Salute
Crea Sanità: quanto è “differenziata” l’assistenza sociosanitaria nelle Regioni

Regioni ancora in difficoltà sui principali indicatori dell’assistenza sociosanitaria: dove sono i disagi e dove le spese “catastrofiche” per l’assistenza.
Nord e Sud sempre divisi. La perequazione vale almeno 15 miliardi nel medio periodo. Quali azioni possibili per evitare disomogeneità e disequità soprattutto sul territorio
Il CREA Sanità conferma il gap sanitario tra Regioni (soprattutto tra Nord e Sud, ma non solo) lanciato come allarme da sindacati, associazioni, Società scientifiche e Istituti nazionali di ricerca durante l’iter del Ddl sull’autonomia differenziata approvato al Senato e ora all’esame della Camera. E i dati del Centro di ricerca, riconosciuto da Eurostat, Istat, Cnel e Ministero della Salute, composto da economisti, epidemiologi, ingegneri biomedici, giuristi, statistici, vanno anche al di là dell’analisi dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), mettendo in rapporto gli indicatori sanitari con quelli sociosanitari e sociali.
Nel 2023, secondo le analisi pubblicate a Giugno nell’XI Rapporto Crea Sanità sulle Performance Regionali (IN ALLEGATO LE SCHEDE REGIONALI), otto Regioni/Province autonome sono ‘promosse’ (di cui tre a pieni voti), sette ‘rimandate’ e sei ‘bocciate’ alla prova delle performance valutate su sei dimensioni: Appropriatezza, Equità, Sociale, Esiti, Economico-finanziaria, Innovazione.
Il dato è statisticamente rilevante in quanto “media” le preferenze di oltre 100 stakeholder del servizio sanitario (direttori generali di aziende sanitarie, professionisti sanitari, istituzioni, utenti e industria).
Le conferme o le novità sulla valutazione stanno per arrivare con lo sviluppo della nuova analisi già in fase di realizzazione e che sarà conclusa a fine primavera 2024.
Nel 2023 Veneto, Trento e Bolzano hanno ottenuto il miglior risultato (con punteggi che superano la soglia del 50% del risultato massimo ottenibile, rispettivamente: 59%, 55% e 52%).
Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche vanno abbastanza bene, con livelli dell’indice di Performance compresi tra il 47% e il 49 %. Le buone notizie finiscono qui: se Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo raggiungono livelli di performance abbastanza omogenei, seppure inferiori, compresi nel range 37-43%, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, hanno livelli di performance inferiori al 32 per cento.
In sostanza la valutazione divide in due l’Italia, con circa 29 milioni di cittadini nelle prime otto Regioni che possono stare relativamente tranquilli e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti che potrebbero avere serie difficoltà nei vari aspetti delle dimensioni considerate.
Da una valutazione intermedia della situazione regionale, elaborata in occasione della presentazione a gennaio del 19° Rapporto, Crea Sanità (IN ALLEGATO LE SCHEDE REGIONALI ), rispetto a cinque capitoli analizzati nel Rapporto (esiti, equità, prevenzione, assistenza ospedaliera ed extra-ospedaliera, assistenza farmaceutica), alcune Regioni riescono a ottenere mediamente valori superiori alla media nazionale, ma molte presentano valori inferiori, e per tutte si registrano alti e bassi rispetto agli anni precedenti con differenze marcate nei servizi e nell’assistenza.
I capitoli del Rapporto misurano dodici indicatori: mortalità evitabile, prevenibile e trattabile (per 1.000 ab.); quota famiglie i) impoverite (%), ii)soggette a spese sanitarie catastrofiche, iii) con disagio economico per spese sanitarie (%); coperture vaccinali contro l’influenza nell’anziano 65+ (%); eccesso ponderale nei bambini di 8-9 anni (%); fumatori adulti 18-69 anni (%); tasso di ospedalizzazione standard acuti ordinari (per 1.000 ab.); variazione assistiti in istituti o centri di riabilitazione accreditati 2020/2017 (%); variazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale pro-capite 2021/2019 (%); quota di persone 75+ che ha fatto ricorso all’assistenza domiciliare (%); scostamento dal tetto della spesa farmaceutica totale pro-capite (in euro).
Solo dieci Regioni hanno il maggior numero di indicatori, superiori alla media nazionale e sono, tranne la Sicilia, tutte Regioni del Centro-Nord, a partire da Lombardia e Toscana, con 10 indicatori su 12 superiori alla media nazionale, fino alla Puglia che, al contrario, ha 10 indicatori inferiori alla media nazionale su 12.
