Cultura
I cognomi dell’isola di Pantelleria / IX parte da Di Bartolo a Di Fresco
di Orazio Ferrara
DI BARTOLO. Cognome di origine siciliana. Stemma: Di rosso alla fascia d'argento caricato in capo da una ghirlanda di alloro di verde. Arrivano in Pantelleria nella seconda metà del Settecento. Sembra che il capostipite nell’isola sia stato Michele Di Bartolo nato a Pantelleria intorno all’anno 1786. Stabilitosi nell’isola di Malta, qui sposa Grazia Vella, nata a Malta nel 1784, da cui ha un figlio cui pone il nome Giuseppe, nato nell’anno 1807, che in data 19 maggio 1834 sposa in Pantelleria Brigida Brignone, nata nel 1814 da Salvatore Brignone e Grazia Ferreri. Altri figli di Michele Di Bartolo e Grazia Vella furono Orsola (n. 1809), sposata il 9 gennaio 1834 (giovedì) con Pietro Renda; Antonino (n. 1815) sposato il 12 gennaio 1851 (domenica) con Antonia Franco; Fortunato nato il 14 settembre 1818; Gaetano (n. 1826) sposato il 31 gennaio 1857 (sabato) con Grazia Rizzo. I Di Bartolo che avevano acquisito la cittadinanza inglese, in seguito la ripudiarono per riacquisire quella italiana. Da Gaetano Di Bartolo e Grazia Rizzo nacque nel 1861 Andrea Di Bartolo, che contrarrà matrimonio il 13 gennaio 1889 con Maria Brignone, da cui avrà Giombattista (n. 1891) e Michele (n. 1896). Vincenzo Di Bartolo, classe 1922, laureato in lettere con una tesi su Pantelleria, fu uno dei promotori di una scuola privata negli anni della guerra, che in seguito diventerà la prima scuola media di Pantelleria. In quella scuola privata insegnavano anche il prof. Antonio Valenza, docente di matematica e lingua straniera, e la studentessa universitaria Angelina Casano quale insegnante di lettere. Quest’ultima, ormai docente statale in pensione, mi fu presentata, negli anni Novanta credo, da mio padre, che le aveva relegato, per amicizia di antica data, alcuni dei miei primi libri e che l’avevano particolarmente interessata. Sempre sull’onda dei ricordi personali (e il lettore mi scuserà di ciò) devo annotare che un avv. Di Bartolo (Andrea?) fu il mio padrino di battesimo, un tempo ormai lontano, nella fascinosa chiesetta della Madonna delle Grazie. La madrina credo fosse una (insegnante?) della famiglia Petrillo. Di questo mio padrino ho un ricordo molto vago, avendolo incontrato solo un paio di volte per la mia lontananza (a volte quanto amara!) dall’isola. Ho però un caro ricordo dell’ultimo incontro. Un’estate a Pantelleria incontrai mia cugina, Ersilia Salsedo, e mi disse che l’uomo che le era vicino, molto anziano, era il mio padrino di battesimo e che voleva complimentarsi del mio libro sulla marineria dell’isola. Ne era entusiasta e non si capacitava che proprio un suo figlioccio l’avesse scritto. Non nascondo che quasi mi commossi a quelle parole uscite da un cuore veramente sincero. Sarei estremamente grato se qualche lettore potesse fornirmi qualche notizia di più su questo avv. Di Bartolo, di nome forse Andrea e che credo facesse il professore.
DI FRESCO. Famiglia originaria della Sicilia, più precisamente dal palermitano. Il capostipite nell’isola è Rosario Di Fresco, giunto nell’isola sul finire dell’Ottocento e che sposa Lucia Siragusa. Dalla coppia nascono Giuseppe detto Pino, Francesco detto Ciccio e Salvatore detto Totò, che sono i pionieri, nel secondo dopoguerra, del turismo di massa a Pantelleria e i costruttori e gestori del primo vero albergo degno di questo nome nell’ex via Taranto. In anni recenti erede e continuatore della tradizione alberghiera dei tre fratelli è stato Rosario Di Fresco, figlio di Ciccio, purtroppo poi prematuramente scomparso a soli 53 anni. Rosario Di Fresco è stato un vero “signore”, che ha giganteggiato tra i tanti “cafoni” che affollano la nostra contemporaneità. Ricordo sempre quel suo largo sorriso quando lo chiamavo cugino per via dall’avere delle cugine in comune, Lucia, Rossella e Rosaria Di Fresco. Gli dicevo che non facevo altro che applicare il principio transitivo e qui altro largo sorriso bonario di Rosario, che trasmetteva gioia e serenità in chi gli stava intorno. Chi ha conosciuto quel sorriso sa di che cosa parlo. Uomo di profonda cultura e sensibilità, ha amato oltremodo la sua isola, la sua storia, le sue tradizioni, tanto da diventare animatore dell’Archeoclub locale e punto obbligato di riferimento del grande e compianto archeologo Sebastiano Tusa ogni qualvolta lo stesso veniva in Pantelleria. Non sarebbe poi male se la sua isola lo ricordasse in qualche modo. (9 – continua)
Foto: Arma dei Di Bartolo
Cultura
Santo Stefano Quisquina da Comunita’ HONOS 2024 a candidata al Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa
SANTO STEFANO QUISQUINA
Tra le pieghe morbide dei Monti Sicani, dove i profili delle colline si inseguono come onde di terra e il vento porta con sé l’eco di antichi mestieri, Santo Stefano Quisquina affida al proprio paesaggio la narrazione di un’identità collettiva che ancora oggi resiste, si rinnova e dialoga con il mondo contemporaneo.
