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Cultura

Covid-19: tre vaccini a confronto

Giuliana Raffaelli

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Siamo al rush finale della corsa al vaccino per combattere il Covid-19 (la malattia provocata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2). Fino ad ora nessun farmaco aveva suscitato tanto interesse nel mondo della scienza e della comunicazione. E mai erano stati investiti così tanti soldi in così poco tempo in un solo vaccino. Nel mondo se ne stanno attualmente sperimentando 48, ma solo 3 suscitano un interesse tale da rendere euforici i mercati azionari. È stato sufficiente un comunicato stampa di una azienda farmaceutica che riportava le parole magiche (e tanto agognate) “efficacia” e “90%” a mettere in fibrillazione, in poche ore, i principale indici delle Borse italiane ed europee, cresciuti fino al 7% tornando ai livelli del pre-lockdown

Ma quali sono questi tre vaccini? Ripercorriamo la loro epifania tra un annuncio e l’altro.

Lunedì 9 novembre, ore 6.45 (ora standard orientale Usa): la casa farmaceutica americana Pfizer (in collaborazione con la tedesca BioNTech, Biopharmaceutical New Technologies) annuncia, con un comunicato stampa (https://www.pfizer.com/news/press-release/press-release-detail/pfizer-and-biontech-announce-vaccine-candidate-against), il successo raggiunto. È alla fase 3 di sperimentazione il primo vaccino contro il Covid-19: i risultati provvisori mostrano un tasso di efficacia superiore al 90% a 7 giorni dalla seconda dose. Sì perché questo tipo di vaccino prevede la somministrazione di due dosi e la protezione avviene dopo 28 giorni dalla prima inoculazione. Ma diamo altri numeri: 43.538 partecipanti ai trial, 94 casi confermati di Covid-19, 164 i casi che la Pfizer intende sottoporre a vaccino per raccogliere ulteriori dati.

Lunedì 16 novembre, ore 6.56 (ora standard orientale Usa): la casa farmaceutica americana Moderna annuncia, sempre con un comunicato stampa (https://investors.modernatx.com/news-releases/news-release-details/modernas-covid-19-vaccine-candidate-meets-its-primary-efficacy), che il suo candidato vaccino contro il Covid-19 ha soddisfatto i criteri statistici pre-specificati nel protocollo di studio per l’efficacia, ottenendo un valore del 94,5%. Diamo anche in questo caso dei numeri: oltre 30.000 partecipanti ai trial, 95 casi confermati di Covid-19, 150 i casi totali che Moderna ha dichiarato di voler sottoporre a studio.

Dopo questo comunicato ci si aspettava un po’ di tempo prima di avere altre notizie. Invece, il 18 novembre, Pfizer annuncia di aver concluso lo studio e lo fa con un altro comunicato stampa (https://www.pfizer.com/news/press-release/press-release-detail/pfizer-and-biontech-conclude-phase-3-study-covid-19-vaccine): 170 i casi totali sottoposti a indagine (20 in più rispetto a Moderna) e 95% l’efficacia dimostrata dal vaccino.

Lunedì 23 novembre, stavolta in una conferenza stampa, l’Amministratore Delegato della britannica AstraZeneca, Pascal Claude Roland Soriot, annuncia l’arrivo di un terzo vaccino anti-Covid sviluppato in collaborazione con il Jenner Institute dell’Università di Oxford e l’azienda Irbm di Pomezia. Ecco i dati: 11.363 partecipanti ai trial, 30 casi confermati di Covid-19. Anche in questo caso si parla di risultati provvisori provenienti dalla fase 3 di sperimentazione. Ma qui i risultati lasciano un po’ perplessi: l’efficacia è del 62% tra i partecipanti che hanno ricevuto due dosi intere di vaccino, mentre sale al 90% nei casi che hanno ricevuto inizialmente mezza dose e poi una dose intera. Perplessità che hanno fatto pensare a un errore nella sperimentazione, errore fortemente respinto dal Presidente e Amministratore Delegato di Irbm Piero di Lorenzo che, in una intervista a RaiNews, afferma “Ho letto tante notizie sull’errore nella sperimentazione, mi permetto di dire che non si tratta di errore, ma è stato un caso fortuito, cosa che nella ricerca scientifica è quasi la norma. … Quando si cerca un ago in un pagliaio c’è bisogno anche di una certa fortuna che magari fa fare un ritrovamento molto più velocemente. Questo è successo tante altre volte, la penicillina e gli antibiotici sono venuti fuori per un caso fortuito. La spiegazione è che mezza dose va a stimolare la reazione immunitaria più lentamente e poi con la dose di richiamo si ottiene l’effetto sperato in misura maggiore.” (L’intervista completa si trova al link https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/In-7-giorni-dati-vaccino-AstraZeneca-per-approvazione-a226a3b4-ecef-492a-ba81-4c38de022ec4.html?refresh_ce).

