Cultura
A Scicli è tempo di calici, di vini e di racconti, è tempo di Teruar.

A Scicli, città del Val di Noto ritorna l’appuntamento con Teruar, la prima fiera del vino etico. Un fine settimana di calici, di vini e di racconti
Insignita della nomina Patrimonio UNESCO nel 2002, insieme ad altre sette città del Val di Noto, Scicli è stata definita «capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca».
Domenica 19 e lunedì 20 maggio Scicli aprirà i cancelli di Villa Penna, la villa comunale a Teruar, per due giornate dedicate agli artigiani del vino.
Teruar è la prima fiera del vino etico della Sicilia Orientale che nasce nel 2019 dall’idea di Peppe Fiorilla affiancato da Pietro Russino, Bartolo Finielli e Ignazio Fiorilla, il loro intento è quello di valorizzare la figura del vignaiolo e l’idea di viticoltura etica: quest’ultima soprattutto dedicata alle nuove generazioni di viticultori.
Teruar è organizzato dall’associazione Arsura Sete Etica e ogni anno si tiene sempre in uno spazio comune identificabile nei luoghi – immobili, giardini, piazze e spiagge – del comprensorio ragusano di proprietà di tutti.
L’evento ha come protagonisti i produttori di vino, nazionali e non, coinvolti per selezione diretta a discrezione dell’associazione. Una simbiosi tra l’associazione e il vignaiolo, che mira a far crescere lo scambio di idee e soluzioni nell’ambito della filosofia dei vini naturali, biodinamici e artigianali.
Il nome della fiera deriva dal francese Terroir, una parola intraducibile in italiano, ma che indica l’insieme di fattori naturali, territoriali e di buone pratiche messe in atto da un artigiano della viticoltura nella coltivazione della sua terra.
Teruar, attraverso la promozione della cultura del vino naturale e, al tempo stesso, delle tradizioni agricole e artigianali tipiche dei territori di provenienza dei vini e delle aziende invitate, diventa un’occasione di valorizzazione del territorio italiano e delle sue molteplici complessità.
La fiera del vino etico è pronta ad accogliere i tanti appassionati domenica 19 e lunedì 20 maggio nel cuore di Scicli con un programma denso di novità.
Questa manifestazione nata come evento di nicchia, sta crescendo di anno in anno ed è giunta alla quarta edizione
Per questa quarta edizione la manifestazione si sposterà nelle terrazze della storica “Villa Penna”, in via Dante Alighieri, la villa comunale che dopo un accurato restauro è pronta a diventare un nuovo polo culturale come simbolo di rinascita e ritorno all’identità e alla storia della città.
Il tema scelto per questa edizione è l’acqua, come momento di consapevolezza e attenzione ai cambiamenti climatici, ma anche di riflessione e profondità.
A Scicli è tempo di calici, di vini e di racconti, è tempo di Teruar.
Saranno 5 le distribuzioni presenti, 30 tra artigiani e contadini, 300 etichette in degustazione, 70 le cantine presenti e 15 le regioni d’Italia che disegnano una mappa del vino etico del nostro Paese, dalla Sicilia rappresentata con oltre 33 cantine fino alla Lombardia, la Toscana e ancora Puglia e Sardegna per citarne alcune per lasciare spazio anche a delle delegazioni estere come Spagna, Francia, Austria e Slovenia con delle realtà tutte da scoprire.
Ancora una volta Scicli diventa il fil rouge che lega un’idea di viticultura che abbraccia diverse tradizioni e visioni legate al mondo dei vini naturali, biodinamici e artigianali.
Un’edizione, quella del 2024, che si propone come un cerchio che apre e chiude un percorso, come gocce che scendono dalla pioggia e nutrono le radici.
Ad animare la manifestazione ci sarà un mercatino agroalimentare nato dalla collaborazione con Gas Mazzarelli e Suolo Urbano per offrire ai visitatori la possibilità di trascorrere una giornata all’aria aperta e toccare da vicino le realtà artigianali dal food alle realizzazioni artistiche. Non solo vino, dunque, ma un quadro di tante realtà che vanno a disegnare una Sicilia ricca di storia tradizione e sapori.
Cultura
Pantelleria nel romanzo di Giusy Andaloro “La porta dimensionale”, ora su Amazon
“La porta dimensionale”, la seconda opera letteraria di Giusy Andaloro, che dopo l’esordio come autrice con le poesie, approda nel romanzo. Anche questo ultimo libro è dedicato a Pantelleria, ma qui l’autrice compie una narrazione seducente, fatta di misteri, passioni, scirocco e mare.
Un’isola.
Un amore impossibile.