Gli esempi nelle Regioni dalle rilevazioni del 19° Rapporto Crea Sanità
Ovviamente è diverso il peso dei singoli indicatori nelle singole Regioni. Eccesso di spesa privata, disagi per le famiglie legati alla spesa sanitaria e percentuale di famiglie sottoposte a spese catastrofiche per l’assistenza sanitaria sono gli indicatori negativi più presenti. Quelli relativi alle spese catastrofiche, in negativo sono soprattutto al Sud, mentre al positivo al Centro, ma nel Nord, tranne in Veneto dive sono uno dei due soli in dici negativi, fanno sempre parte degli indicatori positivi, anche se non sempre al top. A questi si aggiungono spesso lo scarso ricorso per gli anziani all’assistenza domiciliare e il basso tasso di assistiti in strutture residenziali e semiresidenziali. “ È evidente – sottolineano gli esperti del Crea Sanità – che il denominatore comune è la debolezza estrema dell’assistenza territoriale sociosanitaria, che spesso genera situazioni di disagio estreme.”
I suggerimenti del Crea Sanità
Crea Sanità nel suo ultimo rapporto di gennaio ha già sottolineato che ‘solo’ per non peggiorare il livello di spesa sanitaria italiana rispetto a quello ben più alto degli altri Paesi Ue sono necessari investimenti extra per almeno 15 miliardi, sia pure diluiti nel medio periodo.
Ma non solo, per evitare che le risorse siano disperse, anche la cura organizzativa deve essere massiccia.
“ Dall’inizio dello scorso anno a oggi – commenta il Crea Sanità – non c’è ancora stato il necessario miglioramento delle performance regionali che avrebbe consentito di evitare disomogeneità e disuguaglianze nell’assistenza. Oltre agli investimenti, anche dal punto di vista organizzativo-strutturale per poter garantire un’assistenza omogena in tutte le Regioni, sono necessarie alcune scelte”.
“Il SSN – spiega il Crea Sanità – dovrebbe superare l’approccio concentrato sulla mera organizzazione dell’offerta clinica, mirando piuttosto a ripensarla in termini di integrazione con la presa in carico dei bisogni sociali e, più in generale, di adeguamento alla trasformazione dei bisogni, delle aspettative e dei comportamenti di consumo legate all’evoluzione tecnologica. Si devono potenziare i processi di comunicazione e collaborazione all’interno del SSN a partire dalla prevenzione, attraverso una rivoluzione culturale, capace di generare l’adesione della popolazione sull’adozione di stili di vita ‘salutari’ anche snellendo i processi di presa in carico che devono essere multidisciplinari, sviluppando livelli di integrazione tra professionisti e senza duplicazioni.
Va poi evitato l’aumento dell’iniquità, con la crescita dei casi di disagio economico (impoverimento e rinuncia alle cure) per la crescita dei consumi sanitari delle famiglie meno abbienti, anche per colpa della non integrazione del ‘circuito’” privato con quello pubblico e, soprattutto in vista di eventuali diversi gradi di autonomia regionale, vanno rivisti i criteri di riparto del fondo sanitario, da alcuni anni ‘congelati’, a parte l’intervento per inserire dal 2023 il parametro della ‘deprivazione’, una modifica che ha spostato relativamente poco l’allocazione delle risorse. In tutte le Regioni c’è una situazione non equa: nessuna riesce a erogare i Lea con i soli fondi FSN e le entrate proprie, trasformate in imposte per il finanziamento della Sanità, garantiscono un gettito regionale difforme, anche in ragione delle diverse incidenze di residenti esenti. ”
Il grafico dell’evoluzione delle Performance con l’autonomia differenziata
Salute
A Pantelleria sospesi servizi endoscopici, Assessore Pineda sollecita ASP

L’Assessore alla Salute del Comune di Pantelleria, Prof.ssa Adele Pineda, ha segnalato con una nota ufficiale la perdurante sospensione dei servizi di colonscopia e gastroscopia presso l’Ospedale “Nagar” di Pantelleria.
La Pineda ha ricordato di aver già inviato, lo scorso 21 agosto, una comunicazione all’ASP di Trapani senza ricevere risposta, sottolineando come la mancanza di un servizio essenziale costringa i cittadini a recarsi sulla terraferma, con evidenti disagi economici e sanitari.
L’Assessore Pineda ha infine rinnovato la propria disponibilità alla collaborazione con le autorità sanitarie e ha espresso apprezzamento per il personale medico e infermieristico che continua a operare con dedizione nonostante le difficoltà.