La notizia (del primo dicembre 2020) è che entro una settimana AstraZeneca consegnerà la documentazione alle Agenzie Regolatorie per l’approvazione del vaccino.

Ma che differenza c’è tra questi 3 vaccini?

I vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna sono i primi vaccini a mRNA, mentre il vaccino dell’AstraZeneca è un vaccino a vettore virale. E questo cosa vuol dire? Semplificando moltissimo, il vaccino a RNA agisce inoculando nel muscolo deltoide del braccio piccolissime particelle (nano-particelle) lipidiche che contengono un pezzo di codice genetico di RNA messaggero (mRNA) del virus. Il genoma del virus SARS-CoV-2 infetta le cellule ospite e le induce a produrre proteine virali (la proteina spike): così facendo viene stimolato il sistema immunitario e si innesca la produzione di anticorpi neutralizzati che impediscono l’infezione. Si produce quindi l’immunità.

Il vaccino AstraZeneca è diverso dagli altri due. Si tratta di un vaccino tradizionale, ossia un vaccino a vettore virale: esso si basa su un adenovirus, in dettaglio il virus del raffreddore degli scimpanzé, indebolito per non provocare la malattia. Tale virus viene sfruttato (come nel caso dell’mRNA) come vettore per trasportare l’informazione genetica del coronavirus alle cellule umane e indurre la produzione della proteina spike. Questa proteina viene individuata dal sistema immunitario stimolandolo a sviluppare gli anticorpi che andranno ad attaccare e distruggere il coronavirus.

Fin qui tutto appare chiaro. Ma ciò che risulta meno chiaro è quanto durerà l’immunità, cioè quanto tempo il vaccino garantirà all’organismo di poter affrontare e sconfiggere il virus nel caso in cui ci venga di nuovo in contatto.

Ma veniamo a vantaggi e svantaggi di queste due tipologie di vaccino.

Il vaccino a RNA messaggero ha grossi vantaggi rispetto a quello a vettore virale. Innanzitutto non contiene agenti patogeni attenuati e quindi non è infettivo. L’mRNA non entra nel nucleo della cellula ma agisce nel citoplasma (che è la porzione della cellula tra la membrana esterna e il nucleo) e questo rende più semplice la sua azione. Infine può essere prodotto in modo molto rapido, fattore da non sottovalutare in periodo di piena pandemia. Gli svantaggi sono essenzialmente logistici (relativi quindi a trasporto e distribuzione) perché i vaccini a mRNA hanno bisogno di essere mantenuti sempre alla temperatura di -70° centigradi.

Il vaccino a vettore virale (le cui fiale europee saranno prodotte in Italia) hanno due grossi vantaggi. Innanzitutto quello di immunizzare già con la prima somministrazione di mezza dose: questo vuol dire più persone immunizzate sin dall’inizio. Inoltre può essere trasportato e conservato a una temperatura “da frigorifero” tra i 2 e gli 8° centigradi, cioè con la tradizionale logistica farmaceutica.

Anche il prezzo della singola dose di vaccino cambia molto: Pfizer 19,5 dollari, Moderna 25 dollari, AstraZeneca 2,80 euro.

E in Italia quale vaccino arriverà e quando?

