Cultura
Bar d’Italia 2025: un mondo che si trasforma conservando la sua identità
La nuova Guida del Gambero Rosso, realizzata insieme a illycaffè, celebra l’evoluzione del luogo di socialità per eccellenza: il bar, tra nuove sperimentazioni e solide radici culturali
Sono 83 le eccellenze della splendente Sicilia di cui 3 raggiungono il pieno punteggio
e 6 new entry
Milano, 26 settembre 2024 – Svela un panorama sempre più variegato e dinamico del mondo dei bar italiani la 25° edizione della Guida Bar d’Italia del Gambero Rosso, realizzata sempre in collaborazione con illycaffè. “La guida che dà i voti al locale più amato dagli italiani”, come recita lo storico claim che la accompagna ormai da diversi anni, fotografa la profonda trasformazione vissuta dal settore per adattarsi ai cambiamenti della società e alle nuove abitudini di consumo, confermando il bar italiano come centro della socialità, un palcoscenico per vivere esperienze uniche e un presidio fondamentale per la comunità.
Il caffè resta il protagonista indiscusso, nel classico binomio espresso e cornetto, che restituisce l’immagine della sosta veloce al bancone, e in un’offerta che si è arricchita di proposte creative e ricercate. Metodi di estrazione alternativi, come il v60 e l’aeropress hanno dato vita a un consumo più consapevole e lento, accompagnato da scenografici lievitati da colazione, che puntano a stupire per forme e farciture e da una ricca selezione di prodotti dolci e salati che scandiscono ogni momento della giornata, sempre più attenti al mondo vegetale e ad assecondare diverse esigenze alimentari. Terreno di ricerca è l’aperitivo che si conferma un rito irrinunciabile per gli italiani. Accanto all’intramontabile Spritz, trovano ampio spazio mocktail, drink a tema caffè, interessanti cocktail list e intriganti abbinamenti food.
“I bar oggi non rappresentano più soltanto il luogo dove si consuma il caffè, ma uno spazio di condivisione, socialità e cultura. Sono il punto di incontro fra tradizione e innovazione dove si sviluppano nuove offerte con una ricerca costante della qualità e attenzione agli aspetti sostenibili. In uno scenario complesso come quello attuale, costellato da inflazione e aumento dei costi, vogliamo premiare chi si distingue per un servizio d’eccellenza in grado di offrire una vera e propria experience ai clienti” ha commentato Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di illycaffè. “In questo contesto sempre più complesso e sfaccettato, è l’identità del locale a fare la differenza: vince chi ha una visione chiara e sa declinarla in modo coerente in ogni aspetto, dal proprio alter ego sul web ad ambiente e servizio, ed è capace di rinnovarsi nel tempo” spiega Marina Savoia, curatrice della Guida, nelle prime pagine.
I numeri della Guida:
Sono oltre 1.100 le insegne contenute nell’edizione 2025: localiche rappresentano al meglio i valori di qualità, eccellenza e sostenibilità, in crescita rispetto ai 1.091 contenuti nella Guida dello scorso anno. Ben 106 i nuovi ingressi a testimonianza della vivacità del settore e della continua ricerca della migliore qualità. A livello regionale, la Lombardia si conferma il territorio con il maggior numero di insegne (158), seguita da Veneto (113) ed Emilia-Romagna (89). Ben rappresentato anche il Sud Italia: spiccano Sicilia (83) e Puglia (82), quest’ultima in particolare protagonista dei nuovi ingressi con 15 indirizzi.
Premio illy Bar dell’Anno
È Gustificio, di Carmignano di Brenta, in provincia di Padova, ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento, volto a premiare la realtà che si distingue, attraverso pratiche concrete e quotidiane, per la particolare attenzione posta al tema della sostenibilità.
Tre Tazzine e Tre Chicchi
Crescono anche le eccellenze premiate con il massimo punteggio, che quest’anno arrivano a 48 e tra le eccellenze riconosciute dalla guida, sono 18 i locali segnalati con una stella, per aver conservato i Tre Chicchi e le Tre Tazzine per almeno dieci anni consecutivi.
