Cultura
I cognomi dell’isola di Pantelleria / XXII parte Da Martines a Minardi
MARTINEZ / MARTINES Il capostipite in Pantelleria è Diego Martinez, originario della città di Cordova in Spagna, che contrae matrimonio, ante 1590, con Laura de Cordoba, anch’essa originaria della Spagna. I figli, secondo l’uso ispanico, prendono il doppio cognome, il primo dal padre e il secondo dalla madre, quindi prendono a cognominarsi Martinez de Cordoba. Arma dei Martinez: Tagliato; nel 1° di rosso con un leone rivoltato e coronato di oro; nel 2° d' azzurro con una luna rivoltata di argento sinistrata da una stella del medesimo. Da Diego e Laura nascono: Maria Martinez de Cordoba, che sposa il 15 giugno 1608 Giacomo Valenza, figlio di Tommaso Valenza e sua moglie Laura. Questa Maria muore ante 1616; Vittoria Martinez de Cordoba, che si unisce in matrimonio in data 11 aprile 1616 con il citato Giacomo Valenza, vedovo di sua sorella Maria; Francesco Martinez de Cordoba, milite del castello, che si sposa il 5 febbraio 1619 con Giuseppa Pandolfo; Pietro Martinez de Cordoba, anch’egli milite del castello, che sposa il 19 luglio 1620 Celia Maxucco; Alonzo Martinez de Cordoba, che sposa 4 agosto 1622 Antonia Brignone. Rimasto vedovo, in seconde nozze sposerà Onofria Sana il 3 maggio 1661. Nel Settecento il parroco don Vincenzo Martinez lascia tutta la sua eredità in favore dell’Insigne Collegiata della Chiesa Matrice sotto il titolo del Santissimo Salvatore.
MAXUCCO / MAXCUCCO Il cognome originario dovrebbe essere Machuca e proveniente dalla Castiglia. L’arma: De plata, cuatro fajas ondeadas de azur (D’argento, quattro bande ondulate di azzurro). Variante: De plata, una mano de carnacion que sostiene una porra de su color (D'argento, una mano di carnagione che sostiene una clava del suo colore). Il capostipite in Pantelleria è Giovanni Maxucco nato ante 1560 che, con sua moglie Antonia, genera: Vittoria Maxucco, che si unisce in matrimonio il 4 giugno 1612 (lunedì) con Vito Gabriele; Celia Maxucco, andata in sposa il 19 luglio 1620 (domenica) a Pietro Martinez de Cordoba;
Giovanni Antonio Maxucco, che il 15 giugno 1631 (domenica) si sposa con Cristina Bonomo. Don Giovanni Battista Maxucco è parroco della Matrice nei primi decenni del Seicento.
MESSINA Il cognome deriva chiaramente dal nome della città siciliana di cui erano originari. Infatti nei registri parrocchiali panteschi del primo Seicento il nome è seguito dal “de Missina” o “de Messina”. Un Minico o Domenico de Missina compare in un battesimo del 1 dicembre 1608. Laura de Messina, figlia di Battista de Messina e sua moglie Caterina, si sposa il 24 agosto 1631 (domenica) con Vito Belvisi, figlio di Giovanni. Antonio Messina di Diego contrae matrimonio con Maria Casano in data 7 agosto 1696, da cui nasce Giovanni Messina, che sposerà il 30 luglio 1730 Brigida Casano.
MINARDI I Minardi di Pantelleria sono originari di Orbetello in Toscana, da cui proviene il capostipite Andrea Minardi, figlio di Francesco Minardi e Giulia Cappa e nato appunto a Orbetello (negli atti Orbitello) circa l’anno 1744. Questo Andrea si sposa in Pantelleria con Felicita Polito, figlia di Vincenzo e Brigida Valenza. Dalla coppia nasce Francesco Minardi, che sposerà Angela Morana di Leonardo e di Maria Gabriele. Nel Novecento Leonardo Minardi è l’abile capitano del motoveliero pantesco “Angela Bertolino”.
