Cultura
Buongiorno e Buon Febbraio 2025! IMMAGINI, proverbi e curiosità

Oggi inizia febbraio: tante curiosità sul 2° mese dell’anno, i proverbi più famosi e le immagini per il buongiorno di Filomena Fotia da meteoweb.eu
Buongiorno e Buon febbraio 2025!
Archiviato gennaio, diamo il benvenuto al 2° mese dell’anno, un periodo che ci avvicina sempre di più alla primavera e che porta con sé nuove opportunità, speranze e obiettivi da raggiungere. Febbraio è il mese più corto dell’anno, ma non per questo meno importante: è il momento perfetto per ricaricare le energie, riflettere sui traguardi già ottenuti e pianificare il futuro con entusiasmo.
Buongiorno e Buon 1° febbraio, le immagini
. Di seguito tante curiosità, a partire dal significato del nome del secondo mese dell’anno.
Perché questo mese si chiama così?
Il nome viene dall’antica Roma, quando il mese di febbraio era l’ultimo dell’anno. Durante questo mese si tenevano i Lupercali, la festa della purificazione, ed è proprio dal latino “februare” (che significa “purificare” o “un rimedio agli errori” in onore del dio etrusco Februus e della Dea romana Febris) che viene il nome del mese più corto dell’anno. Il calendario romano originale era più breve di quello gregoriano: fu Numa Pompilio ad aggiungere Gennaio e Febbraio, rendendo l’anno uguale a quello solare. Fino al 46 a.C. nell’antica Roma l’anno iniziava il 1° marzo, due mesi dopo rispetto ad oggi: Settembre era il settimo mese dell’anno, Ottobre l’ottavo, Novembre il nono, Dicembre il decimo. Inizialmente il mese di luglio era chiamato Quintilis (quinto mese) ed agosto Sextilis (sesto mese). La riforma del calendario, promulgata da Giulio Cesare ed introdotta nel 46 a.C. introdusse il nome “luglio” in suo onore, e agosto invece deriva il suo nome da Ottaviano Augusto. A partire dalla riforma giuliana del calendario, febbraio è diventato secondo mese dell’anno, con 28 giorni e 29 giorni negli anni bisestili.
Il calendario in uso oggi nei paesi occidentali è il calendario gregoriano, introdotto nel 1582.
Detti e tradizioni
Tra i proverbi sul mese di febbraio possiamo ricordare “Febbraio febbraietto corto e maledetto“. La tradizione popolare è molto legata alla Candelora, una festa pagana antichissima che a Roma si celebrava tra il 15 e il 18 del mese. Il culmine della festa era la februatio (da cui deriva il nome febbraio), cioè la “purificazione” della città dagli influssi dei demoni: il cristianesimo ha convertito le celebrazioni nella festa della Purificazione della Madonna, spostando la data al 2 febbraio. Uno dei proverbi più famosi in tutta Italia recita: “Candelora, se nevica o se plora dell’inverno siamo fora, ma se c’è sole o solicello siamo solo a mezzo inverno“.
Altri proverbi recitano: “A San Valentino la primavera sta vicino (14 febbraio)”, “la pioggia di febbraio riempie il granaio“, “a San Biagio gela la goccia sotto il naso“.
Buongiorno e Buon febbraio! I proverbi dai Giorni della Merla alla Candelora
Dopo i Giorni della Merla il pensiero corre subito alla Candelora, un giorno simbolico, in quanto si trova a metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera: è consuetudine in tale periodo pronosticare il meteo delle settimane successive. La festa della Presentazione di Gesù al Tempio cade il 2 febbraio, a 40 giorni di distanza dal Natale e, oltre che come Presentazione del Signore, è nota anche come la Purificazione di Maria, oltre che, nella tradizione popolare, come la “Candelora“, ricorrenza che prevede la benedizione di ceri e candele nelle chiese. Celebrata già dall’imperatore Giustiniano, fu adottata a Roma fin dal Settimo secolo, con una processione penitenziale istituita da papa Sergio I (687-701).
Intorno alla data del 2 febbraio, come anche per molte altre, la nostra tradizione storica e popolare ci ha tramandato una serie di detti e proverbi tra cui il più noto è “Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora“, un antico proverbio popolare riferito al rituale della Candelora, introdotto dal patriarca di Roma Gelasio intorno all’anno 474 d.C., in sostituzione della cerimonia pagana dei Lupercali, dalla quale ha assunto qualche ispirazione procedurale. Il proverbio è legato anche al clima e allo scorrere delle stagioni.
Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera. È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che sta per cominciare. Questo passaggio contrassegna simbolicamente il transito dal “periodo oscuro” del calendario indoeuropeo contrassegnato dal freddo, dal buio e dalla morte dell’inverno verso il rinnovamento del cosmo che magnificamente si esprime con la primavera.
Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane: nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole.
I proverbi della Candelora
Tanti sono i proverbi legati alla Candelora: un detto salentino recita: “Te la Candelora la vernata è ssuta fora, ma ci la sai cuntare nc’e’ nu bbonu quarantale” (Della Candelora l’inverno è già passato, ma se fai bene i calcoli, ci sono ancora ben 40 giorni altri). I triestini dicono: “Candelora piova e Bora, del’inverno semo fora, Candelora sol el vento del’inverno semo dentro”. “A la Cannilora, ogni gaddina veni a ova” (ogni gallina, anche quella più giovane, inizia a fare le uova”; “Pi la Cannilora figghia a vecchia e figghia a nova” (gallina vecchia e giovane fanno le uova). In Sicilia si dice: “Ppà Cannalora a mmirnata ie fora ma se fora un iè, n’atri quaranta jorna cci n’è” (Se il tempo nel giorno della Candelora è buono, allora sì che l’inverno sta per finire. In caso di pioggia e vento, il brutto tempo continuerà per altri 40 giorni con un marzo, a livello meteorologico, freddo e piovoso).
In Lombardia si dice: “Alla Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori, ma se nevica o tira vento 40 giorni siamo ancora dentro”; in Toscana il detto recita: “Se piove o se gnagnola dell’inverno semo fora”. “Candelora in foglia, Pasqua in neve”; “Candelora scura dell’inverno non si ha paura” ; “Se nevica per la Candelora, sette volte la neve scola”; “Da Candalora cu on avi carni s’impigna a figghijola”; “Pa Cannilora u brascirr fora”.
Cultura
Pantelleria, Festa della Madonna delle Grazie: il 2 luglio imperdibile appuntamento religioso e laico

Come è consuetudine a Pantelleria, le feste religiose si caratterizzano anche di speciali momenti di intrattenimento laici.
Degustazioni, balli e tanta voglia di spensieratezza saranno le espressioni della Festa della Madonna delle Grazie.
Un rituale che si rinnova, ma che sempre fa raggiungere l’obiettivo: la convivialità e la condivisione. Il ritrovarsi dapprima per la processione e poi con altri momenti di amicizia e pace.
Circolo Agricolo “Cesare Battisti” – 2 luglio 2025
Un appuntamento di fede e comunità che unisce tradizione, musica e convivialità.
- Ore 19:00 – Processione
- Ore 19:30 – Santa Messa
- Ore 20:15 – Momento conviviale con cibo, musica dal vivo e tanto divertimento insieme a Frankie Bri e Aldo Errera
Cultura
Pantelleria, al via bando per corso di lingue in Italia

C’è tempo fino al 2 settembre 2025 per inoltrare la domanda
Bando di concorso corso di lingue in Italia finalizzato a sostenere gli esami per la certificazione (diploma linguistico) del livello di conoscenza della lingua secondo il quadro comune europeo di riferimento (cefr) riservato a studenti che hanno frequentato nell’anno scolastico 2024/2025 gli ultimi due anni della scuola primaria e la scuola secondaria di primo e di secondo grado.
Figli o orfani dei dipendenti e dei pensionati della pubblica
amministrazione iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni
creditizie e sociali
ANNO 2025
Si informano gli utenti che ogni informazione ufficiale e/o
comunicazione relativa al presente bando di concorso
sarà presente esclusivamente sul sito internet
www.inps.it, seguendo il percorso:
Avvisi, bandi e fatturazione >> Welfare,
assistenza e mutualità >>
Bandi >> Bandi nuovi.
Saranno inoltre fornite notizie sui social network
dell’Istituto.
Il testo integrale: https://www.comunepantelleria.it/wp-content/uploads/2025/06/834_Bando-Corso-di-lingue-in-Italia-2025-1.pdf
Cultura
Pantelleria, La Mulattiera lancia una nuova scrittrice M. Vittoria Miccoli e il suo “Poi passa”

Romanzo ambientato ed ispirato a Pantelleria, le sue consuetudini e modi di dire che sono il cuore della filosofia isolana per la sopravvivenza
L’Associazione Culturale La Mulattiera di Pantelleria, il giorno 22 luglio 2025, dalle ore 19.30, curerà la presentazione del libro “Poi Passa” – Schena Editore, di una nuovissima penna tutta milanese: Maria Vittoria Miccoli Minarelli. L’abbiamo raggiunta telefonicamente, per intervistarla incuriositi di conoscere questa giovane donna che dedica la sua prima opera proprio a Pantelleria.