La Sicilia
Il caffè in Sicilia non è solo una bevanda, ma un vero e proprio rito: che sia consumato in un bar, sotto il sole estivo in forma di granita o accompagnato da dolci tipici, per i siciliani rappresenta un simbolo di socialità, piacere e qualità della vita. Non sorprende quindi se la Sicilia è tra le regioni più rappresentative della guida con le sue 83 insegne sparse su tutto il territorio, di cui 6 nuovi ingressi e 3 eccellenze che ottengono il punteggio pieno:
Caffè Sicilia a Noto, che conquista anche le ambitissime 2 stelle per aver conseguito l’eccellenza per 20 anni di seguito. Il luogo in cui Corrado Assenza rende edibili i suoi pensieri e la sua filosofia. Colazioni e pause pomeridiane contano su ottimi lievitati, savarin, pasticciotti e soffici brioche accompagnate da granite di rara raffinatezza e gelati da manuale. Bene l’offerta di caffetteria, l’espresso ha note eleganti di frutta secca tostata e cioccolato, i cappuccini sono avvolgenti e setosi, il latte di mandorla una poesia, nella sua naturale dolcezza. Tante le specialità per un goloso souvenir, tra frollini confezionati, confetture e marmellate preparate con le primizie più dolci e succose, torroni, frutta Martorana e paste di mandorla.
Sciampagna a Palermo che si aggiudica anche la meritata stella per aver conseguito il punteggio pieno il 10° anno consecutivo. La qualità e la nomea vanno di pari passo per questa insegna che potrebbe raccontarsi da sola evocando maestria e classe. Moltissime le componenti che intervengano nella caratterizzazione di un’offerta che così efficacemente mette insieme le possibili declinazioni del termine “cura”: dagli arredi, alla superba produzione dolce, espressione della capacità di Carmelo Sciampagna di portare la classica pasticceria siciliana a dialogare con l’alta pasticceria contemporanea. La colazione mantiene le attese, e oltre ai lievitati del mattino, che difficilmente riuscirete ad apprezzare allo stesso modo altrove, sul fronte salato non mancano i grandi classici della rosticceria palermitana. Godeteveli con un magistrale espresso o con quanto di altrettanto eccellente la caffetteria propone.
Antico Caffè Spinnato che si conquista anche le ambitissime 2 stelle per aver conseguito l’eccellenza per 20 anni di seguito. La storica caffetteria della famiglia Spinnato è un luogo dove storia, architettura e cultura si fondono in un’unica, eclettica proposta. L’offerta non potrebbe essere più varia, tra forno, pizza a taglio, rosticceria e un servizio di gastronomia che poco si discosta da quello di un ristorante. La pasticceria è incentrata sulla tradizione siciliana, di ottima fattura di tutti i capisaldi. Professionale e attento il servizio, pure al bancone della caffetteria, dove è un piacere fermarsi anche solo per un caffè, profumato e perfettamente armonico in cremosità e struttura. In via Belmonte anche Coffe & Chocolate, mentre a piazza Castelnuovo c’è Spinnato Politeama, con un ricco servizio di gastronomia.
Le 6 new entry che animano la parte siciliana della nuova guida:
Pasticceria Melilli a Naro (AG)
Carlo’s Bar a Ribera (AG)
Gusto Papilla a Patti (ME)
Morettino Coffee Lab a Palermo
Lorefice Fiori Cafè a Ragusa
Bar Brigantes a Trapani
Per la classifica completa, rimandiamo al pdf allegato. Mentre per la cartella stampa nazionale: https://drive.google.com/drive/folders/1Xg7Oz8AnXQYjW9e9mTNuJ2e-QPj15NCY?usp=drive_link
Gambero Rosso è la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore agricolo, agroalimentare, della ristorazione e della hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo, a livello internazionale, per la crescita dell’economia. Unico nel suo format di operatore multimediale e multicanale del settore, Gambero Rosso possiede un’offerta di periodici, libri, guide, broadcasting (Sky 415 e 133) e web OTT con cui raggiunge professionisti, canali commerciali distributivi e appassionati in Italia e nel mondo. Gambero Rosso Academy è la più ampia piattaforma formativa professionale e manageriale per la filiera agroalimentare, della ristorazione, della ospitalità e del turismo. Gambero Rosso offre al sistema produttivo italiano un programma esclusivo di eventi di promozione B2B per favorirne il costante sviluppo nazionale e internazionale. www.gamberorosso.it e www.gamberorossointernational.com
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori. Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.
