Economia
Codici: si moltiplicano ordinanze di sospensione pignoramenti, sotto accusa società di recupero crediti

Stanno arrivando importanti novità per una questione nota ed annosa. Parliamo dei pignoramenti. Recentemente si sono registrate diverse ordinanze che hanno sospeso o addirittura annullato le procedure a causa di irregolarità legate alla società incaricata del recupero crediti. Alcuni casi sono seguiti anche dall’associazione Codici.
“Parliamo di una vicenda che si trascina da anni – spiega Livio De Miranda, consulente esperto di anomalie bancarie –, ma che solo ora sta ricevendo la giusta attenzione. Il tema è un po’ complesso, quasi per addetti ai lavori, ma è importante che se ne parli perché le conseguenze per i cittadini interessati sono molto importanti. Ma andiamo con ordine. Ogni anno le banche devono dimostrare di essere in regola con i conti. Per farlo possono ricorrere alla cartolarizzazione, ovvero ad operazioni che sono previste e disciplinate dalla legge nazionale n. 130/1999 e dall’articolo 58 del Testo Unico Bancario. Quando hanno dei crediti insoluti, perché il cliente non è riuscito più a pagare le rate del mutuo o del finanziamento, le banche li dichiarano inesigibili e li cedono a società di riscossione. E qui nasce il problema. Queste società devono nominare degli intermediari finanziari che devono essere iscritti ad un albo ad hoc, rispondendo a determinati requisiti, norme stringenti su cui vigila la Banca d’Italia e che riguardano sia la costituzione che l’attività. Si tratta di società di cartolarizzazione che vengono qualificate come SPV e possono agire in maniera diretta oppure affidandosi ad un altro soggetto. Sono i cosiddetti Servicer o Master Servicer, che devono essere iscritti ad un albo delle Banche e degli Intermediari Finanziari disciplinato dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario. È quanto previsto dall’articolo 2 della legge 130/1999 citata in precedenza. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le ordinanze da parte dei giudici in merito ai pignoramenti perché è emerso che le società di recupero crediti coinvolte non avevano i titoli per svolgere tale attività. Parliamo soprattutto delle SPV. Il giudice ha quindi disposto la sospensione del pignoramento o l’estinzione della procedura. Alcune ordinanze le abbiamo ottenute con i nostri avvocati. Siamo convinti che situazioni del genere siano più numerose di quanto è emerso finora. La vicenda, come detto, è annosa, ma è rimasta sempre marginale, di fatto è stata ignorata un po’ perché si è sempre dato tutto per scontato un po’ perché la questione, come detto, è particolarmente tecnica. Il problema, come abbiamo visto, c’è ed è anche molto grave. È bene, quindi, verificare non solo la propria posizione quando si è oggetto di un pignoramento oppure si rischia di subirlo, ma anche quella della società di recupero crediti, perché potrebbero emergere delle irregolarità che rimettono tutto in discussione. E parlando di pignoramenti, non è certo un dettaglio”.
“Siamo di fronte ad una grande novità nelle procedure esecutive – sottolinea Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, dovuta alla scoperta di una clamorosa falla di legittimazione che interessa la società cessionaria e mandataria. Si tratta di un difetto di rappresentanza eccepibile in ogni momento del giudizio, anche dopo l’udienza di vendita. Questo significa che i cittadini oggetto di una procedura di pignoramento oppure che rischiano un pignoramento, perché sono in ritardo con i pagamenti, possono ottenere la sospensione o l’estinzione della procedura nel caso in cui dovesse emergere che la società incaricata di recuperare i crediti non abbia i titoli per farlo. Il nostro invito, quindi, è quello di verificare la procedura e di non dare nulla per scontato, perché si potrebbe essere vittime di una grave scorrettezza”.
L’associazione Codici è pronta a fornire assistenza con i propri esperti e legali per verificare la correttezza della procedura di pignoramento, in particolare, come detto, per quanto riguarda la regolarità della posizione della società di recupero crediti. Per informazioni e chiarimenti è possibile telefonare al numero 065571996 oppure inviare un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.
Ambiente
Pantelleria, nuovo Consiglio Comunale su: incendi e bilancio