Per ora sembra che l’Italia stia acquistando tutti i principali tipi di vaccino, che arriveranno a gennaio e saranno gratuiti per tutti. Il 2 dicembre il Ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato che “l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Johnson & Johnson 26,92 milioni di dosi, per il contratto con Sanofi 40,38 milioni di dosi, per il contratto con Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi, per il contratto con CureVac 30,285 milioni di dosi, per il contratto con Moderna 10,768 milioni di dosi. Sono chiaramente numeri ancora subordinati a processi autorizzativi che non sono ancora completati”.

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

Personaggi

Oggi cento anni dalla nascita del compianto e geniale Andrea Camilleri

Redazione

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Il 6 settembre cento anni dalla nascita del padre del Commissario Montalbano

Le sue opere letterarie sono state tradotte in almeno 120 lingue e da molti è stato considerato uno de nobel italiani mancati. Premio o no resta uno dei più grandi autori della nostra letteratura. Camilleri di libri ne ha scritti oltre cento durante la sua lunga carriera.
Sono lavori molto diversi tra loro, uno scrittore eclettico che ha lasciato romanzi ma anche raccolte di racconti brevi, saggi, pezzi teatrali. Senza alcun dubbio però sono i libri di Montalbano quelli in assoluto più famosi, e anche i più venduti in Italia. Gran parte delle opere narrative prodotte da Camilleri sono ambientate a Vigata, una cittadina immaginaria che nella fantasia dell’autore corrisponde alla sua città natale Porto Empedocle. Qui sono collocati tutti i romanzi storici scritti da Camilleri, che, come lui stesso ha più volte sottolineato, sono una parte fondamentale di tutta la sua produzione letteraria.

I più conosciuti sono La mossa del cavallo, La stagione della caccia e La concessione del telefono.
Tutti e tre hanno dato vita a dei film trasmessi dalla RAI negli ultimi due anni. Il cuore delle celebrazioni Rai è il documentario “Camilleri 100”, in onda in prima visioneoggi su Rai Diretto da Francesco Zippel e coprodotto da Rai Documentari, si avvale di testimonianze, materiali d’archivio e ricordi familiari, in modo da restituire ai telespettatori un affresco intimo e carico di preziose parole. Sul piccolo schermo vediamo Luca Zingaretti e Michele Riondino, che rivelano curiosità dal set delle fiction ispirate ai suoi romanzi, e Fiorello, che racconta il rapporto di amicizia che lo legava allo scrittore. Spazio anche agli affetti più stretti: le nipoti Arianna e Alessandra offrono scorci sulla dimensione privata del nonno. Gli attori Fabrizio Gifuni e Sergio Rubini ricordano invece i giorni in cui Camilleri fu loro maestro in Accademia. Un racconto corale, dunque, che ripercorre tanto la sua carriera quanto l’eredità culturale lasciata a chi lo ha conosciuto.

Salvatore Battaglia

Presidente Accademia delle Prefi

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Ambiente

Pantelleria, liberata la poiana del Gadir, nella valle incantata di Giovanni Bonomo – VIDEO

Direttore

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Torna a volare la regina del vento e del cielo, grazie a tante persone che si sono prese cura di lei – V I D E O

Lo scorso lunedì primo settembre 2025 è stata liberata la poiana rinvenuta nelle acque del golfo di Gadir, qualche settimana fa da Eddy Famularo.

Video del salvataggio a Gadir

Il rapace, letteralmente in fin di vita, è stato affidato dal titolare del noto diving di Gadir  alla  Forestale, come ci racconta Anselmo Consolo, presidente dell’Associazione L’Avamposto di Pantelleria, nel video che segue

I “passaggi di mano” di quello che poi sarebbe tornato ad essere uno splendido esemplare di poiana, sono avvenuti grazie all’Ispettore Superiore e Reggente del Distaccamento del Corpo Forestale di Pantelleria Camillo Matera e l’Agente Domenico Benigno. Ma anche grazie anche alla Sovrintendente Capo ed esperta di recupero fauna selvatica Silvia Muratore del Corpo Forestale della Regione Sicilia e alla consultazione del Dott, Gianni Giardina del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Ficuzza.

