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Cultura

“U mastru d’ascia”, Maria Valenza dedica ai costruttori di barche di Pantelleria la sua poesia in vernacolo

Direttore

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“U mastru d’ascia” (Il costruttore di barche)

O beddru mari di Pantiddraria, tu inchi l’occhi di cu ti talia. Tutti, ti vonnu travirsari di i pantischi e i stranieri ti fai amari. Pi favuriri a travirsata nto tempu passatu du “Mastru d’ascia” eri iutatu. Iddru fascia: varchi, lanci, rimi e varcuzzi, a ligna era di fora e un si lassava sminuzzi. Tutta sirvia pi i marinari chi ogni gnornu innu a piscari. U “Mastru d’ascia” cu priscisioni travagghiava e a so cliintela cuntenta lassava. Quannu a so opira listia macari u nomu nta prua scrivia; pò, tuttu cuntentu cunsignava chiddru ch’era fisci cu tantu stentu e a u marinaru chi a varca varava, tutta a ghenti u guardava e si ralligrava. O, “Mastru d’ascia”, chi fini facisti? Un ci si chiù né pi i pantischi, né pi i turisti? Maria Valenza

 

Foto dal gruppo “Barcaioli di Pantelleria”

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

Cultura

Ragusa, lutto nella fotografia siciliana, addio al M° Giuseppe Leone

Redazione

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L’accademia delle Prefi omaggia la sua figura con un disegno ed esprime il proprio dolore per la sua scomparsa, un vuoto in parte colmato dalla testimonianza delle sue immagini e dalle sue raccolte di inestimabile valore. Un vero lutto nel mondo dell’arte siciliana: è morto il fotografo Giuseppe Leone, un maestro che ha fatto la storia della Sicilia (e in particolare della sua Ragusa) con i suoi celebri scatti. Aveva 88 anni. Morto il fotografo Giuseppe Leone Il fotografo ragusano era noto principalmente per le sue fotografie d’autore, molte delle quali erano uno strumento per raccontare le bellezze della Sicilia, dai paesaggi ai costumi. Nel corso della sua onorata carriera, il maestro Leone ha pubblicato più di 50 volumi di foto con vari editori (tra i quali anche Sellerio e Bompiani) ed è stato anche protagonista di numerose mostre d’arte in Italia e all’estero.

Lutto cittadino a Ragusa

In occasione dei funerali di Giuseppe Leone, a Ragusa – la sua terra, tanto amata e protagonista di scatti dal valore inestimabile – sarà lutto cittadino. Le origini Figlio dell’organista della cattedrale di Ragusa, ad appena sei anni comincia a seguire il padre quando si celebrano i matrimoni. Nella grande chiesa barocca resta affascinato da quegli spettacoli straordinari. Il padre avrebbe voluto che anche lui facesse l’organista, ma il ragazzo vorrebbe fare il pittore, quando, vedendo all’opera il fotografo Antoci proprio durante una cerimonia nuziale, gli chiede se può andare da lui a bottega.

Comincia così, a 14 anni entra per la prima volta in una camera oscura. Quell’anno, il 1952, scatta già una delle sue fotografie più famose: il treno con la locomotiva a vapore che transita sul ponte sul torrente San Leonardo con Ragusa Ibla sullo sfondo. A 21 anni, acquistata la prima macchina fotografica a soffietto apre il suo studio dedicato soprattutto alla foto dei matrimoni, ma, al tempo stesso, continua un lavoro personale di testimonianza, di scavo, di indagine, al limite della vivisezione, del paesaggio siciliano che da allora non si è più interrotto fino ad oggi, dopo quasi 70 anni.

L’esperienza di fotografo di matrimoni sviluppa in lui una capacità di scavo antropologico che lo guida anche in una ricerca di costume che fa della sua opera un unicum nel panorama dei grandi fotografi italiani a cavallo tra Novecento e XXI secolo. Dall’inizio degli anni Settanta in poi, le sue fotografie si accompagnano ai testi dei più importanti intellettuali e scrittori siciliani.

Salvatore Battaglia

Presidente Accademia delle Prefi

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Spettacolo

Trapani, la Primavera di Butterfly”: un’innovativa interpretazione dell’opera pucciniana

Redazione

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Trapani, 13 aprile 2024 – Il Teatro Pardo di Trapani è stato il palcoscenico di un evento unico con la messa in scena de “La Primavera di Butterfly”, frutto di una collaborazione tra il Conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani e il Luglio Musicale Trapanese.

Con il coordinamento dalla docente Micaela Carosi – soprano dall’illustre carriera internazionale – il progetto artistico ha realizzato un’interpretazione innovativa e coinvolgente dell’opera “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini. Giorgia Ferrara ha emozionato nel ruolo di Madama Butterfly, mentre Aurora Baiamonte si è distinta in quello di Suzuki. Trukhin Anatolii ha interpretato con vigore Pinkerton, mentre Ko Seunghyun, con la sua calda voce, ha portato sulla scena la figura di Sharpless, Giuseppe Galante era Goro, Stabile Nicolò invece Joy figlio. La narrazione è stata guidata da Riccardo Serenelli nel ruolo di Joy adulto, offrendo al pubblico una visione incisiva della storia.