La nota
Al Commissario ASP di Trapani Dott.ssa Sabrina Pulvirenti
All’Assessore alla sanità della Regione Siciliana Dott.ssa Daniela Faraoni
Al Direttore del Distretto Sanitario di Pantelleria Dott. Luca Fazio
Con la presente intendo segnalare quanto sta accadendo nella nostra isola, Pantelleria, dove da mesi non è più possibile effettuare né una colonscopia, né una gastroscopia: questo costringe chi vive sull’isola e ha necessità di eseguire questi esami ad andare sulla terraferma sobbarcandosi, oltre alle fatiche dello spostamento, anche spese piuttosto elevate. Coloro che, per svariati motivi, non ultimo quello economico, non riescono a sottoporsi per tempo agli esami già menzionati, rischiano di scoprire una malattia sulla quale un tardivo intervento può diventare fatale.
Paradossalmente, nel frattempo, si continua a parlare della prevenzione come dello strumento principe per evitare l’insorgere o il peggioramento di determinate patologie.
Già un anno fa, proprio da Pantelleria partiva una segnalazione mediatica, divenuta anche politica grazie all’intervento degli onorevoli Dalla Chiesa e Mulè, sull’enorme ritardo con cui arrivavano gli esiti degli esami istologici: in tale occasione ero stata contattata dalla Prof.ssa Maria Cristina Gallo, che, avendo già denunciato un ritardo di 8 mesi nell’arrivo di un referto con una diagnosi terribile, mi ringraziava per aver reso pubblica una situazione di estrema gravità. Maria Cristina oggi non è più con noi, ma è triste e nel contempo provoca rabbia e frustrazione, constatare che quanto è accaduto non ha insegnato nulla: a Pantelleria, infatti, ripetiamo lo stesso errore, sospendendo un servizio essenziale per salvare delle vite.
Ho già sollevato la questione con l’ASP, inviando una PEC il 21/08/2025, con successivo sollecito, che non ha mai ricevuto alcun riscontro; il problema, come dichiarato dall’ufficio stampa della stessa Azienda Sanitaria di Trapani, pare essersi posto quando, in seguito all’inizio dei lavori di manutenzione straordinaria nei locali che ospiteranno l’ambulatorio di Endoscopia Digestiva a Pantelleria, non è stata trovata un’allocazione alternativa: ma è possibile che in tutto l’ospedale, in tanti mesi, non sia stato individuato uno spazio ad hoc per evitare di sospendere il servizio? Non bisogna essere addetti ai lavori per capire che la mancata possibilità di effettuare determinati esami potrebbe essere causa di patologie che mettono seriamente a rischio la vita. Nella dichiarazione dell’ufficio stampa dell’ASP si assicurava che l’ambulatorio sarebbe tornato pienamente operativo dalla prima settimana di settembre, ma, ancora oggi, al CUP non si prendono neppure le prenotazioni per eseguire gastroscopie e colonscopie.
Ritengo che quanto sta accadendo denoti una superficialità che non trova giustificazioni, pertanto, anche in seguito a quanto comunicatomi da diversi concittadini e di concerto con l’Amministrazione comunale di Pantelleria, ho deciso di scrivere questa lettera, che sarà inviata anche agli organi di stampa, auspicando che possa interrompere l’assordante silenzio delle Istituzioni.
Quando si parla di salute e quindi di vite umane, il tempo è fondamentale, bisogna intervenire subito e chiedere con forza e determinazione, a maggior ragione se le risposte non arrivano.
Da assessore alla sanità e da cittadina di Pantelleria ho vissuto e vivo in prima persona le tante problematiche che attanagliano il nostro territorio e sono consapevole del fatto che una risposta adeguata richieda spesso tempi molto lunghi, ma nella questione da me posta una soluzione non è solo possibile, ma anche e soprattutto dovuta.
Nonostante Il nostro ospedale possa contare sull’abnegazione e la professionalità del personale ospedaliero, che ringrazio pubblicamente, ci sono situazioni in cui è necessario che l’intervento risolutivo arrivi “dall’alto”.
Manifesto la mia totale disponibilità ad affrontare anche altre problematiche che richiedono soluzioni e risposte appropriate e resto in attesa di un positivo e sollecito riscontro.
Cordiali saluti
L’Assessore alla salute
Prof.ssa Adele Pineda
Salute
Pantelleria – Stati Generali Isole Minori, Sindaco “diritto alla cura privilegio condizionato dai limiti dei collegamenti””

Video con intervento integrale del Sindaco D’Ancona
Il Sindaco D’Ancona agli Stati Generali delle Isole Minori: “Serve una nuova stagione di attenzione e risorse per i nostri territori”
Il Sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona, è intervenuto sabato scorso agli Stati Generali delle Isole Minori, portando la voce dell’isola e delle sue comunità all’attenzione delle istituzioni nazionali.
