Cultura
Erice in scena: Cortili Narranti, parole, musica e immagini tra storia e modernità
Erice 23 luglio 2024 – Il borgo siciliano di Erice si prepara ad accogliere una nuova edizione di “Cortili Narranti”, la rassegna culturale che da anni arricchisce il calendario di Erice Estate. Organizzata dall’Associazione Vivere Erice, questa manifestazione trasforma i pittoreschi cortili in pietra e gli spazi pubblici del borgo in palcoscenici per una serie di eventi culturali che vanno dalla letteratura alla musica, dal teatro alla filosofia. La rassegna si svolgerà tra luglio e agosto, offrendo otto appuntamenti di grande interesse.
Sabato 27 luglio l’appuntamento è al Teatro Gebel Hamed, dove studiosi e appassionati si riuniranno per esplorare il tema “Miti e leggende nel Mediterraneo romano”.
La giornata sarà divisa in due sessioni, una al mattino dalle 9.30 alle 12.30 e l’altra nel pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30, offrendo così ampio spazio per approfondimenti e discussioni.
Venerdì 2 agosto sarà una giornata dedicata alla musica, con un focus particolare sulla valorizzazione dei giovani talenti. “Il Borgo in musica”, è ormai un appuntamento fisso curato dal maestro Luigi De Vincenzi. La giornata si aprirà al Teatro Gebel Hamed alle 11.30 con un concerto di musica classica. Il protagonista sarà Michele Lombardo, un giovane pianista già vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali. Nel pomeriggio, alle 17.30, la musica si sposterà all’aperto, nei suggestivi Giardini del Balio. Qui, il gruppo pop/rock “Quadrifonia” condurrà gli spettatori in un viaggio musicale “Dagli anni 70 ad oggi”. La band, composta da Grazia Buffa alla voce, Francesco Lo Coco alla chitarra, Nico Valenti al basso e Sandro Caracappa alla batteria, sarà affiancata dalla chitarrista Giulia Internicola.
La serata si concluderà al Teatro Gebel Hamed alle ore 21.30, con il concerto del duo composto da Marco Gerolin e Pietro Cintura, rispettivamente alla fisarmonica e alla chitarra, che eseguirà musiche di Astor Piazzolla.
Venerdì 9 agosto l’attenzione si concentra sul Giappone con un incontro speciale. La scrittrice e giornalista Fabiola Palmeri, che ha vissuto a lungo a Tokyo, condividerà le sue esperienze e riflessioni sul Giappone di ieri e di oggi. Appuntamento alle 18.00 presso presso il Cortile Grande, a Erice.
Il 16 agosto, alle 18.30, Palazzo Sales ospiterà il Premio “Franco Di Marco – Il medico scrittore”. Organizzato dall’Associazione Vivere Erice in collaborazione con l’Ordine dei Medici e la Fondazione Franco Di Marco, l’evento vedrà la presentazione del libro “Purché sia femmina” di Riccardo Mazzocchi.
Il 23 agosto, alle 18.00, sarà la volta di un appuntamento che fonde teatro e scrittura. Lo scrittore Giacomo Pilati presenterà il suo ultimo libro, accompagnato dall’attore Mauro Spitaleri che interpreterà il monologo “Un attimo prima di Dio”.
Un momento clou sarà la cerimonia del “VI Premio Letterario Città di Erice” e del nuovo Premio Giovani. Silvana La Spina si è aggiudicata il primo premio con il suo romanzo “L’uomo di zolfo” (Bompiani), assegnato da una giuria composta da 24 lettori “forti” e da un comitato di esperti che include Daria Galateria, Guido Barbieri, Dino Petralia, Concetto Prestifilippo e Mattia Corrente.
Novità di quest’anno è il Premio Giovani, riservato agli studenti degli istituti superiori di Trapani e Erice. Il vincitore di questa sezione è Ninni Ravazza con il racconto “Cianchino – L’isola delle illusioni” (Avagliano).
La cerimonia di premiazione si terrà il 25 agosto, alle 18.00, presso il Teatro Gebel Hamed di Erice, alla presenza degli organizzatori, dei vincitori, della sindaca Daniela Toscano e dell’assessore comunale alla Cultura Rossella Cosentino.
Il “Premio Letterario Città di Erice” si conferma un appuntamento di rilievo nel panorama culturale siciliano, promuovendo la lettura e valorizzando autori che raccontano la Sicilia in tutte le sue sfaccettature.
Lunedì 26 agosto, alle 18.00, al Cortile Bonventre, l’attenzione si sposterà sull’impegno civile con il giornalista e scrittore Concetto Prestifilippo, originario di Piazza Armerina, che dialogherà con il collega Alberto Stabile sul tema “Kalasia”, un omaggio al grande scrittore siciliano Vincenzo Consolo.
