Cultura
I Re Magi: forse erano tre, forse erano re, forse erano dei maghi

Solo il vangelo di Matteo li cita, e piuttosto brevemente. Non si sa da dove venissero, ma sappiamo dove sono finiti: a Milano.
Intanto chi erano. Seguendo il racconto che ne fa il Vangelo di Matteo, tredici giorni dopo la nascita di Gesù (ma guarda un po’, dal 25 dicembre si arriva precisi al 6 gennaio), arrivarono a Betlemme alcuni «magi d’Oriente», guidati da una stella, portando in dono al bambino oro, incenso e mirra. Tanto per chiarire subito: Matteo non dice mai quanti erano (dal terzo secolo, forse basandosi sul numero dei doni si cominciò a parlare di tre magi), nel Vangelo non c’è mai scritto che erano Re. E i nomi Gaspare, Melchiorre, Baldassarre saltano fuori solo alcuni secoli dopo.
Ma perché quel nome. Magi è la traslitterazione del persiano magūsh, dal greco màgos (μάγος, plurale μάγοι). Venivano chiamati così i sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell’Impero persiano. Scrive Ludolfo di Sassonia nel XIV secolo, nel suo Vita Christi, considerata la prima biografia di Gesù: «I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero versati nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia. Erano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi».
Ai nostri giorni. Conclude l’analisi di Matilde Paoli per l’Accademia della Crusca, «il plurale magi è ormai solo riferibile al significato storico legato agli antichi sacerdoti persiani e naturalmente ai personaggi del Vangelo. Per ciò che riguarda il singolare la forma è magio, in quest’ultima accezione, mentre in riferimento alla casta sacerdotale è corretto mago. Per quel che riguarda la questione dell’iniziale maiuscola o minuscola, a meno che non ci si intenda riferire all’etnonimo, sarebbe preferibile usare la lettera minuscola; tanto più che magi è spesso attributo di re e i tre hanno ricevuto ciascuno un nome proprio, che a sua volta ha subito variazione nel corso dei secoli».
Che fine hanno fatto. Questo invece lo sappiamo. Le reliquie sacre dei corpi mortali dei Re Magi sono a Milano. La basilica di Sant’ Eustorgio custodirebbe, secondo la tradizione, frammenti delle ossa dei sapienti Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Questi resti sarebbero rimasti per anni a Costantinopoli, trovati e recuperati da Sant’Elena. Nel 325 Eustorgio, vescovo di Milano, li ebbe in dono dall’ imperatore Costantino. Dal IV al XII secolo rimasero nella chiesa di Sant’ Eustorgio. Nel 1165, però, dopo il saccheggio di Milano, Federico Barbarossa li trafugò e li portò a Colonia. Soltanto nel 1904 i milanesi ebbero la restituzione di alcuni frammenti.
Cosa ci rimane? L’incanto per questa leggenda millenaria che è stata capace di superare usi, costumi, lingue e civiltà diverse per sfidare il nostro eterno presente tecnologico. È un mito che non ha bisogno di insulsi inglesismi da ignoranti per essere raccontato. Vale la pena continuare a cercarli, con i loro vestiti sgargianti e i doni misteriosi, e sistemarli nel presepe, al giusto tempo.
Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi
Cultura
Pantelleria, nel Lago di Venere l’origine della vita, mica robetta. Lo studio

Importante scoperta sull’origine della vita nel Lago di Pantelleria
E’ l’esito di uno studio compiuto da ricercatori italiani, nel Lago di Venere di Pantelleria: riuscendo a sintetizzare le molecole chiave della vita a partire dall’acqua del lago.
L’esito dello studio fornisce preziosi indizi sui meccanismi di base dell’origine della vita perchè il lago è un vero e proprio laboratorio naturale: ph alto, attività idrotermale, ricchezza di minerali e presenza di microbi.
Si pensa che miliardi di anni fa sulla Terra primordiale e su Marte, quando la vita potrebbe aver mosso i suoi primi passi, vi fossero le condizioni riscontrate nello specchio d’acqua dai colori del cielo, cangianti al verde giada o all’indaco.
Gli studiosi, partendo dall’acqua del lago sono riusciti a sintetizzare molecole di RNA, fondamentali per la vita insieme al DNA, oltre a tutte le basi nucleotidiche di RNA e DNA e ai componenti del PNA (Acido Peptidico Nucleico), possibile precursore delle due.
Secondo lo studio la vita avrebbe potuto avere una modalità di origine chimica comune sia nel passato di Marte che sulla Terra.
Lo studio è il risultato della collaborazione tra Università della Tuscia e Sapienza di Roma, l’INAF, il CNR con i suoi istituti di Montelibretti e Roma, ed è pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences.
Spettacolo
Venerdì 15 agosto alle 21:30, a Calatafimi Segesta, Petra Magoni & Arkè String Quartet