La sua voce argentina, schietta, fa trasparire un animo leggero, amabile e gioviale. Con i suoi soli 28 anni ha viaggiato moltissimo, ma il posto del cuore è diventato alla fine proprio la nostra isola.
E’ subito simpatica e alla mano e gioca sulla sua età anagrafica e quella percepita da chi la incontra. Questo ce la rende immediatamente in sintonia, una sintonia che si rafforza, ascoltandola e, ancor, più con la spiegazione del titolo del suo primo romanzo “Poi Passa””
Lei vive a Milano, giusto? Com’è arrivata a Pantelleria? Viaggio turistico? “Sì, io adesso vivo a Milano, sì. Ho girato un po’ nella mia vita, ma da febbraio sono di nuovo a Milano. Sono arrivata a Pantelleria perché uno dei miei più cari amici, che tra l’altro si chiama Alessandro, come il protagonista del mio libro.
“Lui aveva guardato a Bigger Splash, il film di Luca Guadagnino girato a Pantelleria e si era innamorato continuava a dirci: ‘Dobbiamo andare, dobbiamo andare!’
“E quindi siamo andati un’estate 2019 a Pantelleria io, lui, suo fratello e le nostre madri. Quindi, così io ho scoperto l’isola. “
Da allora hai più tornata? “Sì, sono tornata varie volte, poi adesso sono in realtà quasi tre anni che non torno perché ho vissuto all’estero e non ho avuto modo poi per tornare, ma adesso che sono in Italia finalmente tornerò.”
Questa è la sua prima esperienza da scrittrice? “Sì, esatto!”
Quindi lei ha comunque questa predisposizione per la penna, per la scrittura fluida e quant’altro, come mai le viene il soggetto da ambientare a Pantelleria? “Perché in realtà la storia del libro è una storia vera, ovviamente romanzata.
La maggior parte dei personaggi, anzi quasi tutti, sono ispirati a persone vere, di Pantelleria prevalentemente, con cui, sull’isola ho vissuto un’esperienza bellissima.
“Pantelleria è stato un posto dove mi sono ritrovata a casa, essendo io appunto una persona che per motivi di studio e lavoro è stata sempre in giro, estero o non estero, per me è un po’ difficile trovare un posto da chiamare casa.
“Grazie alle persone che mi hanno accolta tutte dall’isola mi sono sentita veramente, veramente, finalmente a casa e il mio libro è stato un po’ un modo per ringraziarli tutti.”
Ma passiamo al titolo: “Poi passa”. Che cosa deve passare? “‘Poi passa’ perché è una frase che mi è stata ripetuta molte volte dai ragazzi di Pantelleria e che mi ha sempre colpito, soprattutto la prima volta che l’ho sentita.
“La prima volta che l’ho sentita, è stato quando il mio amico Alessandro era stato appunto da una medusa e si era tutto agitato come se fosse successa una cosa incredibile. Uno dei miei amici panteschi l’ha guardato, gli ha dato dell’acqua e del vino e gli ha detto ‘poi passa’.
Sì, più che una frase tipica pantesca è proprio la aplomb pantesco. Esattamente! Adesso io anche lavorativamente eccetera, vivo sempre un po’ a dei ritmi accelerati e sembra che ogni minimo problema sia un problema enorme.
“In realtà mi ricordo questo poi passa che a volte ci penso e dico: caspita ma i problemi veri nella vita che sono altri.”
Veda, questo spirito appunto che insito nei panteschi, ma di qualunque età, perché lo imparano, anzi viene iniettato con il latte, è una sorta di indolenza verso i problemi e induce ad affrontare sempre con un po’ di distacco le cose in modo da non lasciarsi stravolgere totalmente e sopravvivere alle disgrazie. Questa è una cosa molto bella e mi piace molto che lei l’abbia toccata, sa? “Sì, è una cosa che a me rimasta tanto nel cuore e adesso poi con spirito costruire la mia vita futura, sia lavorativa che personale. Quindi ecco, è molto in me, me l’ha molto passato l’Isola e gli isolani me l’hanno molto trasmesso, in un senso totalmente positivo.”
Per non perdere l’occasione di conoscere il punto di vista di una forestiera sulla tattica di sopravvivenza pantesca “Poi passa” – Schena Editore, appuntamento al Castello il 22 luglio dalle ore 19.30.
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