Cultura
Pantelleria – Agricoltura, prospettive e progetti per il rilancio di un settore in via di abbandono
Intervista all’Assessore Massimo Bonì, investimenti su produzione di olio, origano e uva
Sono anni e anni che il settore dell’agricoltura è in lenta ma costante discesa: abbandono delle terre troppo difficili da coltivare, per preferire altri tipi di lavoro, senza considerare la specialità che si va perdendo.
A Pantelleria, diversi enti si stanno muovendo per un ritorno all’apprezzamento della terra, della preziosità di quella pantesca. Anche il Parco di Pantelleria sta organizzando eventi a tal proposito.
Ed ecco che, per fare il punto sull’argomento, abbiamo intervistato l’assessore Massimo Bonì.
Assessore, che prospettive ci sono attualmente per l’agricoltura di Pantelleria? “Pantelleria rientra tra i Comuni che fanno parte del Gal-Elimos (la società per lo sviluppo rurale della Provincia di Trapani), con cui si posso realizzare molte cose importanti. Per uscire da questo loop della saga della salsiccia, ci siamo detti, perché noi non utilizziamo i fondi che il GAL riceve dall’Unione Europea per rivitalizzare l’economia delle aree rurali?
“Si pensi che se a Pantelleria è vero che l’ufficio tecnico è abbastanza attrezzato, l’ufficio agricoltura non ha nemmeno un dipendente a sua disposizione e quindi non ci sono raccolte dati, non si quello che è stato fatto prima di “te”, non si ha idea di cosa c’è in ballo eccetera eccetera.

Quando invece l’agricoltura dovrebbe essere uno dei motori dell’economia? Infatti non lo è più ma il ragionamento è quello di farlo diventare un aspetto importante dell’economia pantesca, non tanto perché si possa tornare ai fasti del passato… Una volta cento anni fa in agricoltura era impiegato più del 90% della popolazione, adesso il 3-4%, quindi questo è un aspetto del quale bisogna tener conto. Per cui noi non potremo mai tornare all’agricoltura dei 300.000-450.000 quintali di uva e di cui ci raccontano gli anziani, ma questo non vuol dire che l’agricoltura non possa tornare ad essere fonte di reddito e quindi darle dignità, cioè fondi. Se dall’agricoltura deriva un guadagno c’è dignità, se dall’agricoltura tu guadagni torni all’agricoltura, se dall’agricoltura non ci fai niente come non ci hai fatto niente per gli ultimi 50-60 anni la gente normalmente la abbandona e immagina di fare soldi in altri settori.
I progetti
Assessore, ma intanto ci sono dei progetti avviati o prossimi per il rilancio? “Si decisamente! Come dicevo non saranno progetti che potranno mirare ai fasti del passato però se noi leggiamo l’economia di Pantelleria come un mix fra turismo, agricoltura, ambiente e, perchè no, gastronomia, ci rendiamo conto che l’agricoltura ha un’importanza fondamentale.
Noi attraverso questo campo siamo in grado di attrarre più turismo, perché ci sono persone che vanno cercando delle specialità enogastronomiche e noi ne possiamo vantare di parecchie perché abbiamo dei dolci particolari che non ci sono da nessuna parte, il mustazzolo e il bacio pantesco, per fare un esempio; oppure ci sono dei piatti come il couscous e nostro è diverso da quello del Nordafrica, siciliano; abbiamo una cultura con il passito che ce l’abbiamo così, altri cercano di imitarlo ma viene, fammi dire erano acquarella.
“Quindi noi possiamo vantare dei primati che altri non hanno!
Origano prodotto dall’Azienda Kazzen
Le racconto questa esperienza: proprio quando dovevo pensare a delle attività economiche di rilancio dell’agricoltura, grazie all’amicizia con Gianfranco Rossetto, sono andato in Francia nell’Occitania, dove producevano erbe condimentali, buone anche per la sanità diciamo, per la cosmesi e anche per la farmaceutica. Per cui mi trovavo in questo impianto con metodi di essiccazione naturali, quindi lenti, a freddo eccetera eccetera e poi sono andato ad odorare le erbe . Tra esse c’era l’origano, tu per sentirne l’odore, dovevi prendere un pugno, mettere sotto il naso, dici: si è origano. Il nostro confezionato sottovuoto, senti l’odore anche a distanza.
Cosa voglio dire? Noi abbiamo una base di partenza talmente importante su cui possiamo costruire un sacco di cose.