Quartet – “Subversion” in concerto
La cantante Petra Magoni e il quartetto d’archi, live al Tempio di Calatafimi Segesta (provincia di
Trapani), in occasione dell’edizione 2025 di “Segesta Teatro Festival”, renderanno omaggio a band,
cantautori e compositori nel segno della “sovversione”
L’estasiante Tempio di Calatafimi Segesta (provincia di Trapani) sarà la venue che ospiterà il concerto di
Petra Magoni & Arkè String Quartet – “Subversion”, in programma venerdì 15 agosto alle 21:30, in
occasione dell’edizione 2025 di Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica a cura di Claudio Collovà.
“Subversion” è un progetto altamente provocatorio, volto a scuotere le coscienze, uno spettacolo che
esorta a cambiare una visione del mondo, sovente, ingabbiata dentro pregiudizi tendenti al manicheismo.
Un concerto che intende rompere gli schemi, per affrancarsi da barriere ideologiche dietro cui si arroccano
le istituzioni e le varie forme di potere.
La cantante Petra Magoni e l’Arkè String Quartet, ensemble d’archi
formato da Carlo Cantini (violino), Valentino Corvino (violino, oud ed elettronica), Matteo Del Soldà (viola)
e Stefano Dall’Ora (contrabbasso), proporranno un repertorio di brani trasversale dal punto di vista
stilistico, passando dai Beatles, John Lennon, Rolling Stones a Wolfgang Amadeus Mozart, per poi
giungere a John Cage, Frank Zappa, Boris Vian, Ennio Morricone, Fabrizio De André, Franco Battiato,
Giorgio Gaber, Nina Simone, David Bowie e i Pink Floyd. Il tutto nel segno di una prorompente personalità
artistica e una spiccata identità comunicativa che caratterizzano questi cinque brillanti musicisti.
Esuberante, sensibile, poliedrica, ispirata da una toccante autenticità e animata da una fervida
immaginazione musicale, Petra Magoni è una fra le cantanti italiane più talentuose e complete degli ultimi
vent’anni. Grazie alle sue qualità ha calcato e calca tutt’ora i palchi nazionali e internazionali più prestigiosi,
condividendo la scena con numerosi musicisti di levatura nazionale e mondiale quali Al Jarreau, Chano
Dominguez, Claude Salmiéri, Paolo Fresu, Ares Tavolazzi, Nicola Stilo, Peppe Servillo, Paolo Benvegnù,
Francesco Bearzatti, Morgan, Mario Biondi, Joe Barbieri, Mauro Ottolini, André Minvielle e tanti altri
ancora.
L’Arkè String Quartet è una formazione che fa dell’eclettismo stilistico e della creatività due segni particolari
della sua carta d’identità musicale. Quartetto di matrice accademica, notevole nello spaziare con
naturalezza dalla musica colta al jazz, dall’avanguardia alla world music, dal pop fino ad arrivare alla musica
elettronica, in trent’anni di carriera stringe collaborazioni degne di nota al fianco di artisti blasonati sulla
scena italiana e internazionale come Trilok Gurtu, Antonella Ruggiero, Stefano Bollani, Enrico Pieranunzi,
Rita Marcotulli, Samuele Bersani, Tullio De Piscopo, Moni Ovadia, solo per elencarne alcuni.
“Subversion”, progetto arricchito da diverse videoproiezioni, è uno spettacolo coinvolgente e travolgente,
per tutti gli amanti della buona musica. Quella che racconta la verità.
Ph. Luca Bolognese
PER INFO CONCERTO:
https://www.segestateatrofestival.com/
https://www.facebook.com/segestateatrofestival?locale=it_IT
https://www.instagram.com/segesta_teatro_festival/
https://www.kinomusic.it/concerti/ (15 AGOSTO – Petra Magoni, venerdì, Calatafimi – Segesta
Cultura
“L’Acropoli di Pantelleria” – Conferenza del Centro Giamporcaro con Cespa il successo della storia e della narrazione

Conferenza “L’Acropoli di Pantelleria – 25 anni di ricerche e prospettive future”
Venerdì 8 agosto, nell’Aula Consiliare, si è tenuta la conferenza dell’archeologo dr. Stefano Cespa, responsabile topografico e della documentazione della missione archeologica dell’Institut für Klassische Archäologie a Pantelleria.
L’evento, come moltissimi altri in materia di storia e archeologia, è stato organizzato dal Centro Culturale Vito Giamporcaro, i cui membri a partire dal Presidente Anna Rita Gabriele, sono appassionati della materia ma anche dei protagonisti della conferenza.
Per la pubblica amministrazione che orspitava l’evento era presente l’Assessore alla Cultura nonchè vicesindaco Adele Pineda.
L’incontro, arricchito dalla presenza dell’archeologo Thomas Schaefer, ha ripercorso 25 anni di studi e scavi sull’Acropoli di Pantelleria, che ha richiamato un nutrito pubblico, offrendo un approfondimento sulle scoperte realizzate e sulle prospettive future della ricerca.
Un nuovo momento di grande valore culturale e scientifico per la comunità, dedicato alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio archeologico dell’isola.
Tutte le immagini di Clara Garsia
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