Orazio Ferrara
(22 – continua)
Foto: Arma dei Martines
Cronaca
Solarino, 1866 — L’omicidio D’Agostino e il mistero dell’armadio comunale
Le vicende riguardanti la morte di Giuseppe D’Agostino, farmacista e segretario comunale supplente, sono oggi ricostruibili grazie alla documentazione conservata presso l’Archivio Storico di Siracusa e l’Archivio Comunale di Solarino. Gli atti di stato civile, i verbali e la corrispondenza amministrativa permettono di analizzare il contesto e le circostanze del delitto, offrendo elementi utili a comprendere le dinamiche politiche e amministrative della Sicilia post-unitaria.
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Il delitto nella piazza centrale
Le fonti indicano che la morte di D’Agostino avvenne nella propria casa posta nella piazza centrale, in cui tutto si muoveva, la notte del 30 settembre 1866. L’uomo fu colpito da un’arma da fuoco e rinvenuto privo di vita il giorno successivo. La piazza, fulcro della vita cittadina e luogo di transito per impiegati, contadini e notabili locali, divenne improvvisamente teatro di un fatto che interruppe la consueta routine del paese. La notizia si diffuse con rapidità, alimentando commenti e sospetti.
L’atto di morte venne registrato ufficialmente il 1º ottobre 1866 da Paolo Marabito, Sindaco facente funzioni (ff.) e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, come risulta dagli atti conservati nell’Archivio Comunale.

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Atto di morte originale
L’anno 1866, il giorno 1 ottobre, nella casa comunale di Solarino alle ore 15,
dinanzi a me Paolo Marabito, facente funzioni da Sindaco e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Solarino, sono comparsi:
• Raffaele Gibilisco, figlio del fu Giuseppe, di anni 36, contadino, domiciliato in Solarino;
• Salvatore Miano, figlio di Santo, di anni 40, contadino, domiciliato in Solarino.
I quali hanno dichiarato:
Che alle ore quattro della notte del 30 settembre corrente, è morto nella casa di sua abitazione il signor Giuseppe D’Agostino, di anni 35, di professione farmacista, domiciliato in Solarino, figlio del fu Matteo e della fu Michela Bordonaro, coniugato con Raffaela Sculardo (o Spulardo).
La morte è avvenuta per arma da fuoco.
È stato allegato al presente atto un foglio del Giudice Mandamentale di Floridia, in data odierna, che, avendo adempiuto agli atti richiesti, ha autorizzato la sepoltura del cadavere.
Letto il presente atto ai dichiaranti, essi lo hanno confermato.
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La chiave dell’armadio e i fascicoli riservati
I registri comunali evidenziano che, nei giorni successivi all’omicidio, il Prefetto chiese alla vedova, Raffaella Lombardo, la chiave dell’armadio in cui il marito custodiva documenti riservati relativi a delibere comunali e appalti post-unitari.
La donna rifiutò la consegna, dichiarando che i documenti non dovevano essere toccati in quanto in quell’armadio risiedeva la verità, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Le annotazioni presenti nell’Archivio Storico di Siracusa confermarono che l’armadio conteneva fascicoli riguardanti forniture pubbliche, concessioni e lavori stradali, documenti in grado di compromettere interessi politici e amministrativi locali.
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Attività del segretario e piste investigative
Dagli atti custoditi nell’Archivio Storico Comunale di Solarino emerge che, qualche giorno prima della morte, D’Agostino aveva partecipato attivamente e in modo critico alle discussioni durante l’ultimo consiglio comunale, opponendosi a certe proposte. Questa attività politica costituisce una delle possibili piste legate al suo assassinio.
Un’altra strada investigativa collegava il delitto a lotte interne familiari, ma il caso non fu mai risolto e rimase avvolto dal mistero.
Un elemento di particolare interesse fu il legame con il caso del parroco Bordonaro, inizialmente accusato di essere il mandante dell’omicidio. La vicenda si intrecciò con la presenza della Commissione Antimafia guidata dal Commissario di P.S. SanGiorgi e con le tensioni generate dalle elezioni amministrative nel comune di San Paolo Solarino.