Ecco cosa è accaduto alla poiana – Video

E il coronamento di tutta questa straordinaria avventura, per la poiana fortunata e i suoi salvatori è stato il momento della liberazione, anzi la location deputata a riportare in libertà questo meraviglioso uccello: la valle incantata, nella tenuta di Giovanni Bonomo, a Buggeber con vista lago-mare mozzafiato.

La liberazione del del rapace – VIDEO


Ivi silenzio, bellezza e vita regnano sovrani.
La natura è perfettamente rispettata al punto di sembrare un luogo non contaminato più di tanto dalla presenza dell’uomo. 

Fortunata, chiamerei la nostra poiana che è stata accudita da persone sensibili e tornata in libertà attraverso un volo spettacolare e toccante, accarezzato dal vento lungo la valle incantata.

Ecco uno dei privilegi di vivere a Pantelleria: conservare con cura e “gelosia” il proprio territorio, per molte persone diventa uno stile di vita, una missione, affinchè perseverino dinamiche ancestrali di madre natura.

A tutti gli attori di questa nuova avventura a lieto fine, un plauso, per l’impegno e la volontà che ogni giorno coltivano per l’ambiente, la cultura e la vita di una singolare isola come la nostra Figlia del Vento. Essi hanno reso possibile, ora come in passato decine e decine di volte, possibile il volo liberatorio di uccelli feriti o a rischio di morte.

Così il monito viene da sè: stiamo più attenti e sensibili al nostro microcosmo, ponendo ciotole di acqua in zone d’ombra, evitando rumori molesti prolungati, e quanto altro ci venga in mente per favorire la convivenza tra noi e gli altri esseri viventi preziosi che la natura ci ha offerto come compagni di vita sulla Terra.

 

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Cultura

“Pantelleria Isola Maestra”, sul libro di Franca Zona note di Angelo Fumuso

Redazione

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In un tempo in cui si parla di sviluppi sostenibili, di nuove strade da percorrere per l’isola, questo libro di Franca Zona giunge a fagiolo. Mi  ha dato spunto a riflessioni e ragionamenti che ho voluto bloccare scrivendo.

Pantelleria, l’isola Maestra, gia’ il titolo e’ molto eloquente: il termine Maestra e’ azzecatissimo. Maestro e’ colui che insegna e allora poniamoci il quesito, : ma cosa ci insegna la nostra isola? Quali saperi ci trasmette ?

“Pantelleria luogo antropologico che non si lascia affascinare dal nuovo che avanza”, troviamo a a pagina otto. In un vecchio biglietto di auguri, che qualche anno fa ricevetti, cera una dedica che ancora ricordo. “Non sei vecchio, sei solo antico”. Due sinonimi che sinonimi non sono, vecchio si addice ad una cosa obsoleta che non si adopera piu’ caduta in disuso in quanto il suo uso e’ stato superato. Antico e’ una cosa il cui valore e uso si continua nel tempo ed e’ valido sempre. Scusatemi l’ardire di paragonarmi alla mia isola, ma sono convinto che  io e la mia isola, siamo antichi !

Il sapere che ci trasmette e’ un sapere antico fatto di adattamento, di sopravvivenza, di usi e costumi atti a superare e domare le difficoltà che vivere e sopravivere in un isola ha posto ai nostri antenati. 

Parliamo sempre di bellezza 

“Insula una,facies mille “. Mai definizione e’ stata cosi’ calzante per definire l di qualche decennio fa.a nostra isola, ” lo scoglio nero” come lo chiamo io. Nei varia anni, parlando con gli amici che sono venuti nell’isola , che sentendo il perimetro dell’isola mi dicevano apertamente , ma e’ un isola che si puo’ girare tranquillamente a piedi. Che si possa girare a piedi, volendo, e’ cosa fattibile!  basta essere dei buoni maratoneti! Ma venendo sull’isola e toccando con mano l’orografia dell’isola si capisce bene che questa, nel suo piccolo, e’ un continente! Ci si rende conto subito che ci vuole un’auto o magari uno scooter, anche considerando la brevità delle vacanze ( una settimana ) rispetto ad una volta ( un mese).