L’orchestra, diretta da Carlo Magni, e il coro, diretto da Salvatore Scinaldi, hanno aggiunto profondità e drammaticità alla performance, restituendo al pubblico un’efficace interpretazione della splendida partitura di Puccini. Il coinvolgimento degli studenti provenienti da tutti i dipartimenti musicali del Conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani ha arricchito l’esperienza, dando grande forza allo spettacolo.

In un momento in cui il mondo affronta sfide e conflitti, “La Primavera di Butterfly” ha trasmesso un potente messaggio di pace e solidarietà, partendo dalla storia di Madama Butterfly e dalla tragedia nucleare di Nagasaki. Riprendendo il senso della mostra itinerante SENZATOMICA, volta a sensibilizzare sulla minaccia delle armi nucleari, lo spettacolo è stato anche caratterizzato dalla proiezione di un video riferito ad un bombardamento e al “suono” di esso. Si è così efficacemente determinato un contrasto suggestivo tra la distruzione nucleare e la rinascita rappresentata dai ciliegi in fiore, emblema della primavera giapponese.

Lo spettacolo è stato il risultato di un lavoro sinergico tra il Conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani e il Luglio Musicale Trapanese, con la collaborazione di VillaIncanto per i costumi e le proiezioni.

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Cultura

In libreria: “Picasso una vita da straniero” dal 30 aprile per Maesilio

Marilu Giacalone

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PICASSO. UNA VITA DA STRANIERO | in libreria dal 30 aprile 2024 per Marsilio
in libreria dal 30 aprile 2024

il libro da cui nasce la grande mostra “Picasso lo straniero”,

dal 20 settembre 2024 a Palazzo Reale di Milano

 

 

Annie Cohen-Solal

Picasso.
Una vita da straniero

traduzione dal francese di Emanuela Bertone
Collana: Specchi
pp. 640, euro 28,00

 

Anarchico catalano, repubblicano spagnolo, comunista o raffinato bohémien dal genio innovatore? A cinquant’anni dalla scomparsa, la vita e l’opera di Picasso in un’appassionante indagine su censure e persecuzioni, svolte artistiche e passioni.

Con documenti inediti e rivelazioni mai emerse prima,

la storica Cohen-Solal rilegge le origini del mito nel cuore dell’Europa dilaniata dai nazionalismi.

 

8 aprile 1973. Al momento della morte di Picasso, un profluvio di superlativi viene associato al suo nome. Lo Stato francese, in pompa magna, ne accoglie l’opera, assimilandola alla propria storia. Ma quanti sanno che all’artista era stata rifiutata la naturalizzazione? Quanti immaginano il clima di sospetto e di esclusione di cui fu vittima, culminato nel gran rifiuto che il Louvre oppose nel 1929 alla donazione delle Demoiselles d’Avignon? Stimolata dalle molte contraddizioni che vede affiorare, Annie Cohen-Solal si lancia in una inedita quanto coraggiosa esplorazione del mondo insondabile di Picasso per sottrarre alla polvere degli archivi i segreti di una storia ancora tutta da raccontare. Viaggiando nello spazio e nel tempo si ritorna così all’ottobre 1900, quando Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona; si attraversano i vicoli affascinanti di una Montmartre irripetibile; e si assiste alla crescita di un talento strategico sia come artista sia come uomo d’affari, capace di districarsi con naturalezza tra collezionisti e mercanti d’arte. Ed è forse proprio questa disinvoltura a far percepire il cubismo come un pericolo per «l’integrità morale» del paese: scoppia così la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della «gente per bene» contro i pericolosissimi «stranieri». Il racconto febbrile e appassionato di Annie Cohen-Solal giunge fino al presente sollevando nuovi interrogativi: «lo scandalo che vede il più grande artista del Novecento marchiato e schedato perché straniero non rimanda forse agli attuali rigurgiti di ordinaria xenofobia? Non rammenta l’ostilità dilagante di fronte alla crisi migratoria che stiamo attraversando?».

 

Annie Cohen-Solal, nata ad Algeri, vive tra Parigi, Milano e Cortona. Storica, saggista e curatrice di mostre, è distinguished professor all’Università Bocconi di Milano. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca alla Sorbona, ha insegnato nelle università di Berlino, Gerusalemme, New York e Parigi, ed è stata consigliera culturale dell’ambasciata francese negli Stati Uniti. Tra i suoi vari libri spiccano le biografie di Jean-Paul Sartre, Leo Castelli e Mark Rothko, edite in tutto il mondo. In Italia sono apparsi: Sartre (1986), Americani per sempre. I pittori di un mondo nuovo (2006) e Leo & C. Storia di Leo Castelli (2010). Picasso. Una vita da straniero ha vinto il Premio Femina per la Saggistica 2021 ed è in corso di traduzione in molti paesi.

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