I progetti
“Il primo intervento: proprio uno stabilimento delle erbe, perché le erbe condimentali. Se l’origano va Eataly, o negozi di lusso simili 20 grammi costano 6 euro, quindi quanto costa l’origano a chilo, quanto ci costa produrlo e la percentuale di guadagno è elevatissima. Ecco perchè è una coltivazione sulla quale bisogna intervenire.
“Si pensa poi l’estrazione degli oli essenziali dalle foglie di olivo che vengono dalle potature.
“Le aziende avrebbero fondi: abbiamo fatto un bando di co-programmazione su questi lavori, a cui abbiamo invitato tutti a partecipare. Ha aderito solo l’associazione Resilea, con cui abbiamo cominciato a ragionare di questi argomenti già dal primo giorno. Speravamo in qualche altra iscrizione per esempio dalla cooperativa dei capperi ma, purtroppo questa cosa è stata sottovalutata.
“Invece Resilea ci ha dato la soddisfazione di cominciare a lavorare con noi e stiamo lavorando sulla messa a punto dei progetti per questo stabilimento dell’erbe di comunità. Tra l’altro Resilea, per un progetto di economia circolare, ha avuto già un finanziamento di 500 mila euro, quindi noi abbiamo la quasi certezza assoluta che questo impianto dell’erba una volta realizzato funzionerà perché ci sono i soldi per farlo funzionare ai primi anni. Poi ovviamente questo stabilimento sarà in grado anche di guadagnare.”
Ma sull’uva cosa ci dice? “Adesso passiamo all’uva.
Secondo intervento: Noi vogliamo fare anche una cantina di comunità, per cui il contadino, invece di portare l’uva ai grossi acquirenti, ai grossi conferitori, la porta alla cantina di comunità. Ivi, ci saranno gli enologi che ti affineranno il tuo vino e te lo mettono in un silos tuo e poi viene imbottigliato, etichettato, venduto e ti vengono dati i soldi indietro.
“Praticamente un contadino che oggi fa 100 quintali di uva e rivende alle cantine maggiori, Pellegrino e Donnafugata, ricava un reddito che è la decima parte di quello che potrà ricavare un domani attraverso l’apertura di una cantina di comunità, che lo seguirà con l’enologo, poi ci le fasi dette e si prende pure soldi, senza che hai fatto granché di lavoro.”
Ma Donnafugata e Pellegrino non sono contrari a questa cosa? “No, non sono contrari, perché loro sono dei tecnici molto preparati e lungimiranti, che sanno come funziona l’economia agricola: gli sta molto bene questa cosa, perché loro sanno che se continueremo così fra dieci anni non ci sarà neanche niente da coltivare. Invece, con la cantina di comunità l’agricoltore continuerà a portare a lui i 100 quintali, ma andrà a recuperare le terre che ha abbandonato.
“Ma questo cosa produrrà? Produrrà pure la possibilità che l’uva sarà pagata a un prezzo molto più equo, come avviene già in altre realtà, come il nord-est, il Veneto per esempio, dove ci sono grandi vini importanti. Sa quante bottiglie di prosecco vengono fatte in Veneto? Quasi 700 milioni di bottiglie!
“E quindi noi ci avvarremo di queste aziende per commercializzare i nostri prodotti in Cina e negli Stati Uniti.” Poi fra l’altro per esportare negli Stati Uniti ci sono delle certificazioni che devi fare, che non costano tanto, però ogni singolo prodotto deve essere certificato, cioè se tu hai una bottiglia, non puoi certificare con un colpo solo il vino: c’è il passito di Donna Fugata lo devi certificare, c’è il passito Pellegrino lo devi certificare, c’è il vino bianco, ogni cosa ha la sua certificazione, però penso avremo nel tempo la possibilità di aiutare tutti a fare queste certificazioni.
E per l’olivocultura, cosa mi dice? “E veniamo al terzo intervento: abbiamo il progetto la realizzazione di un frantoio di comunità e stiamo anche spingendo per la costituzione di una cooperativa. Quando io parlo di un frantoio di comunità, penso ai contadini che fanno 10-20 quintali di olive, chi fa 50-60-100 quintali ovviamente si deve associare in una cooperativa, perché la cooperativa ti dà una serie di vantaggi non soltanto fiscali, ma anche di riferimento dai finanziamenti dai bandi regionali.