È da questo intreccio di natura, memoria e comunità che nasce la candidatura al Premio Nazionale del Paesaggio, promosso dal Ministero della Cultura nel solco della Convenzione Europea del Paesaggio.
Il paese, immerso in un ambiente che alterna boschi, pascoli e antiche vie di transumanza, conserva un tessuto umano fatto di gesti lenti e consapevoli: il lavoro dei pastori all’alba, il ritorno dei contadini lungo i terreni terrazzati, le donne anziane che raccontano proverbi legati alle stagioni.
Qui il paesaggio non è solo sfondo: è protagonista, compagno quotidiano, matrice culturale che continua a modellare comportamenti, relazioni e linguaggi.
La candidatura si inserisce dunque in una visione ampia, che considera il territorio come eredità viva. Negli ultimi anni Santo Stefano Quisquina ha promosso pratiche di tutela e progetti di valorizzazione che hanno dato nuovo senso a luoghi storici e spazi rurali, mettendo al centro la sostenibilità, la partecipazione e la continuità delle tradizioni. La comunità ha fatto del proprio legame con la terra un principio guida, trasformando antichi saperi in strumenti contemporanei di gestione e cura.
Il dossier presentato — un documento che unisce rigore tecnico e profondità culturale — raccoglie questa lunga relazione tra gli abitanti e il territorio.
Le descrizioni del paesaggio sono punteggiate da fotografie, mappe, testimonianze orali e racconti che restituiscono un mosaico complesso e affascinante: la Quisquina come luogo di incontro tra storia e natura, ma anche come spazio affettivo in cui ciascuno riconosce un frammento della propria identità.
L’Amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco Francesco Cacciatore (nella foto) e dall’assessore al Turismo Anna Chillura, ha espresso profonda gratitudine a chi ha contribuito in modo volontario alla redazione del documento.
La Prof.ssa V. Scavone e le architette E. Lo Sardo, D. Toscano e J. Moscatello hanno intrecciato competenze tecniche e sensibilità territoriale, mentre la Consigliera Comunale Lucia Leto Barone e numerosi cittadini hanno offerto conoscenze, memorie e tempo, trasformando la candidatura in un vero progetto collettivo. L’esito del concorso sarà noto nei prossimi mesi. Tuttavia, per Santo Stefano Quisquina, il senso profondo di questo percorso è già evidente: la consapevolezza di abitare un paesaggio non solo da ammirare, ma da raccontare, custodire e tramandare. In un’epoca di cambiamenti rapidi, il paese rinnova così il suo impegno nel riconoscere il territorio come patrimonio culturale vissuto, luogo di appartenenza e promessa di futuro.
E così, da Comunità Honos capace di prendersi cura del proprio patrimonio umano e ambientale, Santo Stefano Quisquina approda oggi alla scena europea come esempio maturo e luminoso di un territorio che ha saputo trasformare la propria identità in valore condiviso.
Laura Liistro
Foto di Francesco Cacciatore
Cultura
Le “sgrappolatrici” di Pantelleria sul Tg Sicilia in un servizio di Laura Spanò – V I D E O
C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e le tre Marie a raccontare Pantelleria nell’operazione dello sgrappolamento
Le preziose e stupende “sgrappolatrici” tornano sotto i riflettori.
Laura Spanò, attenta e sensibile giornalista del Tg Sicilia, ha intercettato una nostra pubblicazione relativa al lavoro delle donne pantesche anche nel campo della vendemmia e della vinificazione. Meglio ancora nella produzione del passito.
Il certosino lavoro, che contribuisce alla produzione di una delle eccellenze eno-gastronomiche dell’isola, non è passato inosservato e così le signore delle contrade di Khamma e Tracino tornano a raccontare il loro compito. Si tratta di una miscela fatta di pazienza, sapienza e amicizia.
C’erano Rosa, Anna, Anita, Lina e tre Marie a tessere l’antica usanza dello sgrappolamento degli acini di zibibbo appassiti.
La Spanò, nel suo mirabile lavoro dedicato a Pantelleria, racconta le fasi di una agricoltura eroica che non ha tempo nè prezzo.
Il servizio
Cultura
Pantelleria, al via la Novena dell’Immacolata. Calendario completo delle celebrazioni
La Chiesa Matrice di Pantelleria ha reso noto il calendario delle messe e celebrazioni religiose in prossimità dell’Immacolata Concezione.
NOVENA DELL’IMMACOLATA DAL 29 NOVEMBRE AL 7 DICEMBRE
- Madonna della Pace (Tracino) novena segue S. Messa – durante tutta la novena dalle ore 16:30 alle 17:00 disponibilità dei sacerdoti per le confessioni
- San Gaetano (Scauri) novena segue S. Messa SS.Salvatore novena segue S. Messa – orari vedi nello schema eguente:

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