e fa la sua comparsa sull’isola come mezzo di trasporto e lavoro nei primi anni del XIX secolo. Fino ad allora, i trasporti avvenivano via mare oppure sul dorso degli animali a causa dello scarso sviluppo della rete viaria, caratterizzata dalle cosiddette “trazzere”, ovvero strade con salite molto ripide e curve a gomito, piene di fossi ed esposte al rischio di frane. La situazione inizia a cambiare nel 1778, quando il parlamento siciliano stanzia diversi fondi per il rifacimento delle strade, e così dagli inizi dell’Ottocento si hanno le prime testimonianze di carretti realizzati con ruote molto alte, adatte a superare gli ostacoli presenti lungo il cammino. Concretamente, la prima descrizione del carretto siciliano risale al 1833 ed è attribuita al letterato francese Jean Baptiste Gonzalve de Nervo, che si trovava in Sicilia per raccogliere materiale per un libro di viaggio. Racconta di aver visto sulle strade isolane dei carretti, che sulle fiancate riportavano immagini della Vergine Maria oppure di qualche santo.
Nel corso degli anni, il carretto si trasforma nel mezzo di trasporto prediletto dai siciliani. Trainato da un unico cavallo, inizialmente viene utilizzato dai lavoratori agricoli per trasferire le merci di città in città o tra diverse zone dell’isola, ma ben presto diventa anche un mezzo usato dalle famiglie per i loro spostamenti. Piccolo e apparentemente semplice da realizzare, in realtà il carretto è un’opera abbastanza difficile da portare a termine, dal momento che alla sua creazione partecipano diversi artigiani, oltre al cosiddetto carradore o carrettiere, che si occupa della prima fase, cioè della costruzione del mezzo e dell’intaglio dei fregi.
La caratteristica che salta subito all’occhio quando si osserva un carretto siciliano è la bellezza delle sue decorazioni pittoriche, che raffigurano eventi storici, episodi letterari, parabole e personaggi religiosi, gesta cavalleresche, leggende o antichi miti. Dietro l’utilizzo di questi decori e dipinti ci sono tre motivazioni ben precise: la prima è la protezione delle parti in metallo e del legno utilizzato, per fare in modo che i materiali restino in buone condizioni il più a lungo possibile.
La seconda motivazione data per il rivestimento di questa sorta di “libro ambulante” è che gli elementi disegnati e raccontati assumono una vera e propria funzione scaramantica e apotropaica, poiché secondo i pittori allontanano la cattiva sorte e garantiscono prosperità. Infine, per utilizzare un linguaggio commerciale, lo scopo delle storie e dei colori dipinti è “fare marketing”, dato che quanto più questi erano variopinti, pregiati e accattivanti, tante più possibilità aveva in passato il mercante di attirare i passanti e vendere la propria merce.
Attorno alla seconda metà del XX secolo, la crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne segna la fine del periodo di auge del carretto siciliano, che diventa così obsoleto. Una volta persa la sua funzione originaria, oggi esso è un oggetto d’arte artigianale e un fondamentale veicolo di trasmissione culturale, protagonista di feste popolari e sagre di paese, ed è un souvenir apprezzatissimo dai turisti.
Attualmente, “u carrettu” assume caratteristiche strutturali diverse a seconda della zona in cui viene prodotto, ma la sua patria indiscussa è la cittadina catanese di Aci Sant’Antonio, dove sono nati e tuttora operano diversi pittori di carretti e mastri artigiani. Qui è possibile visitare un Museo del carretto siciliano, le cui sale ospitano pezzi provenienti da tutta la Sicilia. Oltre a questo di Aci Sant’Antonio, segnaliamo altri musei dedicati al carrettu a Palermo, Terrasini, Bronte e Sortino.
Nicoletta Natoli
Cultura
L’Ente Parco alla Fiera Cavalli di Verona
L’Ente Parco sta sbarcando alla 127esima Fiera Cavalli di Verona con tante sorprese e novità, ospite dello Stand dell’Asineria “Asini di Reggio Emilia” di Massimo Montanari.
Domani parteciperà al meeting “Verso l’Agenda 2030: i benefici e le opportunità dei Parchi Nazionale e delle Aree Marine Protette” dove verrà presentato il percorso di Agenda 2030 di strategia sostenibile intrapreso dal Parco con il Progetto di “Pantelleria Asinabile”.