“Per esempio adesso dovrebbe uscire un bando regionale che dovrebbe finanziare la realizzazione di frantoi e catene di imbottigliamento. Lo stiamo aspettando! Ci sono alcuni panteschi insieme ad altre persone che vengono da fuori, che vogliono costituire questa cooperativa, noi cercheremo di dare una mano per ottenere finanziamenti. Infatti noi abbiamo, per dare una mano ai contadini, per non perdere i bandi di finanziamento, abbiamo preso a contratto un agronomo che lavora già in regione che segue tutti i bandi e ci aiuta a fare le domande.
La cooperativa poi può ambire a questi bandi per avere un finanziamento per fare un frantoio con catena di imbottigliamento e quindi raccogliere tutti i produttori grossi di Pantelleria, che fanno 500.000 litri di olio, per poterlo vendere. In più abbiamo avuto, grazie a quel convegno sull’olio che abbiamo fatto a a Punta Spadillo a fine agosto, il il presidente dell‘IGP Sicilia, Mario Terrasi, che ha dato la disponibilità a fare il riconoscimento subito dell’olio.
Alla fine soltanto i non-panteschi hanno fatto la richiesta di fare l’IGP, i non-panteschi usciranno con l’IGP Sicilia sotto zona Pantelleria e i panteschi continueranno a scrivere l’olio italiano, perché hanno paura.
“E per cui noi stiamo cercando anche attraverso questo convegno sull’olio che si rifarà il prossimo anno sicuramente di creare una coscienza, una consapevolezza nelle persone.
“Il frantoio di comunità ha lo stesso principio: mettere in condizione i piccoli produttori di portare le olive, farle selezionare per uscire con un unico olio selezionato, magari una prima scelta piuttosto che una seconda scelta, ma questo poi lo decideranno i tecnici. L’olio sarà venduto nel mercato internazionale, perché vendere in Cina piuttosto che negli Stati Uniti è un attimo, perché in Cina ci sono 100 milioni ricchi che vogliono mangiare italiano, vogliono vestire italiano, gli piace l’Italia, la cultura italiana e quindi lì facciamo il gioco, cioè quando arriva un prodotto di qualità, specie se certificato IGP.
La cultura della molitura
Quarto intervento. Un’altra cosa sulla quale si lavorerà grazie a questo convegno sull’olio il prossimo anno sarà la cultura della molitura. Noi ieri ad un incontro che abbiamo fatto al Kouteck con alcuni contadini di Pantelleria per spiegare come funzioneranno le centraline che stiamo montando: esse ti indicano in anticipo, se c’è previsione di pioggia nelle prossime settimane, di fare questo tipo di trattamento per evitare la cocciniglia piuttosto che la mosca.
“Non solo tu fai il trattamento giusto al momento giusto, ma fai solo i trattamenti che servono ai risparmi tempo e denaro.
Come possiamo sintetizzare in una frase sola questa intervista sui progetti sull’agricoltura? Non si parla solo di progetti ma sono tante cose che insieme operano a ventaglio per spingere l’agricoltura verso il rilancio.”
Cultura
Pantelleria – San Martino, tradizione intatta anche nelle dinamiche sociali
A Circolo Trieste, scorpacciata di sfinci e degustazione di vino novello
Pantelleria è una “terra” fortunata per i privilegi che la natura le ha donato e per la cultura millenaria che cerca di resistere all'”evoluzione” dell’uomo e alle dinamiche sociali.

Ieri, 11 novembre, come ogni anni, si è commemorato San Martino, il santo noto per le giornate novembrine miti e la capacità solidale e di condivisione.
Ristoranti, case private e circoli hanno accolto panteschi e turisti che si sono fatti catturare dalle gustose carni del gaddru chinu, il piatto tradizionale per il santo.
Ma anche altri sapori fanno parte di questa tradizione: le sfince e, non di meno, il vino novello.

A Khamma, proprio per la grande abbuffata di sfinci del Panificio Terremoto e di degustazione di vino, presso il Circolo Trieste, si è ricreato un quadro tanto consuetudinario, quanto sempre curioso, visto dall’esterno con una mentalità più distaccata: osservando le foto, cosa coglie subito la nostra attenzione?
Diversi tavoli, rigorosamente distinti: maschi e femmine.
Un tempo così si usava, si usava separarsi anche intorno alla pista in attesa di lanciarsi a ballare: maschi da una parte, femmine da un’altra.

Ed è una scena bellissima, perchè rievoca il passato dei nostri nonni, mantenendolo intatto, custodito abilmente e difeso dalle contaminazioni di una modernità sociale che tende a disperdere consuetudini tanto ataviche, quanto preziose.