Una maledizione che attraversa i secoli.
Quando il passato torna a reclamare il suo prezzo, l’amore diventa l’unica via di salvezza. . .
All’alba, Victoria approda a Pantelleria, un’isola selvaggia e magnetica, dove le scogliere di ossidiana si tuffano in un mare profondo e misterioso.
L’aria è carica di presagi e ogni ombra sembra sussurrare storie perdute.
Fin dal primo istante, Victoria percepisce un richiamo impossibile da ignorare: frammenti di ricordi sepolti,
volti dimenticati, emozioni sopite da secoli.
Ma chi o cosa la sta aspettando davvero su quest’isola sospesa tra realtà e leggenda?
Il destino si manifesta negli occhi di Battista, un uomo dal passato tormentato e dal fascino selvaggio, il cui sguardo nasconde segreti che attraversano i secoli.
Tra Victoria e Battista scatta un legame inspiegabile, un’attrazione ancestrale, che sfida ogni logica e ogni ragione.
Ma l’ombra di un’antica maledizione incombe sulle loro vite:
“Tutto ciò che hai conquistato lo perderai, come è sempre stato e sempre sarà per la tua famiglia.”
Il vento di Scirocco porta con sé il peso di queste parole, e Victoria sente il brivido del destino percorrerle la schiena.
Mentre esplorano l’isola, il confine tra passato e presente si assottiglia.
I dammusi silenziosi, le viuzze scoscese, le scogliere nere e il mare profondo diventano testimoni di enigmi che aspettano di essere risolti.
Antiche voci risuonano tra le mura, ombre invisibili li osservano dall’acqua, e un portale dimenticato tra le dimensioni attende di essere riaperto, celando un amore antico e una colpa che reclama giustizia.
Ogni scoperta è un colpo di scena, ogni passo un rischio mortale, e ogni scelta potrebbe cambiare il corso delle loro vite per sempre.
Victoria e Battista devono affrontare enigmi che sfidano la logica e le leggi del tempo, mentre il passato minaccia di risucchiarli in un ciclo di dolore eterno.
Riusciranno a spezzare la catena del destino, o la maledizione li separerà per sempre?
In questo romanzo, suspense, mistero e passione si intrecciano alla magia primordiale di Pantelleria: il vento scuote le rocce, il mare custodisce verità sommerse e il cielo al tramonto si tinge di rosso come un presagio ineluttabile.
Ogni pagina è un viaggio tra emozioni profonde, pericoli nascosti e rivelazioni che cambiano la vita.
I lettori saranno catturati da un mondo dove l’amore e il destino si confrontano in un duello senza tempo.
L’isola di Pantelleria diventa protagonista, magnetica e incantata, avvolgendo i personaggi in un’avventura mozzafiato tra passione, mistero e segreti secolari.
“La Porta Dimensionale: Amore e Mistero Oltre il Confine” è il romanzo perfetto per chi ama thriller romantici, storie misteriose, segreti sepolti dal tempo, portali dimenticati e avventure che tengono il cuore in sospeso fino all’ultima pagina.
Ogni momento, ogni sguardo, ogni segreto potrebbe cambiare tutto, e ogni lettore sarà trascinato in un mondo dove la realtà e il mistero si fondono in un’unica esperienza indimenticabile.
Victoria e Battista scopriranno che l’amore può essere più potente di ogni maledizione…ma il destino non si arrende facilmente, e solo chi ha il coraggio di affrontarlo fino in fondo potrà decidere il proprio futuro.
Alcuni segreti non dovrebbero mai essere risvegliati.
Alcuni amori, però, sono disposti a rischiare tutto.
Immergiti nel mistero e scopri il segreto che attraversa i secoli.
Disponibile in formato ebook su Amazon.
Cultura
Pantelleria, il Centro Giamporcaro omaggia il Vescovo de “Le poesie di Lillo”
Il Centro Giamporcaro, per mani del suo Presidente Anna Rita Gabriele, fa omaggio del libro di poesie di Lillo di Bonsulton al Vescovo Giurdanella
Il Giamporcaro partecipa attivamente al Villaggio di Natale, messo in scena presso Piazza Cavour di Pantelleria. Scopo essenziale per il Centro Culturale è la vendita di due libri, il cui provento verrà utilizzato per la realizzazione della statua dedicata all’asino pantesco: un modo per esaudire il desiderio di un uomo particolare, pantesco di adozione, che tanto si è speso per la cultura e la società di Pantelleria.
Tra animazioni, artigianato, e altro ancora si è creata un’atmosfera singolare, accogliente, nel pieno centro del Capoluogo, nonostante il meteo un pò ballerino.
