Cultura
Caterina Salsedo non riesce a dimenticare la sua Pantelleria
Una Pantesca che non ha mai dimenticato la sua isola
In copertina mia madre Caterina Salsedo, 96 anni originaria di Pantelleria, con mia moglie Ida.

In questa, sempre mia madre all’epoca del matrimonio con mio padre, allora 2° Capo della Regia Marina in forza alla guarnigione militare dell’isola. Fino a che mio padre è stato in vita, i miei genitori ogni anno, all’inizio dell’estate, erano presi da una sorta di irrefrenabile frenesia, lasciavano in tronco tutto e tutti e partivano alla volta di Pantelleria, dove restavano per l’intera stagione. D’altronde in quegli anni erano ancora in vita molti della loro generazione, mia madre poi aveva ancora i fratelli, Totò e Agostino, e l’amata sorella Maria (la moglie di Pino Di Fresco). La giornata tipo dei miei era la mattina al mare in gruppo e la sera, sempre in gruppo con i loro coetanei, a passeggiare per la banchina e a raccontarsi del tempo della loro giovinezza. Insomma alla ricerca del bel tempo perduto, ricerca in cui mio padre era maestro. Mia madre amava moltissimo il mare e, come tutte le donne pantesche, era una brava ed esperta nuotatrice, questa cosa spaventava non poco mio padre quando, durante la quotidiana nuotata, la vedeva letteralmente scomparire all’orizzonte.
Di ciò egli poi, al ritorno delle vacanze, si lamentava con me, dicendo: “Insomma non è più una ragazza!” (infatti aveva superato di non poco i 70). La cosa mi faceva sorridere, in quanto mi veniva subito alla mente di quando negli anni Sessanta, non essendo per qualche ragione potuti venire a Pantelleria, andavamo al mare al Lido Azzurro di Torre Annunziata, dove c’era la bellissima sabbia nera del Vesuvio. A quel tempo il nuoto non era così diffuso tra la gente, anche perché quella che affluiva ai lidi di Torre proveniva in massima parte dall’entroterra campano. Soprattutto poi le donne in maggioranza non sapevano nuotare. E mia madre con le sue nuotate all’orizzonte meravigliava e allarmava tutti, compresi gli stessi bagnini. Mi sembra ancora di udire le esclamazioni del tipo “Ma chella è overamente na pazza!” (Ma quella è veramente una pazza!). Oggi, a 96 anni, Caterina Salsedo, ha ancora una tremenda nostalgia della sua isola e, a volte, si arrabbia con se stessa per il suo malandato stato fisico che non le permette di viaggiare. E immancabilmente mi chiede “Cosa si dice a Pantelleria?”, “E a via Trapani?”, “Quest’estate vai a Pantelleria? Se ci vai salutami tizio, caio e sempronio.” Di Pantelleria le racconto quanto apprendo dal Giornale di Pantelleria, purtroppo foto non ne può vedere per gravissimi problemi alla vista. Di via Trapani non dico niente, come fare a dirle che è praticamente disabitata e che tizio, caio e sempronio non ci sono più, che la sua generazione è stata inesorabilmente cancellata dal tempo. Poi sembra distrarsi e infine, ritornata di nuovo attenta, mi snocciola, nitidi (lei che spesso non ricorda fatti recenti), episodi della vita nell’isola durante la guerra. Incredibilmente precisi nei
minimi particolari. Alla fine, sospira, e mi dice “Pantelleria è ancora bella, non è vero?” E’ una conferma più per se stessa che per me. Pantelleria ancora nel cuore. Per sempre.
Cultura
Pantelleria, Ministero di Accolitato a don Franco e Don Giuseppe: 21 dicembre con il Vescovo
In Chiesa Matrice Ss Salvatore, domenica 21 dicembre sarò una giornata particolare per la comunità strettamente religiosa di Pantelleria.
Se, infatti, da una parte avremo l’anniversario dell’arrivo sull’isola delle Suore delle Poverelle, dall’atro durante la stessa celebrazione Eucaristica di ringraziamento delle ore 11:00, il nostro Vescovo Angelo Giurdanella conferirà il Ministero dell’Accolitato a Franco Palumbo e Giuseppe Crimi.
Per saperne di più: Suore delle Poverelle, 80 anni di professione a Pantelleria. Messa con il Vescovo Giurdanella
Cultura
Pantelleria, Sold out per Antonino Maggiore e il suo libro “Le note stonate”
Presentazione con mini spettacolo per un pubblico di ogni età
Sold out al Circolo Ogigia, sempre magistralmente capitanato da Florinda Valenzain occasione della presentazione del libro di Antonino Maggiore “Le note stonate”.
Il pomeriggio culturale Centro ha ottenuto un tale successo da superare le previsioni degli organizzatori.
Un pubblico così nutrito, sfidando il vento e il gelo, ha totalmente gremito la sala dello storico circolo di Pantelleria Centro. Persone di ogni età è accorsa a conoscere la nuova opera del musicista pantesco.
Moderata da Franca Zona, esperta e raffinata scrittrice, e da Giovanna Drago, insegnante sensibile e preparata, la presentazione ha alternato momenti di pura e intimistica commozione a quelli di leggerezza e sobrietà, esattamente come lo stesso libro, “Le note stonate” (Casa Editrice Menna – Avellino) fa e induce a fare durante la lettura.