Il 24 settembre dalle ore 12, si terrà Consiglio Comunale sui seguenti punti all’ordine del giorno
Economia
Apicoltura, Regione dà il via libera a bando da oltre un milione e trecentomila euro

Formazione, scambi di buone pratiche, lotta a parassiti e malattie, prevenzione delle avversità climatiche, ripopolamento del patrimonio apistico, acquisto di sciami. Sono questi alcuni degli obiettivi del bando “Azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione del miele” per la Campagna apistica 2025-2026, pubblicato dall’assessorato dell’Agricoltura. Si tratta di un finanziamento europeo (fondo Feaga) e statale, che l’Ue e il Ministero dell’agricoltura assegnano annualmente alle Regioni per sostenere gli investimenti sulla produzione, la commercializzazione del miele e per incrementare i livelli produttivi.
Nel dettaglio, l’azione A del bando, rivolto agli apicoltori e alle organizzazioni del settore, riguarda i servizi di assistenza tecnica, consulenza, formazione, informazione e scambio delle migliori prassi, anche tramite la creazione di reti.
L’azione B, invece, è relativa agli ivestimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali e ad altre iniziative più specifiche come la lotta contro gli aggressori e le malattie dell’alveare, in particolare la varroasi; la prevenzione dei danni causati da avversità atmosferiche e promozione dello sviluppo e dell’uso di pratiche di gestione adattate a condizioni climatiche in evoluzione; il ripopolamento del patrimonio apistico nell’Unione, incluso l’allevamento delle api e la razionalizzazione della transumanza; l’acquisto di attrezzature e sistemi di gestione (hardware e software) per il miglioramento qualitativo e la valorizzazione delle produzioni dell’alveare destinate al commercio.
Infine, l’azione F si concentra sulla promozione, comunicazione e commercializzazione, e sulle attività del mercato, con particolare attenzione al tema della sensibilizzazione dei consumatori sulla qualità dei prodotti dell’apicoltura.
Il bando é consultabile a questo link
In copertina Denny Almanza noto apicultore di Pantelleria
Economia
Oltre 1,5 milioni ai centri antiviolenza. Albano: «Promuoviamo la cultura del rispetto»

Oltre un milione e mezzo di euro per la gestione dei centri antiviolenza iscritti all’albo regionale o che hanno ottenuto l’autorizzazione al funzionamento. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali ha emanato un decreto, rivolto ai Comuni, per erogare i contributi destinati a coprire i costi sostenuti, o ancora da sostenere, delle strutture nel periodo tra novembre 2024 e ottobre di quest’anno. Le risorse provengono dalla quota assegnata alla Sicilia dal governo nazionale del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Per accelerare il trasferimento delle somme, l’assessorato ha deciso di avvalersi delle amministrazioni comunali.
«Investire sulle strutture e sui servizi di supporto è un passo essenziale per promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti di tutte le donne – dice l’assessore Nuccia Albano – contribuendo a costruire una comunità più sicura, inclusiva e solidale. Considerato che i costi dei centri antiviolenza possono differenziarsi a seconda dell’area geografica e della loro attività, abbiamo ritenuto opportuno acquisire il fabbisogno delle spese relative a un preciso periodo, fermo restando il limite massimo di contributo di 50 mila euro per ciascuna struttura. Il governo Schifani continuerà a lavorare con impegno affinché ogni donna possa trovare un riferimento stabile e una rete di protezione efficace, perché nessuno debba più subire in silenzio violenza o discriminazione».
Ciascuna amministrazione comunale dovrà presentare un prospetto delle spese redatto dal centro antiviolenza presente sul proprio territorio, così da consentire al dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali di procedere al riparto delle somme. I Comuni dovranno trasmettere la documentazione tramite Pec, entro il prossimo 15 ottobre, all’indirizzo: dipartimento.famiglia@certmail.regione.sicilia.it.
Il decreto è disponibile sul sito istituzionale della Regione Siciliana a questo indirizzo
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