Salute
Gli uomini siciliani sono sempre meno fertili

Triste notizia per la Sicilia: i suoi uomini sono sempre meno fertili. La conta spermatica tra gli uomini in età produttiva è, infatti, sempre più bassa con il passare degli anni.
È questo il risultato di uno studio pubblicato nella prestigiosa rivista Journal of Clinical Medicine e condotto dal dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’università di Catania, unità operativa complessa di endocrinologia, malattie del ricambio e della nutrizione e del policlinico Rodolico – San Marco. Allo studio, iniziato con una tesi di laurea sperimentale di Carmelo Gusmano, hanno partecipato Sandro La Vignera, specialista in endocrinologia e andrologia, Rossella Cannarella, endocrinologa esperta in biostatistica applicata alle patologie del sistema endocrino e Rosita A. Condorelli, anche lei endocrinologa esperta di endocrinologia della riproduzione. Il team di ricercatori è stato diretto da Aldo Calogero, professore ordinario di endocrinologia dello stesso ateneo.
Per condurre lo studio i ricercatori hanno preso in esame un campione di popolazione considerato rappresentativo e formato da 1409 soggetti in età fertile, selezionati in maniera random tra oltre 10 mila campioni analizzati dal laboratorio di seminologia negli ultimi 10 anni (2011-2020). Quasi la metà dei soggetti sono cittadini della provincia di Catania, l’altra metà provengono dalle altre province della Sicilia orientale. I risultati sono stati validati da Antonio Aversa, co-autore dell’articolo e professore ordinario di endocrinologia dell’università di Catanzaro, in qualità di commissario valutatore per l’accreditamento da parte della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams).
Il lavoro di ricerca prende spunto dai dati dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms) secondo cui l’infertilità, cioè l’incapacità di una coppia di concepire dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali non protetti, coinvolge in Italia una coppia su sei (quindi circa il 15% delle coppie in età riproduttiva) e, nel mondo, il 10-12%. Quindi un problema globale, non solo siciliano. E sebbene l’infertilità possa riguardare sia l’uomo che la donna, le forme di infertilità a patogenesi maschile (a differenza di quanto si pensa) interessano circa il 50% dei casi totali di infertilità.
Come spiega Sandro La Vignera: “Lo studio nasce dall’esigenza di comprendere se questo trend verso il declino della conta spermatica sia presente anche nella popolazione siciliana e concepire concreti interventi di prevenzione primaria. Diverse ricerche condotte in tutto il mondo hanno confermato un trend in diminuzione del numero di spermatozoi prodotti. Nello specifico, uno studio di meta-regressione su 43 mila uomini ha mostrato un declino del 52,4% della concentrazione spermatica e del 59,3% della conta spermatica totale tra il 1973 e il 2011. Questi dati riassumono risultati di campioni popolazionistici del continente Americano, Europeo, Australiano e della Nuova Zelanda. I criteri però attraverso cui è stata eseguita l’analisi del liquido seminale nei vari studi sono molti eterogenei”.
Lo studio condotto dal team di ricerca catanese ha purtroppo confermato il trend: nel quinquennio 2016-2020 c’è stata una sistematica riduzione del numero di spermatozoi nel liquido seminale del campione esaminato rispetto al quinquennio precedente.
Dati quindi, purtroppo, in linea con quelli internazionali che sottolineano quanto sia importante una adeguata e approfondita valutazione sin dalla giovane età da parte di endocrinologi al fine di prevenire l’insorgenza dell’infertilità maschile.
(Credit immagine: Pixabay Licence)
Giuliana Raffaelli
Salute
Giuliano (UGL): “5,8 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure. Sanità allo stremo, a pagare cittadini ed operatori”

