Cultura
Beni culturali, sabato torna la “Notte europea dei musei”. Ecco quali saranno i siti aperti
Presidenza della Regione
Torna sabato 13 maggio la “Notte europea dei musei”, giunta quest’anno alla sua diciannovesima edizione. L’iniziativa, organizzata dal ministero della Cultura francese e patrocinata dall’Unesco, dal Consiglio d’Europa e dall’Icom, prevede l’apertura straordinaria serale di istituti e luoghi della cultura al costo simbolico di 1 euro (eccetto i casi di gratuità previsti). Obiettivo della manifestazione è quello di incentivare e
La Regione Siciliana, su indicazione dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, ha aderito all’iniziativa con una serie di aperture straordinarie e appuntamenti nei principali musei della Sicilia che, per l’occasione, saranno visitabili fino a tarda sera.
Per celebrare la serata, molti siti regionali hanno programmato iniziative speciali. Per una maggiore certezza dell’orario di apertura e delle proposte di visita è sempre consigliabile consultare le pagine web o Facebook delle singole strutture museali.
Partendo da Palermo, apriranno le porte il Museo Archeologico Salinas (ore 19-24); il Museo regionale di Arte moderna e contemporanea con le due sedi di Palazzo d’Aumale e Palazzo Belmonte Riso (fino alle 24), che sabato riaprirà al pubblico il salone del primo piano e l’ala nuova del primo e secondo piano, con un inedito riallestimento della collezione permanente; la Galleria regionale di Palazzo Abatellis (ore 20-24), dove sarà visibile il piano terra dell’ala quattrocentesca, con l’esposizione di quattro dipinti seicenteschi di Giuseppe Recco raffiguranti nature morte; a Palazzo Mirto (ore 20-24) sarà aperto il piano nobile, mentre all’Oratorio dei Bianchi (ore 20-24) la chiesa inferiore con l’esposizione degli stucchi del Serpotta. Resteranno aperti anche il Villino Florio dalle 18 alle 24 e, ancora, il Centro regionale Progettazione e restauro, che aprirà la propria sede di Palazzo Montalbo dalle 19.30 alle 23.30 con una visita guidata ai laboratori di diagnostica e di restauro, oltre che alla biblioteca. Nella provincia, il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato fino alle 23, con l’antiquarium e il museo Pirro Marconi di Himera, l’antiqurium di Solunto, quello di Monte Iato, il Museo archeologico della Valle dell’Eleuterio a Marineo, le Terme arabe a Cefalà Diana.
Ad Agrigento aderisce il Museo archeologico regionale Pietro Griffo (ore 21-00.30) con lo spettacolo sensoriale “L’anello dal passato” e un laboratorio per bambini in occasione della festa della mamma); in provincia, il Museo archeologico della Badia di Licata (fino alle 23), con un’estemporanea di arti grafica, la presentazione della guida archeologica e un concerto “Drink Floyd”.
A Caltanissetta visite al Museo interdisciplinare (fino alle 24) e al Museo archeologico di Marianopoli (fino alle 24).
Nel Catanese apriranno Museo della ceramica di Caltagirone, il Museo Saro Franco di Adrano (ore 20-23).
Nell’Ennese aderiscono la Villa romana del Casale e il Museo della città del territorio a Piazza Armerina (ore 20-23), il Museo archeologico di Centuripe (ore 20-23).
A Messina aperto il Museo regionale (ore 20-24), nella provincia, invece, il Museo delle tradizioni silvo-pastorali di Mistretta (ore 20-24), il Teatro antico di Taormina e il Museo archeologico di Naxos (ore 20-23), il Museo archeologico eoliano Bernabò Brea a Lipari (ore 20-23).
Nel Ragusano visite serali al complesso monumentale ex Convento della croce a Scicli e al Museo archeologico regionale di Camarina (ore 19-22).
Porte aperte a Siracusa al Museo archeologico Paolo Orsi (ore 19-22) con un percorso tematico “Per le antiche note”, a Palazzolo Acreide (Sr) al Museo archeologico Palazzo Cappellani (ore 19-23), al Parco archeologico Leontinoi e Megara (fino alle 22) con l’esposizione “Ambre e bronzi da Cava S. Aloe”.
A Trapani aderisce il Museo regionale Agostino Pepoli (ore 20-24), secondo il seguente programma: alle 20 l’itinerario per famiglie “Bimbi al Museo”; alle 21 percorsi guidati “Tra arte e racconto”, alle 22 “Chitarre al Museo, da Bach a Francisco Tàrrega”, concerto di Chiara Buzzurro, Ivan Strano e Claudio Terzo. In provincia, il Parco archeologico Lilibeo di Marsala (Ore 20-23) con l’itinerario “Storie dal mare”; il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, con l’area monumentale di Selinunte (ore 20-24), il Museo del Satiro di Mazara del Vallo (ore 20-24), il Museo Castello di Grifeo di Partanna (ore 20-24); il tempio del Parco archeologico di Segesta (ore 19.30-22.30).