Venerdì 30 agosto con un’affascinante connessione tra la letteratura di Shakespeare e il mare. Alle 18.00, presso la Biblioteca comunale, Luigi Giannitrapani presenterà il suo ultimo libro intitolato “Shakespeare e il richiamo del mare”.
Mariza D’Anna, presidente dell’Associazione Vivere Erice, commenta: “Per l’edizione di quest’anno, abbiamo realizzato un programma che abbraccia musica, letteratura e arti visive. I suggestivi cortili privati, generosamente messi a disposizione dai proprietari, si trasformeranno ancora una volta in palcoscenici a cielo aperto per i nostri eventi. A questi si aggiungono gli spazi pubblici concessi dal Comune di Erice, al quale va il nostro sincero ringraziamento per il supporto concreto alle nostre iniziative.
‘Cortili Narranti’ si è ormai affermata come un appuntamento fisso e molto atteso della stagione estiva ericina. Quest’anno, abbiamo arricchito ulteriormente il programma per soddisfare i gusti e gli interessi di un pubblico sempre più ampio e diversificato. La rassegna si conferma come un’iniziativa culturale di grande importanza, capace di coinvolgere attivamente residenti, villeggianti e turisti. Allo stesso tempo, offre una preziosa vetrina per i talenti locali e valorizza la straordinaria bellezza del borgo di Erice, contribuendo a promuovere il nostro patrimonio culturale e artistico.”
La rassegna, che gode del patrocinio del Comune di Erice e della collaborazione di varie istituzioni locali, fa parte del calendario di Erice Estate 2024 ed è anche inserita nella Rete dei Festival letterari della provincia di Trapani.
Cultura
Claudia Ferlita, custode della memoria: il palazzo di piazza Castello che racconta Santo Stefano Quisquina
A Santo Stefano Quisquina, in piazza Castello, sorge un palazzo ottocentesco che sembra aver fermato il tempo. Non è solo un edificio: è custode di una memoria profonda, della storia di una famiglia e dell’identità di un’intera comunità.
Oggi continua a vivere grazie a Claudia Ferlita, che ne ha raccolto il testimone con uno sguardo attento e sensibile, trasformando la conservazione in un atto nobile e civile.
Non esiste ancora una documentazione completa sulla sua costruzione, ma sulla chiave di volta del portale d’ingresso è scolpita la data 1872, probabilmente l’anno in cui Salvatore Puleo, imprenditore intraprendente e uomo “del fare”, lo edificò.
Non nobile, ma protagonista dello sviluppo locale, Puleo contribuì alla realizzazione della strada Corleonese-Agrigentina e della villa comunale, opere che ancora oggi segnano il volto della cittadina.
Il palazzo racconta la sua epoca attraverso dettagli unici: il lungo balcone in ferro battuto decorato con vasi di ceramica di Burgio, una rara targa assicurativa antincendio della compagnia Generali e interni straordinariamente conservati. La cucina in muratura con le maioliche bianche e blu e gli arredi originali restituiscono la sensazione di entrare in un tempo sospeso.
Ma il valore del palazzo va oltre l’architettura.
Custodisce lettere, fotografie e oggetti appartenuti a generazioni della famiglia Puleo, fino ad Angela Puleo in Palma e al professor Ugo Palma, che hanno saputo preservarne la storia e l’identità.
Entrare in queste stanze è come percorrere un ponte tra passato e presente: i mobili e gli oggetti sono rimasti esattamente dove erano stati lasciati, raccontando le vite e le abitudini di chi le ha vissute.
L’incontro di Claudia con il palazzo è stato un vero colpo di fulmine.
Varcando la soglia per la prima volta, percepì che la casa non era morta, nonostante anni di vuoto.
«Avevo la sensazione che la padrona di casa potesse apparire da un momento all’altro», racconta.
La vendita fu gestita da Costanza Palma, nipote di Ugo Palma, che aveva ereditato la dimora dalla madre Angela. Lontana da Santo Stefano e priva di legami con il territorio, decise di non trattenere la proprietà.
Tra tutti gli ambienti, la biblioteca emerge come cuore pulsante del palazzo.
L’odore dei libri antichi si mescola a quello dei mobili, restituendo l’immagine di una famiglia colta e curiosa, aperta al mondo.
Riordinare i volumi ha permesso a Claudia di comprendere meglio la storia di chi ha abitato la casa e di sentire il peso e l’onore di custodire un patrimonio culturale così ricco.
Il gesto di Claudia Ferlita va oltre la proprietà privata: è un atto esemplare di responsabilità culturale e civica, un modello per chiunque possa recuperare e valorizzare altri luoghi storici.
Conservarlo significa rispettare chi ci ha preceduto e permettere a chi verrà dopo di conoscere la propria storia.
Se il palazzo potesse parlare, racconterebbe una storia d’amore: l’amore coniugale per cui fu costruito da Salvatore Puleo per la giovane sposa napoletana, ma anche amore per l’arte, la cultura e la conoscenza.