La sanità pubblica italiana è allo stremo. Secondo i dati 2024, 5,8 milioni di persone – un cittadino su dieci – hanno rinunciato a curarsi per motivi economici. Una cifra drammatica che denuncia una realtà inaccettabile: in Italia curarsi sta tornando a essere un privilegio per pochi.
“Siamo ultimi nel G7 per spesa sanitaria pubblica pro capite e solo 14esimi su 27 in Europa. La nostra spesa si ferma al 6,3% del PIL, ben al di sotto della media OCSE (7,1%) e di quella europea (6,9%). Il gap con gli altri Paesi europei è di 43 miliardi di euro. A pagare il prezzo di questa situazione sono i cittadini e gli operatori sanitari, ormai allo stremo,” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute.
I dati parlano chiaro: siamo di fronte a una crisi strutturale, non più a un’emergenza. Le liste d’attesa si allungano, il personale è insufficiente, i salari sono fermi e i carichi di lavoro sempre più insostenibili. Il diritto alla salute è diventato una chimera.
“La UGL Salute lancia un grido d’allarme forte e chiaro: servono ancora più investimenti, immediati e organici, nella sanità pubblica. Bisogna assumere personale, aumentare gli stipendi, riportare dignità alle professioni sanitarie e garantire ai cittadini cure tempestive e gratuite. Un’occasione concreta potrebbe essere rappresentata dalla prossima Legge di Bilancio, che annuncia nuovi investimenti nel comparto: ci aspettiamo misure reali e concrete. La salute non può più aspettare,” prosegue Giuliano.
“La UGL Salute è pronta a battersi con ogni mezzo per difendere i cittadini e i lavoratori del comparto sanitario,” conclude il Segretario Giuliano.
Salute
Pantelleria, sanitari dell’Ospedale Nagar meritevoli di encomio. Un cittadino scrive: un’aggressione violenta

Ci scrive un lettore affezionato, Salvatore Puccio, circa il funzionamento dell’Ospedale di Pantelleria e segnala una grave aggressione avvenuta qualche giorno
Carissimi, spesso noi del popolo ed utenti, ci lamentiamo oltre misura e parliamo male di chi fa il suo dovere forse per fare “birbiciu”. Mi corre l’obbligo di encomiare i medici ed il personale medico del pronto soccorso e dell’ospedale Nagar di Pantelleria.
Ho sempre avuto assistenza medica e qualche intervento chirurgico fra cui una ernia inguinale sempre risolti presto e bene. L’ultimo (ed attualmente in corso) il ricorso al pronto soccorso che credevo dovuto ad un eccesso di ottimi fichi d’india che non volevo buttare. Il primo rapido accesso l’ho avuto al pronto soccorso la notte del 4 c.m. il secondo al mattino del 7 e dimesso il 9 ma che ancora mi stanno assistendo perché mi hanno trovato dei calcoli di qualche millimetro che mi hanno provoca sorde coliche da desiderare l’aldilà.
Che dire della professionalità dei medici e degli infermieri e del personale sempre pronto ad assistere chiunque e che per non fare torto a nessuno, non voglio nominarne solo alcuni. I locali sono belli e ben curati e se proprio vogliamo trovare in loro qualche pecca, non sono organizzati per fare “miracoli” perché “umani” e per questi miracoli i credenti si debbono rivolgere al proprio Dio.
L’aggressione violenta
Ad un vero sentito ringraziamento, vorrei esortare tutti noi che usufruiamo di questi servizi, di capire la pressione a cui li sottoponiamo (pochi giorni fa, un energumeno alticcio al pronto soccorso li ha aggrediti e rotto vetrata computer etc.)
Basta con questi inqualificabili comportamenti!
Solo i dirigenti del personale amministrativo, dovrebbero trovare il modo di snellire le pratiche burocratiche che appesantiscono tutto e a volte le eccessive liste di attesa delle visite normali, creano dei vuoti che allungano ancora più le attese.
Ancora “chapeau” ai bravi medici, infermieri ed assistenti di camera che fanno un lavoro difficile e che noi utenti dobbiamo rispettare e ringraziare sempre.
Salvatore Puccio
Economia
Importanti novità per i celiaci dall’ASP di Trapani: dal 1° ottobre accredito mensile su Tessera Sanitaria

Novità per chi è in possesso di un’esenzione per celiachia
Dal 1° ottobre 2025, infatti il budget sarà accreditato mensilmente sulla Tessera Sanitaria/Carta regionale dei Servizi. Per attivarlo, il cittadino celiaco avente diritto deve recarsi al proprio Distretto Sanitario dell’ASP Trapani.
Per utilizzare il budget mensile in farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e in supermercati convenzionati di alcune catene della grande distribuzione, sarà sufficiente presentare la Tessera Sanitaria alla cassa al momento dell’acquisto, e inserire il Codice Celiachia ricevuto dall’ASP.
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Luca
11:21 - Marzo 5, 2021 at 11:21
Il declino del Lando, ovvero il triste destino dell’ultimo stereotipo siculo; ma in un mondo dove tutto cambia, volevamo salvare proprio questo?
Ottimo articolo, bravissimi.