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Ambiente

Continua l’attività dell’Etna: Musumeci dichiara lo stato di crisi

Giuliana Raffaelli

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Il pomeriggio del 16 febbraio scorso l’Etna è entrato nuovamente in eruzione dopo alcuni mesi di quiete. E da quel giorno non si è più fermato. Le sue manifestazioni, comunque, non sono preoccupanti dal punto di vista vulcanologico ma rientrano nella sua normale attività.

Da come si apprende dal bollettino emesso dall’osservatorio etneo ieri 7 marzo alle ore 15:00, tutti i dati raccolti finora sono infatti nella norma. L’ampiezza del tremore vulcanico si mantiene su valori medi e la localizzazione risulta in prossimità del cratere Bocca Nuova. Gli eventi infrasonici sono pochi e di bassa energia e localizzati in corrispondenza del medesimo cratere. I dati delle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo, infine, non hanno mostrato ulteriori variazioni significative rispetto a quanto comunicato nei precedenti aggiornamenti. Anche l’ultimo bollettino di oggi (ore 11.54) non evidenzia particolari differenze: le colate di lava messe in posto nella Valle del Bove nel corso dell’attività eruttiva di ieri non sono più alimentate e i fronti sono in raffreddamento. Attraverso l’analisi delle immagini delle telecamera di sorveglianza si è osservato che il campo lavico si è sviluppato ramificandosi in tre differenti bracci: quello più esteso ha interessato il settore occidentale della Valle del Bove estendendosi sino a circa 1800 metri sul livello del mare. L’attività eruttiva continua negli altri crateri sommitali.

Ma nonostante queste rassicurazioni, la vita dei cittadini dei paesi alle pendici del vulcano comincia a essere davvero critica.

L’eruzione parossistica di ieri mattina (7 marzo) ha fatto ricadere abbondante cenere, lapilli e brandelli di lava (con diametro fino a diversi centimetri) sui paesi collocati nelle pendici est del vulcano. La situazione più problematica si è verificata a Sant’Alfio, Giarre e Mascali, tanto che la protezione civile regionale ha dovuto attivare i suoi funzionari e ha eseguito i primi monitoraggi e sopralluoghi.

Problemi si sono verificati anche in alcuni tratti dell’autostrada A18 Messina-Catania. Tra Giarre e Fiumefreddo le squadre di Autostrade Siciliane sono dovute intervenire per liberare le carreggiate ricoperta da cenere vulcanica dopo l’intensa attività del cratere sud-est. Anche il tratto compreso tra Fiumefreddo e Giarre è rimasto chiuso per qualche ora per le operazioni di rimozione del materiale vulcanico.

Il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci,  ha effettuato nel pomeriggio di ieri un sopralluogo nei centri etnei colpiti dalla pioggia di cenere e lapilli. Dopo un incontro con il capo della protezione civile regionale Salvo Cocina ha annunciato la proclamazione dello stato di crisi e richiesto, al governo nazionale, lo stato di calamità per le zone interessate dal fenomeno.

Come si legge nella sua pagina Facebook “Il presidente Musumeci ha annunciato una prima erogazione di un milione di euro a favore dei Comuni colpiti e l’avvio delle procedure per l’acquisto di ulteriori mezzi idonei alla asportazione della cenere, da tenere a disposizione dei sindaci in caso di necessità. Al tempo stesso il governatore ha affidato all’assessore alla Salute Ruggero Razza il compito di verificare con le istituzioni sanitarie nazionali se la cenere vulcanica possa costituire pregiudizio alla salute delle persone che ne vengono a contatto. «È solo un eccesso di prudenza -puntualizza Musumeci- ma, come si sa, la prudenza non è mai troppa».”

(Foto: il paese del paese di Giarra coperto dalla cenere, dalla pagina Facebook di Nello Musumeci)

Giuliana Raffaelli

Laureata in Scienze Geologiche, ha acquisito il dottorato in Scienze della Terra all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi sui materiali lapidei utilizzati in architettura e sui loro problemi di conservazione. Si è poi specializzata nell’analisi dei materiali policristallini mediante tecniche di diffrazione di raggi X. Nel febbraio 2021 ha conseguito il Master in Giornalismo Scientifico all'Università Sapienza di Roma con lode e premio per la migliore tesi. La vocazione per la comunicazione della Scienza l’ha portata a partecipare a moltissime attività di divulgazione. Fino a quando è approdata sull’isola di Pantelleria. Per amore. Ed è stata una passione travolgente… per il blu del suo mare, per l’energia delle sue rocce, per l’ardore delle sue genti.

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