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Ambiente

Balneari, regole semplici per presentare i Pudm. Savarino: «Snelliamo le procedure»

Redazione

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Balneari, regole semplici per presentare i Pudm. Savarino: «Snelliamo le procedure»

 Presidenza della Regione
Nuove regole per snellire le procedure di approvazione dei Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime (Pudm) sono state pubblicate con decreto dall’assessorato all’Ambiente della Regione Siciliana con l’obiettivo di aiutare i Comuni balneari, che non hanno ancora presentato i loro Pudm, a redigerli quanto prima e avere a disposizione gli strumenti per affidare le concessioni balneari.

«È stata nostra cura far approvare all’interno della Finanziaria regionale una norma che consente una pianificazione regionale delle aree marittime, strumento indispensabile con la nuova disciplina nazionale – ha affermato l’assessore al Territorio e all’ambiente, Giusy Savarino – . Oggi, con questo nuovo decreto a mia firma, si snellisce l’iter per l’adozione dei Pudm da parte dei Comuni, rendendo più veloci tutte le fasi ed evitando i doppi passaggi. Anche la Commissione tecnico scientifica, dietro mio input, darà una corsia preferenziale nella valutazione ambientale ai Pudm che arrivano dagli enti locali.
Col presidente Schifani abbiamo concordato di muoverci su due binari – ha aggiunto Savarino – una pianificazione regionale a monte che ci garantisca sull’assenza di regolamentazione comunale e dall’altro, con questa misura, sosteniamo i centri balneari che hanno riscontrato difficoltà nell’elaborare i loro piani, ancora tanti nell’isola. Cerchiamo inoltre di garantire che le concessioni balneari, sia quelle brevi che quelle più lunghe, siano affidate con un’adeguata regolamentazione che darà finalmente ai gestori la serenità di poter programmare investimenti e assumere personale».

A breve saranno pubblicate le linee guida sui bandi per quei Comuni che sono in stato avanzato sui Pudm.

Il decreto è consultabile al seguente link: https://www.regione.sicilia.it/istituzioni/servizi-informativi/decreti-e-direttive/n-01gab-02-gennaio-2025-nuova-procedura-l-approvazione-piani-utilizzo-aree-demaniali-marittime

Ambiente

Ponte sullo Stretto: tra ambizioni ingegneristiche e sfide di sostenibilità

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Il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito nazionale dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess. L’opera, destinata a collegare Sicilia e Calabria con una struttura a campata unica, è considerata un’impresa ingegneristica senza precedenti in Europa. Tuttavia, mentre il governo sottolinea i benefici economici e infrastrutturali, enti e associazioni sollevano dubbi sulle criticità ambientali e tecniche ancora aperte. In questo scenario, tra entusiasmo e perplessità, si delineano i prossimi passi di una delle opere pubbliche più discusse d’Italia.

Un progetto unico al mondo e i suoi obiettivi
Il Ponte sullo Stretto è concepito come una struttura a campata unica lunga oltre 3 chilometri, con una larghezza di 60 metri e un’altezza che consentirà il passaggio delle più grandi navi mercantili. Secondo la documentazione ufficiale, potrà ospitare sei corsie stradali e due binari ferroviari ad alta capacità. Si tratta di un progetto che, se realizzato nei tempi previsti, diventerà un simbolo di innovazione tecnologica e di connessione strategica tra Nord e Sud del Paese.

Sul sito ufficiale della società Stretto di Messina si evidenzia inoltre il carattere internazionale dell’iniziativa: ingegneri, università e aziende specializzate, così come realtà legate ai fornitori di energia elettrica, sono coinvolti in un percorso di ricerca e sviluppo che potrebbe rendere l’Italia un punto di riferimento nel settore delle grandi infrastrutture. Una visione che punta non solo al miglioramento dei collegamenti, ma anche al rafforzamento del ruolo geopolitico del Paese nel Mediterraneo.

Le criticità ambientali e tecniche sollevate dagli esperti
Nonostante le ambizioni, il progetto non è esente da critiche. Secondo diversi enti accreditati e associazioni ambientaliste, uno dei principali nodi riguarda l’impatto sull’ecosistema dello Stretto, un’area caratterizzata da biodiversità marina e da condizioni geologiche e sismiche particolarmente delicate. Le analisi hanno messo in evidenza i rischi legati alla fauna ittica e alla navigazione, oltre alle emissioni e al costo del kWh necessario per alimentare un cantiere di tali dimensioni.