La natura unica e indomabile si presenta con innumerevoli ” facies’, ora calma statica , ora impetuosa con un vento travolgente di Maestrale ed una costante di Scirocco. Pensiamo sempre di poterla domare, ma Lei strappa le redini e si alza prepotente e impietosa, carattere indomito.

Ricordo nell’unica e irrepetibile conferenza dell’amico e Archeologo Nicolinaffigura il pantesco come un contadino che da’ le spalle al mare e guardai in tal senso ilaffigura il racconto di una nave da guerra inglese che attracco davanti all’isola convinta di essere al sicuro e se ne dovette scappare di corsa  di corsa per non finire sugli scogli della lanterna. Osa che  ancora oggi accade: pensiamo al peschereccio e allo jacth cronaca di qualche decennio fa.

Il pantesco rappresenta una pecularieta’ piu’ importante: Abitante di un isola posta al centro del Mediterraneo, tra le coste africane e siciliane, sempreAGRICOLTURA. terra di conquista contesa tra i popoli africani e i popoli europei, non e’ amante del mare ! Preferisce sempre l’AGRICOLTURA.oggetiva

Nel suo libro, raffigura il pantesco come un contadino che da’ le spalle al mare, per rivolgere il suo sguardo all’interno dell’Isola. Se non e’ questa la piu’ grandeari Dammusi i e delle contrade in un primo periodo, ari contraddizione e pecularieta’ del mondo !

Come ben dice l’Archeologo Thomas Scifer, l’isola e’ ben visibile  dall’ Africa che tra l’altro e piu’ vicina, rispetto alla Sicilia. L’isola di origine vulcanica, e’ stata abitata  per prima dagli uccelli nel loro processo di migrazione dall’Europa all’Africa  e viceversa., , infatti fu chiamata ” Iranim” L’isola degli struzzi”. Cosi’ fu colonizzata da Cartagine ed entro a fare parte della loro federazione. Era un isola Stato con la sua moneta, il suo esercito e il suo governo.

Ripeto il pantesco non guarda il mare, guarda l’ierno dell’isola, infatti lui e’ prettamente contadino piuttosto che marinaio.

Il pescatore lo fa solo per diletto specialmente quando lavora nei terreni, Da piccolo di dietro isola, stanco di nutrirsi  di zibibbo e dei prodotti del suo orto. Infatti i pescatori professionisti si sono contati sempre sulle dita di una mano. 

Lo spirito unitario e di collaborazione reciproca, cosa rara per il pantesco che come contadino ha sempre una visione sempre una visione sogg” vinni in “casa”. Casa ettiva, si vede solamente quando nacquero le contrade che unitariamente costruirono chiesa e Circolo

CIRCOLO – quando nella presentazione avete nominato i Circoli Panteschi, mi sono ritornati alla mente alcuni discorsi. L’isola per molti secoli e’ stata riserva di caccia del Re. Quando questo vincolo cadde, i Panteschi cominciarono a colonizzare di terreni per l’Agricoltura l’isola, oltre i terreni vicino il capoluogo.

 Costruirono dei piccoli Dammusi monocamera e la stalla per lo Sceccu. Quando i terreni erano confinanti, si crearono le contrade.  Unitariamente gli abitanti delle contrade, costruirono Chiesa e Circolo.

E per me il termine Circolo riechceggia questo significato di unitarieta’ di eguaglianza tra gli abitanti. Un po’ come la tavola  rotonda di Re Artu’,  presieduta da lui con i cavalieri in una posizione egualitaria con tutti. Il presidente era ed e’ eletto dai soci e le cariche sociali, ruotano come nella Repubblica di Atene. Da piccolo sentivo sempre dire agli anziani ” turnamu ‘casa” . Casa era il paese , il capoluogo dell’Isola, cioe’ Pantelleria centro. E questo per avvolorare la precarieta’ del vari Dammusi i, sparsi sull’isola e l’attaccamento al centro dell’Isola, cioe’ Pantelleria Centro.

Sicuramente usero’ il libro di Franca come una bussola, un Bignami  che mi fara’ guida nel mio cammino alla scoperta della mia isola.

Angelo Fumuso

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