Una nuova tappa del percorso partecipativo di coprogettazione per promuovere una offerta esperenziale di turismo lento, ecosostenibile, nel rispetto dell’unicità della Perla Nera in compagnia dell’animale simbolo dell’isola.
Sempre domani, proiezione in anteprima del film documentario del Festival Pantelleria Asinabile del regista Nicola Ferrari.
Cultura
Federalberghi Palermo accordo con alberghiero Piazza per formazione giovani
Turismo e formazione, Federalberghi e l’istituto alberghiero Pietro Piazza insieme per costruire il futuro dei giovani siciliani
Palermo, 03.11.25 — Un incontro di visioni, esperienze e responsabilità condivise ha sancito oggi una nuova, importante alleanza tra Federalberghi e la rete nazionale degli istituti alberghieri, rappresentato dal presidente Vito Pecoraro, dirigente scolastico dell’Ipsseoa Pietro Piazza.
Presente anche l’assessorato comunale al Turismo, insieme ai rappresentanti delle categorie professionali dei Maître e del Bar Tending, in un tavolo di confronto che guarda con concretezza e passione al futuro dei giovani siciliani.
L’accordo prevede l’avvio di un percorso formativo dedicato agli studenti del terzo e quarto anno degli istituti alberghieri, con moduli specifici di preparazione al mondo del lavoro curati direttamente da Federalberghi. L’obiettivo è creare un ponte reale tra scuola e impresa, offrendo ai ragazzi non solo competenze, ma soprattutto una prospettiva occupazionale certa e stabile all’interno del comparto turistico.
“Vogliamo che i nostri ragazzi restino in Sicilia, che credano nelle potenzialità straordinarie di questa terra — dice Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo e vicepresidente di Federalberghi Sicilia — Il turismo non è solo accoglienza, è economia, identità e futuro. Ma soprattutto è lavoro vero, qualificato, che nasce dalla formazione e cresce nella passione”.
L’iniziativa punta a valorizzare il capitale umano come motore di sviluppo del turismo siciliano, attraverso percorsi di stage, tirocinio e inserimento lavorativo presso le strutture aderenti a Federalberghi, in vista della prossima stagione estiva.
“Investire nella formazione significa costruire un sistema turistico più forte, capace di trattenere i talenti e di generare valore sul territorio. Questo è il nostro impegno comune”, ha sottolineato Vito Pecoraro.
Il turismo, in Sicilia, continua a essere un settore chiave per la crescita economica e sociale.
Da questa sinergia nasce un messaggio chiaro: formare bene per lavorare meglio, dando ai giovani la possibilità di scegliere di restare, di credere, di contribuire alla costruzione di un futuro possibile — qui, nella loro terra.
Cultura
Pantelleria, il Sindaco D’Ancona interviene durante la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
In occasione della celebrazione del 4 novembre, il Sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona, ha espresso il proprio ringraziamento alle Forze Armate, sottolineando il ruolo strategico e sociale della presenza militare sull’isola. Rivolgendosi in particolare al Comandante dell’Aeronautica Militare di Pantelleria, Col. Mauro Macrino, il Sindaco ha evidenziato la collaborazione costante tra istituzioni militari, civili e religiose, definendola elemento fondamentale per il benessere della comunità.
Il primo cittadino ha ricordato come Pantelleria sia “terra di confine”, pertanto attribuisce alla presenza delle Forze Armate un significato particolarmente rilevante, non solo in termini di difesa e sicurezza ma anche come riferimento stabile per la collettività.
Nel suo intervento ha inoltre ribadito il valore del ruolo delle Forze Armate come “educatori civici”, richiamando il loro contributo nella formazione delle nuove generazioni e nella diffusione dei principi di responsabilità, legalità e rispetto.
Infine, ha rivolto un ringraziamento a tutti gli uomini e le donne in divisa impegnati sul territorio e nelle missioni internazionali, ribadendo il ruolo delle Forze Armate quale presidio di riferimento per la comunità pantesca.
Il discorso si è concluso con un appello all’unità e al senso di appartenenza: «Le Forze Armate restano un esempio per tutti noi. Viva le Forze Armate, viva Pantelleria, viva l’Italia».
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