Nella mattinata di ieri, 22 dicembre 2025, lo stand riservato al Giamporcaro ha ricevuto l’inaspettata visita del nuovo parroco, Don Ramesh, e del Vescovo Angelo Giurdanella, con quel suo fare accogliente e luminoso. L’alto prelato in questi giorni è a Pantelleria per una serie di eventi, come l’anniversario delle Suore delle Poverelle, e per portare la propria parola nella comunità tra messe ed incontri e visitando associazioni come l’Albero Azzurro.
Il Presidente Anna Rita Gabriele ha colto l’occasione per fare un dono a sua eminenza: il libro “Le poesie di Lillo”.
Un gesto che rimarrà nella memoria del Centro Culturale ma, sicuramente, anche dello stesso alto prelato.
Cultura
I dolci siciliani delle feste: un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola
I dolci siciliani che non possono mancare sulle tavole delle feste Un viaggio tra riti, profumi e memoria che unisce Pantelleria al resto dell’isola
In Sicilia, il Natale non è solo una festa: è un rito collettivo che passa dalle mani alle cucine, dai ricordi alle tavole imbandite. Ogni provincia custodisce un patrimonio di dolci che raccontano storie antiche, influenze arabe, creatività contadina e un amore profondo per la condivisione. Pantelleria, con la sua identità forte e mediterranea, partecipa a questo mosaico portando in tavola sapori unici, ma accogliendo anche i grandi classici della tradizione siciliana. Di seguito, ho fatto una selezione dei dolci che non possono mancare nelle case siciliane durante le feste.
Buccellato: il re delle feste
Il buccellato è forse il dolce natalizio più rappresentativo dell’isola. Un anello di pasta frolla ripieno di fichi
secchi, mandorle, noci, uva passa e scorze d’arancia.
Ogni famiglia ha la sua versione, ogni provincia la sua sfumatura. È un dolce che profuma di casa, di
pazienza e di mani che impastano insieme.
Cubbaita e torrone alle mandorle
La Sicilia non rinuncia mai ai suoi torroni: mandorle di Avola, miele, zucchero e la magia del caramello.
La cubbaita, di origine araba, è una lastra croccante di sesamo e miele: semplice, essenziale, irresistibile.
Pignolata o Pagnuccata
Piccole palline di pasta fritta, ricoperte di miele e decorate con zuccherini colorati.
È il dolce della festa, del gioco, dei bambini che rubano i pezzetti con le dita. In molte case si prepara ancora
in grandi teglie da condividere con vicini e parenti.
Biscotti di mandorla
Ricci, morbidi, profumati: i biscotti di mandorla sono un simbolo della pasticceria siciliana.
A Natale diventano un dono prezioso, spesso preparati in casa e offerti come gesto di affetto.
Scorzette d’arancia candite e glassate
Le arance siciliane, regine dell’inverno, diventano protagoniste anche nei dolci.
Le scorzette candite o immerse nel cioccolato fondente sono un classico elegante e profumato, perfetto per
chiudere un pranzo importante.
I geli: agrumi, cannella e tradizione
Il gelo di arancia, di limone, di mandarino o di cannella è un dessert leggero, digestivo e profondamente
identitario.
È il modo più semplice per portare in tavola il profumo degli agrumeti siciliani.
I dolci di Pantelleria: un’identità che profuma di isola Pantelleria aggiunge alla tavola delle feste la sua anima unica:
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Mustazzola pantesca
Un dolce antico, speziato, spesso preparato per le grandi occasioni. La sua forma e il suo impasto raccontano la storia dell’isola e delle sue contaminazioni mediterranee.
Il cous cous dolce (nelle famiglie che lo tramandano)
Una preparazione rara, ma ancora viva in alcune case: semola lavorata a mano, frutta secca, miele, agrumi.
Un ponte tra Sicilia e Nord Africa che trova a Pantelleria la sua naturale dimora.
Biscotti al passito
Il passito di Pantelleria, oro liquido dell’isola, diventa ingrediente per biscotti aromatici e intensi, perfetti
per accompagnare un brindisi di fine pasto.
Perché questi dolci resistono al tempo
Ogni dolce siciliano è un racconto: parla di famiglie, di stagioni, di ingredienti poveri trasformati in tesori.
A Natale, più che in ogni altro momento dell’anno, questi sapori diventano un ponte tra generazioni, un modo per ritrovarsi e riconoscersi. Pantelleria, con la sua identità forte e il suo spirito comunitario, continua a custodire e reinterpretare queste tradizioni, mantenendo vivo un patrimonio che appartiene a tutta la Sicilia.
Barbara Conti
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