Cultura
Pantelleria, oggi presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore
Questo pomeriggio, 7 dicembre 2025, dalle ore 16.30, presso i noti locali del Circolo Ogigia di Pantelleria Centro, si terrà la presentazione del libro “Le note stonate” di Antonino Maggiore.
Ad affiancare l’autore, Franca Zona e Giovanna Drago, apprezzate donne di cultura, che si alterneranno in una intervista conoscitiva del libro.
Antonino Maggiore, classe 1982, è un docente di musica presso la scuola primaria di Pantelleria, dove unisce rigore e creatività, nel quotidiano rapporto con l’infanzia.
Lo scrittore pantesco non è alla sua prima opera. Negli anni ha già pubblicato due raccolte poetiche: “Niente di importante” e una “Penna x amico“, grazie alle quali ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti.
“Le note strane” è un romanzo autobiografico: in viaggio intimistico tra fragilità ed ironia, attraversando il confine spesso sottile tra disperazione e gioia, risa e pianto.
Con il delicato contributo musicale di Maria Bernardo, si profila un piacevole pomeriggio letterario, al caldo e tra “degustatori” di libri.
L’ingresso è libero
Cultura
I racconti del vecchio marinaio di Pantelleria: Il rito antico della dragunera
Quel giorno lasciai gli scogli di San Leonardo più presto del solito, mentre i miei amici erano ancora a mollo a mare, in un’acqua trasparente e azzurrina come solo il mare di Pantelleria sa esserlo. Mi soffermai ancora una volta a leggere le scritte multicolori che rendevano meno triste il vecchio bunker di cemento armato della seconda guerra mondiale. L’amore di sempre: “ti voglio bene, “un cuore solo”, “ti amerò per sempre” precedute da un nome femminile e tante altre scritte, eredità amorose di generazioni di giovani panteschi. Una però faceva a pugni con tutte le altre, “Mariuccia buttana”. Doveva essere stato davvero un brutto tradimento, per bollarlo con un marchio di fuoco e per tramandarlo così ai posteri.
Giunsi sulla banchina e lo vidi seduto sulla solita bitta di fronte al castello, la nuvola azzurrina del fumo della sua pipa gli conferiva una strana aureola di mistero. Avevo deciso di porgli alcune domande, ma appena mi vide cominciò a parlare con voce arrochita dal tabacco e dalla salsedine. “Il veliero Madonna di Trapani era un vero e proprio gioiello della marineria pantesca. Due alberi, bompresso lungo come una lancia, vele latine che sapevano piegarsi al vento, ma non alla paura. Patrun Vitu, il suo comandante, era un uomo di mare e di silenzi infiniti, con le mani dure come la nostra pietra lavica e gli occhi di un verde misterioso, che avevano visto tempeste e miracoli. Nelle sue mani il timone seguiva docilmente l’invisibile linea della rotta fissata.
Quel giorno, ero ancora picciotto ‘i varca, avevamo da diverse ore passatu l’isola di Ustica e puntavamo, con tutte le vele spiegate su Trapani, fermarci qui la notte e il giorno seguente tornare a Pantiddraria, dove dovevamo sbarcare delle merci comprate a Napoli. Il mar Tirreno sembrava quieto e il vento amico, ma ‘ogni marinaio sa che “Cu ventu e cu mari nun si fa cuntrattu” (Col vento e col mare non si fa contratto). Così all’improvviso il cielo cambiò.
Una linea nera si stese sull’orizzonte, e il vento cadde morto di colpo. I marinai si guardarono l’un l’altro muti e attoniti. Il capitano Vito salì sul ponte e scrutò quel cielo nerastro e la vide: una dragunera (tromba marina), la maledizione antica e rabbiosa per chi va per mare. Essa, sottile e affilata, scendeva dal cielo come il dito di dio marino irato, girando vorticosamente sull’acqua.
Il nostromo Turi colse l’ansia e il timore degli altri uomini dell’equipaggio e chiese a patrun Vitu di virare. Ma Vito no, non solo perché la cosa era impossibile per mancanza di vento, ma perché egli era uomo che accettava intrepido le sfide in mare. Lui conosceva lu ritu anticu, lo aveva visto fare
da suo nonno e da suo padre prima di lui. Aprì il baule sotto il timone e ne trasse un coltello d’ossidiana, nero come la notte e affilato come il silenzio che precede la burrasca. Poi disse deciso “Mantenete la rotta, non si fugge davanti alla dragunera. Si tagghia”.