Dal punto di vista tecnico, alcune perplessità si concentrano sulla resistenza della struttura alle sollecitazioni estreme, mentre sul piano economico si valuta anche l’incidenza del Prezzo Unico Nazionale (PUN) per la fornitura di energia necessaria ai lavori. Lo Stretto di Messina è noto per forti venti e per la sua attività sismica. Sebbene i progettisti abbiano previsto soluzioni di ultima generazione, come materiali ad alta prestazione e sistemi antisismici avanzati, restano interrogativi sulla reale capacità di un ponte di tali dimensioni di affrontare condizioni naturali eccezionali.

Un’ulteriore questione riguarda i costi di manutenzione e la gestione futura dell’opera, che secondo alcuni esperti dovrebbero essere regolati anche in coerenza con gli indirizzi stabiliti da ARERA. Se da un lato il governo assicura che il ponte sarà sostenibile nel lungo periodo, dall’altro esperti indipendenti sottolineano la necessità di piani finanziari dettagliati e realistici. 

Tempistiche, finanziamenti e prospettive future

Con l’approvazione definitiva del Cipess, il progetto è entrato in una fase operativa. Secondo quanto comunicato dal Ministero delle Infrastrutture, i cantieri potrebbero avviarsi entro la fine del 2025, con una durata stimata di circa otto anni per il completamento. Il costo complessivo previsto supera i 13 miliardi di euro, finanziati in parte con risorse statali e in parte attraverso contributi europei e privati.

Sul fronte occupazionale, il governo parla di un impatto significativo:

decine di migliaia di addetti diretti e indiretti saranno coinvolti nella costruzione

una volta completata, l’opera dovrebbe generare benefici a lungo termine per la mobilità e per l’economia del Sud

i settori più interessati saranno turismo, logistica e commercio

Le autorità sottolineano come il ponte rappresenti una sfida e al tempo stesso una grande opportunità per ridurre l’isolamento infrastrutturale della Sicilia.

Tuttavia, le prospettive future dipenderanno dalla capacità di conciliare obiettivi ingegneristici e tutela del territorio, così come dalla possibilità di scegliere il fornitore più conveniente per sostenere in modo efficiente i consumi energetici legati alla gestione dell’opera. La società Stretto di Messina ha dichiarato di voler collaborare con università e centri di ricerca per monitorare costantemente l’impatto del progetto e garantire il rispetto degli standard ambientali. In questo senso, il ponte si configura non solo come un’opera di collegamento, ma come un banco di prova per l’Italia su innovazione, sostenibilità e visione strategica.

Fonte: https://www.papernest.it/

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Ambiente

Pantelleria, erogazione acqua a Khamma – agosto 2025

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Ecco pubblicato il calendario di distribuzione dell’acqua a khamm

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Ambiente

Pantelleria – Gadir e il cartello “Divieto di balneazione”, l’avviso della Capitaneria di Porto

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A seguito del controverso cartello “Divieto di balneazione” istallato recentemente a Gadir, l’Ufficio Marittimo di Pantelleria, a tutela dell’ambiente e della sicurezza dei bagnanti residenti, turisti e diportisti, così precisa:

AVVISO DELL’UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI PANTELLERIA

SI RICORDA A TUTTI I CITTADINI, TURISTI E DIPORTISTI CHE:

È severamente vietato tuffarsi dalle banchine portuali e dagli scali di alaggio.
Queste aree sono destinate esclusivamente alle operazioni nautiche e commerciali. I tuffi rappresentano un grave rischio per la sicurezza personale e possono interferire con le manovre delle imbarcazioni.
Gli scali di alaggio, inoltre, oltre ad essere quasi sempre zone vietate alla balneazione (vedasi Ordinanza nr. 16/2023) risultano spesso scivolosi e pericolosi, con rischio di cadute e traumi.

Il mare è un bene comune, ma va rispettato.
Comportamenti imprudenti, sia in acqua che a bordo, mettono a rischio non solo chi li compie, ma anche gli altri utenti del mare.

Pantelleria presenta una morfologia costiera unica e impegnativa.
Le discese al mare, rocciose e prive di sabbia, richiedono attenzione e un minimo di equipaggiamento adeguato (scarpette da scoglio, galleggianti,…). La bellezza selvaggia dell’isola va vissuta con rispetto e consapevolezza.

I diportisti sono tenuti a rispettare le norme di navigazione e ormeggio.
Velocità ridotta in prossimità della costa, attenzione ai bagnanti, rispetto delle distanze di sicurezza e delle zone interdette.

La Guardia Costiera continuerà a vigilare con controlli mirati.
Saranno intensificate le attività di sorveglianza per garantire la sicurezza e il rispetto delle regole.

Invitiamo tutti a collaborare con senso civico e responsabilità.
Il mare è di tutti: proteggiamolo e viviamolo con rispetto.

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