L’evento, promosso dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, ha riunito sindaci, rappresentanti del Governo e amministratori locali per affrontare congiuntamente le criticità e le prospettive di sviluppo dei territori insulari italiani.
Nel suo intervento, il Sindaco D’Ancona ha espresso gratitudine al Governo per l’attenzione dimostrata verso le isole minori, sottolineando tuttavia la necessità di passare dalle parole ai fatti, affrontando in modo strutturale le problematiche legate alla continuità territoriale e ai collegamenti aerei e marittimi.
“I territori insulari” – ha dichiarato D’Ancona – “vivono da anni un cortocircuito tra le necessità delle comunità e la qualità dei servizi di trasporto oggi disponibili. La continuità territoriale, tanto decantata, per noi si traduce spesso in una quotidiana lotta per garantire diritti fondamentali come la salute e la mobilità”.
Il Sindaco ha raccontato episodi concreti che testimoniano la difficoltà dei cittadini panteschi nel raggiungere la terraferma, soprattutto per motivi sanitari urgenti.
“Mi è capitato” – ha spiegato – “di dover intervenire personalmente per assicurare a un concittadino in partenza per un trapianto la possibilità di volare verso Palermo. È inaccettabile che il diritto alla cura diventi un privilegio condizionato dai limiti dei collegamenti”.
D’Ancona ha inoltre evidenziato l’effetto domino che le carenze del sistema dei trasporti generano sull’intera economia locale.
“Un’isola isolata non può crescere. Se le merci restano ferme nei porti per giorni, le nostre imprese ne pagano il prezzo. È un circolo vizioso che frena ogni possibilità di sviluppo”.
Durante il suo intervento, il Sindaco ha formulato un appello alle istituzioni nazionali affinché le politiche per le isole minori siano coerenti con i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà, e ha chiesto un rafforzamento delle risorse economiche destinate alla mobilità e ai servizi essenziali.
“Non chiediamo privilegi, ma il riconoscimento dei diritti di cittadinanza piena per chi vive tutto l’anno su territori che sono parte integrante della Repubblica italiana. Il futuro delle nostre isole passa dai trasporti: solo garantendo collegamenti efficienti possiamo assicurare salute, studio, lavoro e dignità ai nostri cittadini”.
Il Sindaco D’Ancona ha infine espresso fiducia nel percorso avviato dal Ministro Musumeci, definendo questa iniziativa “una luce accesa su problemi reali, che meritano finalmente risposte conseguenti”.
Per sentire l’intervento: Intervento Sindaco D’Ancona
Salute
Leali per Pantelleria, mozione per rafforzare sanità pantesca preventiva e per malati oncologici

Due recenti fatti riportati dalla stampa degni di nota:
📌La prossima attivazione della Risonanza magnetica a Lipari.
📌l’avvio del servizio di somministrazione di farmaci chemioterapici a Lampedusa.
Due traguardi storici per le due comunità isolane.
Traguardi, che trasformano un diritto, quello alla salute, in realtà per i cittadini delle due comunità isolane. Cittadini che non dovranno affrontare più viaggi per essere curati. Due traguardi verso una sanità realmente di prossimità.
Stando a noi, dobbiamo essere felici per i nostri amici di Lipari e Lampedusa, e chiedere con forza che quei modelli positivi appena inaugurati possano anche essere realizzati sulla nostra isola.
Per questo domani depositeremo una mozione per chiedere con forza al sindaco e alla giunta tutta di porre in essere qualsiasi utile iniziativa affinché anche i nostri pazienti oncologici, i nostri pazienti fragili, non debbano più affrontare i viaggi della speranza per essere curati, o per sottoporsi ad una semplice risonanza Magnetica o Colonscopia. Bisogna darsi una smossa, lavorarci, provarci, dialogare con Asp, assessorato e ministero alla Salute. Portare nei tavoli istituzionali le ragioni della nostra comunità.
A Pantelleria occorre fare più prevenzione. È inammissibile che ad oggi ancora non riparta il servizio di Colonscopia sull’isola, costringendo i nostri concittadini a viaggiare con dispendio economico elevato.
Abbiamo un ospedale qui sull’isola che va tutelato e potenziato. E questo è compito della Politica tutta. E su questi temi, come abbiamo sempre fatto e dimostrato non ci possono essere divisioni, perché in gioco c’è la salute dei nostri concittadini.
Leali per Pantelleria.
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