Si diresse a prua e la sua figura alta e possente sembrò dominare le onde. Il vento intanto aveva ripreso a soffiare forte e impetuoso che a momenti gli strappava il berretto. La dragunera si avvicinava, ululando conne una magara. Vito attese, fermo, come nu parrinu davanti all’artari. Quando la coda della tromba marina fu a portata, egli disse vecchie parole che non si potevano intendere, poi tracciò con il coltello d’ossidiana una grande croce nell’aria e recitò a voce alta questa preghiera:
Nniputenza di lu Patri,
Sapienza di lu Figghiiu,
pi virtù di lu Spiritu Santu
e pi nnomu di Maria
sta cuda tagghiata sia
Un suono sordo, come un lamento, si levò dal mare. La vorticosa colonna d’acqua si dissolse e il cielo si aprì all’azzurro. Tutti noi marinai, increduli, guardavamo ammirati e a un tempo intimoriti il capitano come si guarda un uomo che ha parlato allora allora con gli spiriti. Vito tornò al timone, rimise il coltello di ossidiana nel baule e disse solo: “Adesso a casa”. Al tramonto del giorno dopo Pantelleria ci apparve all’orizzonte, nera e fiera e materna. Il Madonna di Trapani, come sempre, entrò in velocità nello stretto passaggio che dava al porto vecchio. Solo capitan Vito e qualche altro patrun si potevano permettere di sfidare la scogliera cartaginese semisommersa.
La voce del subitaneo taglio della dragunera si sparse, in un battibaleno, in tutte le contrade dell’isola e da quel giorno ogni marinaio pantesco che incrociava patrun Vitu lo salutava con rispetto misto ad ammirazione. Perché non tutti sanno tagghiare la coda a una tromba marina. E soprattutto non tutti hanno il coraggio di farlo”.
Il vecchio marinaio si tacque definitivamente.
Girò le spalle e si mise a guardare, assorto, il mare
come aspettasse l’arrivo di qualcuno, intanto la nuvola azzurrina del fumo della pipa, che lo
avvolgeva in tenui volute, gli conferiva un certo non so che di misterioso.
Orazio Ferrara

Cultura
Trapani e l’oro rosso del Mediterraneo: “Il Corallo anima di Trapani”. Un mese di eventi
Dal 2 al 19 dicembre 2025, Trapani celebra la sua storica tradizione corallara con la seconda edizione di “Il Corallo anima di Trapani”, un programma che coinvolgerà studenti, artigiani, istituzioni e comunità del Mediterraneo.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Trapani e dalla Biblioteca Fardelliana con il contributo dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana intreccia formazione, cultura e diplomazia mediterranea per preservare e tramandare l’antica arte della lavorazione del corallo.
Dal 2 al 5 dicembre, le botteghe e showroom trapanesi apriranno le porte agli studenti per visite guidate alla scoperta dei segreti di quest’arte millenaria.
Il percorso prosegue dal 9 al 12 dicembre al Museo Regionale Pepoli con il laboratorio creativo “Dal Mediterraneo al Museo – Il viaggio del corallo”, curato dall’Associazione “Amici del Museo Pepoli”.
Il 13 dicembre alle ore 17.00, sempre al Museo Pepoli, verrà presentato il restauro del prezioso Presepe in corallo del XVIII secolo, capolavoro dell’artigianato trapanese.
L’evento culminante si terrà il 19 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Fardelliana: la tavola rotonda internazionale “Rotte del Corallo – Dialogo tra culture mediterranee” vedrà rappresentanti istituzionali e maestri corallai e la firma di un protocollo della “Rete Mediterranea delle Città del Corallo”, un’alleanza che consolida i legami tra le comunità mediterranee unite da questa tradizione.
“Quest’anno proponiamo la seconda edizione de “Il Corallo anima di Trapani”. Siamo estremamente orgogliosi che questo progetto prosegua: dopo l’edizione del 2024, oggi varchiamo i confini della nostra città per un momento di dialogo con le tradizioni dell’arte del corallo non soltanto di un’altra città siciliana come Sciacca, ma anche di altre città d’Italia – Torre del Greco e Alghero – e oltre i confini nazionali, nel Mediterraneo con Tunisia e Andalusia.
Ci confronteremo non solo per raccontare la nostra tradizione, durante una sessione scientifica del convegno, ma vogliamo stilare un protocollo d’intesa per costituire una rete mediterranea delle città del corallo. L’obiettivo è avviare un percorso comune e condiviso di promozione, affinché questa antichissima e preziosa arte possa essere rinnovata e valorizzata congiuntamente” – così affermano Giacomo Tranchida, sindaco del Comune di Trapani e Rosalia d’Alí, assessore alla Cultura.
Per tutto dicembre, la Biblioteca Fardelliana proporrà un percorso audiovisivo dedicato al corallo trapanese: un docufilm che racconta tradizione e futuro attraverso l’intelligenza artificiale e un documentario che esplora il corallo tra arte, ricerca e innovazione. Due narrazioni complementari che offrono sguardi contemporanei su un’arte antica.
“Il corallo anima di Trapani” è un modello di valorizzazione che coniuga tutela delle tradizioni, innovazione e cooperazione internazionale.
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