Nel 1877, il parroco Bordonaro fu sottoposto a ammonizione giudiziaria, con provvedimento che gli impedì di organizzare liste elettorali e di partecipare attivamente alla vita politica del territorio.
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Il silenzio calato dopo dieci anni
Dopo dieci anni di indagini, grazie alla difesa assicurata da ottimi avvocati e al sostegno del deputato Agostino Bertani, la vicenda dell’omicidio D’Agostino e del caso Bordonaro cadde nel silenzio.
Bertani, figura politica di rilievo e massone del Grande Oriente d’Italia, esercitò influenza e protezione sul caso, contribuendo a chiudere l’indagine e far cadere nel silenzio l’omicidio e le accuse contro il parroco Bordonaro.
Con il suo intervento, tutto continuò nel silenzio, e l’omicidio del farmacista D’Agostino rimase un giallo irrisolto della Sicilia post-unitaria.
Analisi storica e prospettive investigative
La documentazione archivistica consente di ricostruire un quadro coerente: l’omicidio si collocò in un contesto amministrativo sensibile, caratterizzato da appalti post-unitari, lotte interne, tensioni elettorali e dinamiche di potere consolidate.
Il caso rimase ufficialmente irrisolto, e la chiave dell’armadio non venne mai acquisita dalle autorità. Le fonti archivistiche lasciano aperto il quesito centrale: la morte di D’Agostino fu un evento isolato o collegata alle scoperte effettuate nell’armadio mai aperto, dove risiedeva la verità?
L’analisi dei documenti dell’Archivio Storico di Siracusa e dell’Archivio Comunale di Solarino, unita agli elementi relativi alla Commissione Antimafia guidata dal Commissario SanGiorgi, alle elezioni amministrative di San Paolo Solarino e all’ammonizione giudiziaria subita dal parroco Bordonaro nel 1877, permette di tratteggiare con rigore storico l’evento, sottolineando la relazione tra la funzione istituzionale del segretario, le dinamiche comunali e le circostanze sospette della sua morte.
Il mistero ancora vivo
Nonostante gli atti, le indagini e le testimonianze conservate negli archivi, l’omicidio di Giuseppe D’Agostino resta ancora oggi avvolto nel mistero.
L’armadio mai aperto, la chiave mai consegnata, le tensioni politiche post-unitarie, le accuse decadute contro il parroco Bordonaro e il silenzio imposto dal sostegno politico di Bertani lasciano una scia di domande senza risposta.
La memoria di quegli eventi permane nei registri e nei documenti, tracce indelebili di un giallo siciliano che la storia non ha mai completamente svelato, testimoniando le tensioni, i conflitti e i segreti che segnarono la vita amministrativa e politica di Solarino nell’Ottocento.
Ogni fascicolo, ogni nota e ogni riga scritta nel tempo sembra suggerire che la verità, pur custodita, non sia mai stata interamente rivelata. Il caso D’Agostino rimane così un simbolo della complessità della Sicilia post-unitaria, dove potere, politica e segreti personali si intrecciarono in un mistero che ancora oggi affascina storici e investigatori.
Laura Liistro
Cultura
Pantelleria, 7 dicembre cerimonia di svelamento del busto in bronzo in memoria del Dott. Michele Zurzolo
Opera del M° Michele Cossyro
La nota del nostro Sindaco Fabrizio D’Ancona
Alla cittadinanza, Il Sindaco comunica che il 7 dicembre, alle ore 16:00, in Piazza Perugia, nella contrada Tracino, avrà luogo la cerimonia di svelamento del busto in bronzo dedicato al Dott. Michele Zurzolo, medico che ha segnato in maniera indelebile la storia umana e sanitaria della nostra isola.
Originario della Calabria, il Dott. Zurzolo scelse di restare sull’isola, facendo della professione medica una vera e propria vocazione al servizio della comunità.Per decenni è stato un punto di riferimento costante per intere famiglie, raggiungendo anche le zone più difficili dell’isola con spirito di sacrificio, senso del dovere e profonda umanità. Il suo operare è stato caratterizzato da una presenza discreta ma instancabile, sempre vicino ai più fragili, spesso senza badare al compenso, ma solo al bisogno delle persone.