Oggi lo stupore che suscita il palazzo, la sua autenticità intatta e la memoria custodita, sono destinati a essere condivisi, per permettere a tutta la comunità di attraversare il tempo senza perdere il senso profondo della propria storia.
Grazie alla sensibilità e alla generosità di Claudia, piazza Castello non è più solo uno spazio fisico: è memoria viva, esempio di cura, identità e amore per la cultura e la storia di Santo Stefano Quisquina.
Laura Liistro
Cultura
Solarino, 1827–2027: la memoria di un Comune che nasce e cresce
Ci sono date che non appartengono soltanto agli archivi, ma continuano a parlare al presente.
Il 20 dicembre 1827 è una di queste per Solarino, giorno in cui il centro abitato ottenne l’autonomia amministrativa dal Distretto di Siracusa, nella Valle di Siracusa, entrando ufficialmente nella storia istituzionale del Regno delle Due Sicilie come ente autonomo, seppur inizialmente definito comunello.
Una parola, comunello, che oggi può sembrare marginale, ma che all’epoca indicava una realtà in formazione, un organismo amministrativo giovane, chiamato a strutturarsi e a dare ordine alla vita civile di una comunità già esistente e vitale.
Non si tratta, però, di un termine comparso improvvisamente nel 1827.
Già nel 1821, infatti, l’appellativo comunello compare in un atto di morte ufficiale, nel quale viene dichiarato il decesso di Salvatore Carpinteri, nato a Solarino nel 1759.
La dichiarazione fu certificata dal parroco don Antonino De Benedictis, a conferma di come Solarino fosse già riconosciuto come entità territoriale distinta all’interno della documentazione civile ed ecclesiastica, ancor prima del riconoscimento formale dell’autonomia comunale.
La nascita del Comune non fu un atto improvviso, ma il risultato di un percorso più lungo. Le radici affondano infatti nel 1760, anno della fondazione del centro abitato ad opera della famiglia Requesens, momento che segna l’inizio della storia urbana di Solarino.
L’autonomia del 1827 rappresentò una seconda, decisiva fase: quella della piena responsabilità amministrativa e civile.
A raccontare quel primo periodo sono anche i registri ufficiali.
Michele Rametta, eletto di polizia e ufficiale dello stato civile, attestò che nel corso dell’intero anno 1827 non si verificarono eventi rilevanti, un dettaglio che oggi può sembrare secondario ma che restituisce l’immagine di una comunità ordinata, capace di avviare il proprio cammino istituzionale in un clima di stabilità.
- Fonte – Comune di Solarino
Il primo atto civile del nuovo Comune risale al 28 dicembre 1827 e riguarda Giuseppe Terranova, giovane di 24 anni, figlio di Matteo, insieme alla moglie Maria Mangiafico: un nome che segna simbolicamente l’inizio della Solarino autonoma.
Quasi due secoli dopo, quella storia continua a essere raccontata.
L’Amministrazione comunale di Solarino, guidata dal sindaco onorevole Tiziano Spada, ha scelto di ricordare l’evento dell’autonomia comunale, valorizzando i colori istituzionali giallo e blu.
Colori che rimandano a una fase storica successiva rispetto alle origini, ma che testimoniano l’evoluzione dell’identità cittadina nel tempo, tra memoria e presente.
Ricordare il 1827 oggi non significa celebrare una data in modo formale, ma riconoscere il valore di un percorso collettivo.
Solarino non è il frutto di un singolo momento, bensì il risultato di tappe successive, di scelte amministrative, di uomini e famiglie, di documenti e di silenzi.
È in questa continuità che si costruisce l’identità di una comunità.
La storia, quando è condivisa e compresa, non guarda solo indietro: diventa uno strumento per leggere il presente e progettare il futuro.
E Solarino, forte delle sue radici e consapevole del proprio cammino, continua a scrivere la sua pagina, giorno dopo giorno.
Laura Liistro
Cultura
Vespa Club Pantelleria, cambio programma per l’evento Babbo Natale tra le contrade
Variazione nel programma
Comunicato per evento Babbo Natale in Vespa di domani 21 Dicembre
Il Vespa Club Pantelleria ASD , INFORMA tutta la cittadinanza che in seguito alle avverse condizioni meteo , il programma subirà qualche variazione che di seguito si riporta :
Nelle contrade il Babbo Natale riceverà i bambini presso i circoli Trieste Stella e Agricolo Scauri mentre a Pantelleria centro presso la saletta del bar Tikirriki.
Gli orari indicati nel programma iniziale rimarranno invariati.
Il Babbo Natale però vista la pioggia prevista arriverà in autovettura e non in Vespa. Approfitto a nome mio e di tutti i soci del club per auguravi un buon Natale a tutti ed un prosperoso nuovo Anno.
Vi aspettiamo numerosi.
Il Presidente Giovanni Pavia
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