Pantelleria è una terra fortunata, e finchè dureranno queste usanze rimarrà quel pezzetto di Italia dove la gente non si disperde e difende le proprie radici e il proprio patrimonio con tenacia e nobiltà.
Spettacolo
Voci dal Mediterraneo, al via iscrizioni. Le novità del 2026 annunciate del Patron Massimo Galfano
Sono aperte le iscrizioni alla 3ª edizione del festival internazionale “Voci dal Mediterraneo”. Location: si farà a Pantelleria?
Iscrizioni aperte per la terza edizione del festival internazionale Voci dal Mediterraneo.
La produzione e il direttore artistico Massimo Galfano del festival internazionale della canzone italiana “Voci dal Mediterraneo” dopo il grande successo della seconda edizione tenutasi sull’isola di Pantelleria dal 24 al 27 luglio e dopo la messa in onda su Sky e Canale Italia, andata in onda il 30 agosto in prima serata, con oltre 1.000.000 di telespettatori e con il 3,5% share di gradimento, oltre i dati ufficiali resici dai social e dalle pagine ufficiali del festival e della produzione, è già a lavoro per la terza edizione.
Intervista a Massimo Galfano
M° Galfano, avete già una imbastitura del festival del 2026? “Si stiamo lavorando all’organizzazione della terza edizione del festival. La manifestazione la faremo sicuro, però ancora non è deciso dove.”
Ah, quindi Pantelleria non è detto che sia anche quest’anno la location? “Esattamente, ma noi abbiamo iniziato già i lavori, questo sicuramente sì, anche per il successo che abbiamo avuto nella scorsa edizione, sia a livello di ospiti, sia di artisti e di nazioni coinvolte.
“Si pensi, inoltre, che dopo la messa in onda su Sky e Canale Italia, come penso avrete letto, abbiamo avuto oltre un milione certificati da Auditel, oltre un milione di telespettatori con un 3.5% di share di gradimento: questo penso che sia per forza un successo per tutti, per l’Isola di Pantelleria, per l’organizzazione, per il direttore artistico, per gli artisti in gara, per tutto quello che ha fatto l’Ufficio Stampa, i giornalisti, gli ospiti, insomma tutto quello che ha significato la seconda edizione del Festival Internazionale Voci dal Mediterraneo.”
Ci sono novità nel regolamento del prossimo anno? “La manifestazione si chiamerà Festival Internazionale della Canzone Italiana Voci dal Mediterraneo, visto che parliamo solo di canzone in lingua italiana, per valorizzare la nostra musica.
“Il Regolamento e la scheda di iscrizione sono già online presso il sito www.vocidalmediterraneofestival.com.
“Le novità saranno relative alle iscrizioni dall’1.11.2025 quindi già siamo partiti e si chiuderanno il 30.06.2026 alle ore 23.00.
“Poi abbiamo pensato di aumentare le categorie nel senso che abbiamo avuto tantissime richieste veramente di brani bellissimi e di artisti anche con fama internazionale però c’era il limite dell’età perché avevamo fatto 14-39 anni e alcuni sforavano di un anno o due anni. Allora a questo punto, poichè per me la musica non deve assolutamente avere limiti di età né di colore né di religione né di etica e di nessun’altra cosa, ho aggiunto la categoria Junior che parte dai 13 ai 18 anni e categoria Senior dai 18 anni in poi. Quindi non metteremo più limite di età ovviamente 13 perché non voglio che ci siano bambini in gara e i bambini saranno solamente ospiti,
“Invece la categoria del brano è unica ed è quella inedita per cui anche da lì lanceremo i brani inediti per il primo ascolto sia della stampa sia della discografia e quant’altro. Queste già sono praticamente le prime news ufficiali apportate sul regolamento.”
Tutte le news e info li trovi sul sito ufficiale del “festival internazionale della canzone italiana “voci dal mediterraneo”.
Il “festival voce dal mediterraneo” e’ una produzione dell’associazione Musicultura in co produzione con Eventi e Management Italia e Mediterranean Label.
Sul sito e online il nuovo regolamento e la scheda d’iscrizione per la terza edizione targata 2026.
Tante le novità previste per l’edizione 2026
il festival Voci dal Mediterraneo ti porta in televisione
vai sul link per info – news e contatti:
https://www.vocidalmediterraneofestival.com/
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