La realizzazione del busto rappresenta un segno concreto di riconoscenza pubblica verso un uomo che ha interpretato la medicina non solo come professione, ma come autentico servizio alla collettività, lasciando un’eredità morale che ancora oggi vive nella memoria dei panteschi.
La scelta di Tracino, luogo in cui il dottore visse e operò, conferisce a questo omaggio un valore ancora più profondo, legato al territorio e alla comunità che più direttamente ha beneficiato della sua dedizione. Un sentito ringraziamento è rivolto al maestro Michele Cossyro, autore dell’opera, che con sensibilità artistica ha contribuito a rendere permanente il ricordo di una figura così significativa per l’isola. La cittadinanza è invitata a partecipare a questo momento solenne di memoria e gratitudine collettiva.
Cultura
Pantelleria – UNIPANT: nuova convenzione con l’Unione Professionisti per il cashback solidale
Prosegue l’ampliamento dell’offerta formativa accreditata con i corsi e-learning per gli Ordini Professionali: la formazione certificata che finanzia l’Educazione Informale agli Adulti
L’UNIPANT segna un altro importante passo avanti nella sua missione di arricchimento culturale e professionale del territorio. È stata ufficializzata la convenzione con Unione Professionisti, la piattaforma italiana di riferimento per la formazione tecnica online accreditata.
Questa partnership nasce con un doppio obiettivo: abbattere le barriere geografiche, portando sull’isola percorsi di aggiornamento professionale certificati di alto livello, e sostenere attivamente le iniziative culturali locali.
Formazione tecnica di eccellenza, senza vincoli
Grazie a questo accordo, i professionisti dell’isola potranno accedere al vasto catalogo di Unione Professionisti: oltre 100 corsi e-learning pensati per Ingegneri, Architetti, Geometri, Periti Industriali e Agrari, Agronomi, Geologi e Avvocati.
L’offerta formativa copre aree strategiche e attuali come Sicurezza, Energia, Progettazione, Transizione Ecologica e Digitale. La modalità è pensata per chi lavora: tutti i corsi sono on demand, senza scadenze né orari fissi. È possibile seguire le video-lezioni, scaricare il materiale didattico e sostenere i test finali in totale autonomia, ottenendo i Crediti Formativi Professionali (CFP) riconosciuti dai principali Ordini.
Un circolo virtuoso per la cultura: il “Cashback Solidale”
La convenzione non porta solo vantaggi ai singoli professionisti, ma all’intera comunità. Il meccanismo è semplice: per ogni corso acquistato tramite i link forniti da UNIPANT, Unione Professionisti donerà il 20% del valore dell’acquisto all’associazione.
“A te non cambia niente, ma per noi fa la differenza”: il prezzo per l’utente rimane invariato (con corsi a partire da soli 9,95€ e sconti esclusivi), ma quella percentuale permetterà all’UNIPANT di finanziare e offrire gratuitamente nuove attività didattiche informali e attività culturali per tutti gli abitanti dell’isola.
Perché scegliere questa formazione?
· Accreditamento: Rilascio di CFP validi e certificati riconosciuti.
· Flessibilità totale: Studio online senza limiti di tempo.
· Qualità: Materiali allineati alle normative più recenti e tutor dedicati.
· Convenienza: Prezzi accessibili e supporto diretto alle attività dell’UNIPANT.
Come aderire Per scoprire i corsi in promozione, investire sulla propria crescita professionale e, contemporaneamente, sostenere la cultura sull’isola, è sufficiente visitare la pagina dedicata sul sito ufficiale.
Link alla convenzione e catalogo corsi: https://www.unipant.it/convenzione-unione-professionisti/
Per maggiori informazioni: UNIPANT 331 490 5245 – Email: info@unipant.it – https://www.unipant.it/formazione-certificata/
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