Antonino Maggiore, presentato come uomo e come scrittore da Franca Zona, è definito “maestro per passione”. “Le note stonate” viene scritto in quattro giorni, o meglio notti. La stesura è nata come un “viaggio segreto” da condividere con poche persone. E così, inizialmente è stato: l’autore aveva mandato ciò che egli stesso ha definito un opuscolo, a Giovanna Drago la quale immediatamente inizia un’opera di convincimento alla pubblicazione che svolta quando la collega lo invita a riflettere sul ruolo degli insegnanti che devono essere anche degli educatori, in un contesto storico dove spicca la fragilità degli alunni.
Da qui, l’invio alla casa editrice e parte tutta questa nuova avventura da cui si appalesa la personalità di Antonino Maggiore.
L’entusiastico approccio non solo alla lettura, ma all’ascolto del libro “Le note stonate” era palese ancor più pensando alle ondate di sentimenti e percezioni che da esso scaturiscono.

Per sorpresa del protagonista del pomeriggio letterario, un capannello di suoi alunni, ad un certo punto, lo ha circondato in un coro canoro, o meglio, in abbraccio canoro, affettuoso e leggiadro per la tenera età.
Un sipario, un piccolo ma dolce spettacolo che ha reso ancora più apprezzato l’evento de “Le note stonate”.

Cultura
Suore delle Poverelle, 80 anni di professione a Pantelleria. Messa con il Vescovo Giurdanella
80° di Professione Religiosa sull’isola
Per gli 80 anni di professione religiosa sull’isola, sono previsti grandi festeggiamenti.
Sabato 20 dicembre ore 20.00 VEGLIA DI PREGHIERA “MENDICANTI DI LUCE” in Chiesa Madre SS Salvatore;
Domenica 21 dicembre ore 11.00 Chiesa Madre CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI RINGRAZIAMENTO presieduta dal nostro Vescovo Angelo Giurdanella a cui seguirà un rinfresco in oratorio.
Suore delle Poverelle a Pantelleria
La presenza delle Suore Poverelle a Pantelleria risale al lontano 1945, quando il primo gruppo di sei suore fu destinato all’ospedale di Khamma. Da allora si sono susseguiti anni di servizio operoso, di dono gratuito verso i malati, gli anziani, i bambini e la comunità tutta. Una presenza silenziosa ma attiva, fatta di dedizione, disponibilità, ascolto, accoglienza, attenzione ai più deboli e ai più bisognosi ma anche di gioia e di affetto, di entusiasmo e di vitalità.
Fondazione della congregazione
La congregazione ha origine nel 1864 a Bergamo, per opera di Don Luigi Maria Palazzolo.
Il sacerdote realizzò un’associazione di volontarie, per curare la gestione di un oratorio destinato alle ragazze povere del rione popolare di San Bernardino. Le donne si occupavano dell’insegnamento del catechismo e di varie attività caritatevoli a vantaggio della gioventù derelitta.
Le suore, dette delle Poverelle, da allora continuano a dedicarsi alle opere a favore della gioventù, aggiungendo tra le loro finalità la visita ai poveri e agli ammalati a domicilio, la cura degli orfani e, più tardi, l’insegnamento. Nel 1875 aprirono la prima filiale a Vicenza e l’anno successivo a Brescia e a Breganze.
Vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 5 gennaio 1919.
Le religiose dell’istituto ampliarono rapidamente il loro ambito di azione.
Infatti, nel 1919 fondarono una casa a Roma, dove vennero loro affidati i servizi domestici presso il pontificio collegio Urbano di Propaganda Fide. Nel 1922 aprirono a Grumello del Monte un centro per la cura e la riabilitazione dei disabili gravi. Poi, nel 1926 presero ad assistere le detenute del carcere di Bergamo e a partire dal 1931 si dedicarono all’assistenza delle comunità di emigrati italiani in Francia, Belgio e Lussemburgo. Nel 1952, fondando una casa in Congo, si aprirono all’apostolato missionario. In occasione dell’epidemia di ebola verificatasi nel maggio 1995 a Kikwit (Congo), alcuni ammalati furono ospitati presso un ospedale diretto dalle suore. Le religiose continuarono la loro opera di assistenza anche quando si capì che il contagio era quasi inevitabile.
Sei di loro, tutte provenienti dalla Lombardia, contrassero la malattia e morirono.
Le Suore delle Poverelle si dedicano all’istruzione, alla gestione di orfanotrofi e case famiglia, all’assistenza agli emarginati e agli ammalati.
Oltre che in Italia, le suore sono presenti in Brasile, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Kenya, Malawi, Perù e Svizzera; la sede generalizia è a Bergamo.
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